Il XX Dossier statistico Caritas Migrantes 2010 - "Per una cultura dell'altro" - vede crescere i nuovi italiani in un ambiente a volte ostile e spesso ignaro del loro peso reale
Immigrati: decuplicati in 20 anni, ma restano "esclusi"
In 20 anni il loro numero è aumentato di 10 volte, rappresentano il 7% della popolazione italiana e contribuiscono alla crescita del Prodotto interno lordo per l'11%. Ma, negli ultimi anni, insieme al numero degli immigrati, sono aumentate le chiusure nei loro confronti. Questo, in sintesi, quanto emerge dal XX Dossier statistico del 2010 sull’Immigrazione Caritas/Migrantes. Nel rapporto, che dal 1990 ogni anno presenta i dati sul fenomeno migratorio, oltre a una radiografia, c’è molto altro ancora: c’è il ritratto di un Paese che cambia e, allo stesso tempo, un’analisi dei benefici e dei costi dell’immigrazione in Italia.
Partiamo dal numero complessivo: i residenti in regola erano 4.235.000 al gennaio 2010, ma se a questa cifra si aggiunge il risultato dell’ultima regolarizzazione, chiusasi a settembre con quasi 300mila domande, e i nuovi nati, si può stimare intorno a 5 milioni il loro numero attuale. Poco più della metà di loro è donna e, in un’Italia che invecchia, sono sempre più indispensabili alle esigenze del nostro Paese. Fondamentali nell’economia domestica di moltissime famiglie, è soprattutto merito loro il risanamento dei conti dell'Inps: oltre 3 milioni di loro lavorano regolarmente qui da noi, il 53% nei servizi, il 35% nell’industria, il 7,3% in agricoltura. Versano contributi previdenziali e fiscali per 11 miliardi di euro annui ma secondo le proiezioni, all’inizio del 2010, sono entrati in età pensionabile solo 15mila di loro, il 2,2% del totale. Rappresentano il 10% degli occupati totali, ma una buona percentuale fa parte del “popolo delle Partite Iva”. Sono circa 400mila gli stranieri titolari di un'impresa: ogni 30 imprenditori attivi in Italia, 1 è immigrato e sempre più spesso sono loro a dar lavoro agli italiani.
Il fenomeno dell’immigrazione è strutturale e porta con se cambiamenti demografici e scambi interculturali. Tra il 1996 e il 2008 ci sono stati circa 250mila matrimoni misti celebrati e, nello stesso lasso di tempo, sono nati in Italia oltre 570mila figli di stranieri. Il dato interessante riguarda la solidità di queste nuove coppie multietniche: ebbene, se tra il 2006 e il 2007 in Italia separazioni e divorzi sono aumentati in media rispettivamente dell'1,2% e del 2,3%, nel caso delle coppie miste si è registrata una diminuzione pari a -15,6% e -0,2%.
La maggior parte dell’incremento degli stranieri residenti è dovuto agli immigrati provenienti dall’Est-Europa, in particolare dai Paesi Ue di nuova adesione, e la collettività romena è la più numerosa con quasi un milione di persone, il doppio dei cinesi presenti sul nostro territorio. Roma, con 270mila persone e Milano, con 200mila, sono i comuni con la maggiore concentrazione di stranieri, anche se questi ultimi scelgono spesso anche piccoli centri, dove la vita e gli alloggi costano meno. Sono ad esempio il 20% dei residenti a Porto Recanati (MC), città che diede i natali al massimo poeta del romanticismo italiano, Giacomo Leopardi, e addirittura il 35% dei 493 abitanti di Airole, piccolo comune in provincia di Imperia. Quanto alle regione, in testa senza rivali la Lombardia, dove vive un quinto degli stranieri residenti in Italia, poco più di un decimo di loro vive nel Lazio, che si piazza dunque al secondo posto, subito seguita da Veneto ed Emilia Romagna.
Calano gli irregolari, anche grazie alla ultima sanatoria, ma per i regolari, si legge sul Dossier, servirebbero “percorsi di integrazione imperniati su diritti e doveri, responsabilità e opportunità”. Resta invece difficoltoso l'accesso ai servizi: alloggi, istruzione, formazione, cure mediche. Basti pensare che solo il 68% degli immigrati regolari è iscritto al Servizio sanitario nazionale, e questo spiega perché in proporzione molti di loro affollano i Pronto soccorso e siano maggiormente interessati dai ricoveri d’urgenza. Senza considerare che mantenere un figlio costa in media 9mila euro l’anno, per gli italiani vecchi come per quelli nuovi. Questi ultimi, però, sono stati spesso esclusi dal bonus bebé.
Ultima ma non l’ultima, l’istruzione. Gli iscritti di cittadinanza straniera nelle scuole italiane erano 673.592 nel 2009/2010, ma negli ultimi anni, rispetto a quanto registrato fino al 2006/2007 si registra un ridimensionamento dei ritmi di crescita, mentre aumentano di buona lena le immatricolazioni universitarie: nell’aa 2008/2009 gli universitari stranieri erano 54.707, pari al 3,1% del totale degli iscritti, con un aumento del 5,6% rispetto all’anno precedente.
di Livia Parisi (28 ottobre 2010)