di
Tiziana Gulotta
Il rispetto dei diritti fondamentali secondo la Carta Mondiale dei Migranti ratificata a Gorè in Senegal; un’accoglienza dignitosa dei migranti tunisini trattenuti da giorni sulle navi ancorate nel porto di Palermo; la pubblicazione dei contenuti degli accordi di respingimenti con la Tunisia e con gli altri Paesi di provenienza dei migranti.
Sono alcune tra le richieste delle Rete Primo marzo che, ieri, insieme con il forum antirazzista di Palermo, ha manifestato al Porto di Palermo a sostegno dei migranti tunisini giunti con mezzi aerei da Lampedusa, tra giovedì e venerdì, e rinchiusi in navi ancorate al porto di Palermo. I migranti sono adesso in attesa di rimpatrio. Dopo aver sostato all’ingresso principale antistante Via Amari, il presidio si è spostato verso i Cantieri navali.
Sempre ieri, con l’obiettivo di verificare se le condizioni dei migranti erano al limite della tollerabilità, il deputato Tonino Russo (PD) ha chiesto di entrare nelle due navi ancora presenti nel porto. Secondo quanto riferito - si tratta di stranieri non soltanto di nazionalità tunisina - sarebbero 352, di cui 151 sulla Moby Audacia e 201 nella Moby Vincent. Tra questi, anche alcuni malati e feriti che si trovano attualmente all’ospedale Civico di Palermo. Ai migranti non è stato fornito alcun oggetto (lamette, forchette metalliche) che possa essere utilizzato per atti di autolesionismo. Ed ancora, secondo quanto riferito dal deputato Russo, qualsiasi possibilità di comunicazione con l’esterno è stata impedita dal ritiro di tutti i telefoni cellulari. Infine, alle persone trattenute non è stata fornita un’informazione chiara sulla loro destinazione e sul loro futuro. All’incontro era presente, tra gli altri, la portavoce della rete Primo marzo Italia, Cecile Kyenge Kashetu.
Il rispetto dei diritti fondamentali secondo la Carta Mondiale dei Migranti ratificata a Gorè in Senegal; un’accoglienza dignitosa dei migranti tunisini trattenuti da giorni sulle navi ancorate nel porto di Palermo; la pubblicazione dei contenuti degli accordi di respingimenti con la Tunisia e con gli altri Paesi di provenienza dei migranti.
Sono alcune tra le richieste delle Rete Primo marzo che, ieri, insieme con il forum antirazzista di Palermo, ha manifestato al Porto di Palermo a sostegno dei migranti tunisini giunti con mezzi aerei da Lampedusa, tra giovedì e venerdì, e rinchiusi in navi ancorate al porto di Palermo. I migranti sono adesso in attesa di rimpatrio. Dopo aver sostato all’ingresso principale antistante Via Amari, il presidio si è spostato verso i Cantieri navali.
Sempre ieri, con l’obiettivo di verificare se le condizioni dei migranti erano al limite della tollerabilità, il deputato Tonino Russo (PD) ha chiesto di entrare nelle due navi ancora presenti nel porto. Secondo quanto riferito - si tratta di stranieri non soltanto di nazionalità tunisina - sarebbero 352, di cui 151 sulla Moby Audacia e 201 nella Moby Vincent. Tra questi, anche alcuni malati e feriti che si trovano attualmente all’ospedale Civico di Palermo. Ai migranti non è stato fornito alcun oggetto (lamette, forchette metalliche) che possa essere utilizzato per atti di autolesionismo. Ed ancora, secondo quanto riferito dal deputato Russo, qualsiasi possibilità di comunicazione con l’esterno è stata impedita dal ritiro di tutti i telefoni cellulari. Infine, alle persone trattenute non è stata fornita un’informazione chiara sulla loro destinazione e sul loro futuro. All’incontro era presente, tra gli altri, la portavoce della rete Primo marzo Italia, Cecile Kyenge Kashetu.
In questo momento, la rete Primo marzo ed altre
associazioni ed organizzazioni internazionali e nazionali
stanno portando avanti l’iniziativa “Lasciatecientrare” con l’aiuto di
parlamentari italiani che hanno chiesto di entrare nei Cie di Italia”.
Proprio ieri, la Kyenge Kashetu, ha anche presentato la campagna
nazionale “L’Italia sono anch’io” che prevede la raccolta di firme per
due proposte di legge di iniziativa popolare: una sulla riforma della
legge sulla cittadinanza e l’altra sul diritto al voto nelle
consultazioni a livello locale.
Fonte: Radio 100 passi