con preghiera di massima diffusione
LasciateCIEntrare - comunicato stampa
Come
liberi cittadini, avvocati, operatori umanitari, giornalisti, esponenti
politici o di associazioni che si occupano di diritti umani siamo estremamente
preoccupati per la sorte dei migranti imbarcati senza nessun preavviso e poi
trattenuti sulle navi Moby Fantasy, Moby Vincent e Audacia, attraccate al porto
di Palermo da giovedì 21 settembre. Tutte le istanze, proteste e denunce circa
l'inaccettabile violazione dei diritti che si sta perpetuando in questi giorni
sono state finora disattese.
Chiediamo
quindi che Parlamentari ma anche Sindaci e Governatori si mobilitino in maniera
più efficace e richiedano con più forza le informazioni che agli avvocati, ai
giornalisti e alle organizzazioni da sempre impegnate sulla difesa dei diritti
umani non vengono fornite. In particolare chiediamo di conoscere: l’identità delle persone imbarcate sulle tre
Navi Moby Fantasy, Moby Vincent e Audacia anche al fine di potere sapere se vi
siano tra di esse categorie vulnerabili (minori, malati e richiedenti asilo);
la destinazione delle navi e dei migranti ivi trattenuti e di sapere se è stato
notificato loro qualche tipo di provvedimento di trattenimento o respingimento
e se vi è stata tempestiva convalida giudiziaria.
Ricordiamo
infatti che il trattenimento di persone, in luoghi peraltro assolutamente
inidonei, in assenza di un provvedimento tempestivamente convalidato
dall'autorità giudiziaria costituisce una violazione della nostra costituzione
(art. 13), delle leggi interne (d.l.vo 286/98 e reg. att.) e delle convenzioni
internazionali (5 cedu), così come costituirebbe una violazione del Prot. 4
alla Cedu il respingimento di massa di questi migranti.
Gli
avvocati, le associazioni, la stampa, l’opinione pubblica, gli operatori
umanitari, gli amministratori locali, i parlamentari che hanno preso parte alla
mobilitazione nazionale dello scorso 25 luglio, i sindacati, ma anche molti
responsabili delle forze dell’ordine e dei Giudici che lavorano nei Tribunali
civili si chiedono quando e se queste informazioni verranno mai fornite. Oppure
se si nascondono, dietro ad una vera e propria censura di stato, reati per i
quali si intravedono possibili denunce penali. A carico di questo Governo.
Alle
interrogazioni presentate in parlamento il Ministro Maroni non ha mai dato una risposta
ufficiale. Rimanendo quindi indifferente alle grida di allarme sociale e
politico lanciate più volte.
L’incendio
divampato al centro di Contrada Imbriacola di Lampedusa, la struttura
totalmente distrutta, lo scontro tra immigrati ed italiani, sono insieme il
segnale di un allarme sociale e la dimostrazione della irresponsabile
responsabilità delle istituzioni. A chi prova a fare informazione è proibito
avvicinarsi per capire e documentare.
A
Montecampione, in Valcamonica, 116 profughi provenienti dalla Libia sono stati
deportati, 3 mesi fa in un residence
lontano 21 km dal centro abitato, a 1800 metri di altitudine, con infradito e
pantaloncini. Anche la Croce Rossa dichiara che è indisponibile a tenervi un
presidio medico. L’intero piano di accoglienza per chi è giunto in Italia
andrebbe sottoposto ad attenta verifica e ridiscusso, troppi i luoghi di
degrado da cui giungono segnalazioni (Crotone, Manduria, Civitavecchia,
Rogliano ecc..) a questo si aggiunga che le migliaia di cittadini tunisini che
avevano ottenuto una protezione temporanea di 6 mesi stanno per vederla scadere
senza che poco o nulla nel proprio paese sia cambiato dal giorno della fuga.
Nel
Cie di Ponte Galeria, dove sono stati già trasferiti decine e decine di
profughi tunisini, si mangia per terra e si vive rinchiusi aspettando la fine,
nel silenzio. Ed allora la rabbia sale. Scoppia la rivolta, e si riesce anche a
riconquistare la libertà con fughe in massa. Notizie simili, nel silenzio quasi
assoluto giungono da molti Cie, da Modena a Torino, quanto pesa in questo
l’inutile e malvagio prolungamento dei tempi massimi di trattenimento?
Cosa
vuole fare e ottenere il Ministro Maroni, lasciando che oltre 1300 persone
restino concentrate per mesi in un isola angusta? E ora facendoli “scomparire”
nelle navi da crociera ? Dove sono finiti i minori non accompagnati ? Chi sta
gestendo le procedure dei richiedenti asilo che ora non sono forse più neanche
sul territorio italiano ? Quali sono gli accordi “ufficiali” con i paesi nei
quali vengono rimpatriati i destinatari di un provvedimento di espulsione
coatta ?
Chiediamo
quindi che ora il Governo inizi a rispondere di queste politiche disumane, che
negano il rispetto della dignità dei cittadini italiani e stranieri. Chiediamo
che il parlamento tutto, riappropriandosi del proprio ruolo, ponga questo tema
nella propria agenda politica.
Ci
rivolgiamo alle istituzioni europee e internazionali affinché impongano
all’Italia di rispettare le convenzioni firmate e le direttive emanate.
Esigiamo
che il Governo annulli la circolare del 1 aprile 2011 consentendo quindi ai
giornalisti di poter accedere e documentare le realtà dei CIE e dei CARA presenti nel nostro Paese. Il
nostro vuole essere anche un grido d’allarme per la credibilità delle
istituzioni: oggi luoghi come quelli raccontati sono vere e proprie polveriere.
Volete farle esplodere?
Il
coordinamento di
LasciateCIEntrare