Programma Educazione alla Pace presentato da Tindara Ignazzitto - Consulta per la Pace di Palermo

Programma di Educazione alla Pace - TPRF

Visualizzazione post con etichetta statistiche. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta statistiche. Mostra tutti i post

giovedì 27 ottobre 2011

27 ottobre, Palermo: Presentazione del 21° Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes

Caritas Italiana
Fondazione Migrantes
Conferenza Episcopale Siciliana
 
invitano alla presentazione del
Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes

Palermo - giovedì 27 ottobre 2011 - ore 10,30
Centro Stella Maris
Calata Marinai d'Italia (Porto di Palermo)

Rapporto realizzato in collaborazione con organizzazioni internazionali, strutture pubbliche e mondo sociale.

Presentazioni in contemporanea nelle Regioni italiane. Il Dossier verrà distribuito ai partecipanti fino ad esaurimento copie grazie al contributo dell'UNAR. Per i giornalisti sarà predisposta apposita documentazione.



domenica 26 giugno 2011

Comune di Palermo: Statistiche sugli immigrati. Popolazione minorile

Comune di Palermo
SETTORE SERVIZI SOCIOASSISTENZIALI
U.O. Affari Generali
“CENTRO STUDI E DOCUMENTAZIONE SULLE MIGRAZIONI”
centrostudi.migrazioni@comune.palermo.it
(newsletter realizzata grazie al progetto “Osservatorio giuridico-legislativo sulle migrazioni”)

Qual è la consistenza della popolazione minorile (0 – 17 anni) a Palermo?

Quanti fra questi sono stranieri?

La popolazione minorile a Palermo, al 31.12.2010, è di 129.332; gli stranieri sono 4.932 pari quindi al 3,8 per cento del totale dei residenti. Le circoscrizione con più stranieri minorenni sono: la prima circoscrizione (1250) e la quinta circoscrizione (1.034).

Nella prossima newsletter riporteremo quali sono, per fasce di età, le circoscrizioni più popolate da minorenni stranieri e quelle più popolate da palermitani.


mercoledì 11 maggio 2011

Brusco calo delle domande d'asilo

Comune di Palermo SETTORE SERVIZI SOCIOASSISTENZIALI
U.O. Affari Generali
“CENTRO STUDI E DOCUMENTAZIONE SULLE MIGRAZIONI”
centrostudi.migrazioni@comune.palermo.it
(newsletter realizzata grazie al progetto “Osservatorio giuridico-legislativo sulle migrazioni”)


BRUSCO CALO NELLE DOMANDE DI ASILO: MENO 5% RISPETTO ALL’ANNO PRECEDENTE, MA MENO 42% RISPETTO AL 2001.


Continua a diminuire il numero di richiedenti asilo nei 44 paesi industrializzati.***
Su base annuale sono state riscontrate diminuzioni in gran parte delle regioni del mondo, tra cui Europa, Nord America e Asia del nord. Nel vecchio Continente la contrazione si è registrata nei Paesi meridionali, dove la diminuzione si è attestata a meno 33%! Infatti meno persone hanno chiesto protezione a Malta, Italia e Grecia. Invece in altri paesi tale richiesta è aumentata: Germania (+49%), Svezia (+32%),Danimarca (+30%), Turchia +18%), Belgio (+16%), Francia (+13%). Forti diminuzione in Norvegia (-42%) e Finlandia (-32%).


Nel 2010 l’Italia, si è classificata al 14.mo posto per destinazione tra i 44 paesi industrializzati.

PROVENIENZA GEOGRAFICA DEI RICHIEDENTI ASILO.


Al primo posto vi sono i cittadini provenienti dalla Serbia (inclusi quelli provenienti dal Kosovo). 28.900 domande che rappresentano ben il 54% di aumento rispetto al 2009, quando invece il paese si collocava al sesto posto nella classifica dei paesi di origine dei richiedenti asilo. Da sottolineare il fatto che la cifra del 2010 risulta vicina a quella del 2001, quando si era appena usciti dalla crisi del Kosovo.


Al secondo posto troviamo l’Afghanistan con una diminuzione del 9% rispetto al 2009.

Al terzo posto tra i richiedenti asilo del 2010 vi sono i cinesi anche per la contemporanea diminuzione di domande presentate da cittadini di Iraq e Somalia. Per la prima volta dal 2005 l’Iraq non è tra i primi due paesi di origine dei richiedenti asilo. Oggi l’Iraq si trova al quarto posto, seguito dalla Federazione Russa. La Somalia, terza nel 2009 – si trova oggi ad occupare la sesta posizione.


*** I 44 paesi sono, oltre i 27 dell’Unione Europea, Albania, Australia, Bosnia-Erzegovina, Canada, Repubblica di Corea, Croazia, Giappone, Islanda, Liechtenstein, Repubblica ex-Jugoslava di Macedonia, Montenegro, Norvegia, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Svizzera e Turchia.

giovedì 28 ottobre 2010

Dossier statistico Caritas-Migrantes 2010: Immigrati decuplicati in 20 anni, ma restano "esclusi"

Il XX Dossier statistico Caritas Migrantes 2010 - "Per una cultura dell'altro" - vede crescere i nuovi italiani in un ambiente a volte ostile e spesso ignaro del loro peso reale

Immigrati: decuplicati in 20 anni, ma restano "esclusi"

In 20 anni il loro numero è aumentato di 10 volte, rappresentano il 7% della popolazione italiana e contribuiscono alla crescita del Prodotto interno lordo per l'11%. Ma, negli ultimi anni, insieme al numero degli immigrati, sono aumentate le chiusure nei loro confronti. Questo, in sintesi, quanto emerge dal XX Dossier statistico del 2010 sull’Immigrazione Caritas/Migrantes. Nel rapporto, che dal 1990 ogni anno presenta i dati sul fenomeno migratorio, oltre a una radiografia, c’è molto altro ancora: c’è il ritratto di un Paese che cambia e, allo stesso tempo, un’analisi dei benefici e dei costi dell’immigrazione in Italia.

Partiamo dal numero complessivo: i residenti in regola erano 4.235.000 al gennaio 2010, ma se a questa cifra si aggiunge il risultato dell’ultima regolarizzazione, chiusasi a settembre con quasi 300mila domande, e i nuovi nati, si può stimare intorno a 5 milioni il loro numero attuale. Poco più della metà di loro è donna e, in un’Italia che invecchia, sono sempre più indispensabili alle esigenze del nostro Paese. Fondamentali nell’economia domestica di moltissime famiglie, è soprattutto merito loro il risanamento dei conti dell'Inps: oltre 3 milioni di loro lavorano regolarmente qui da noi, il 53% nei servizi, il 35% nell’industria, il 7,3% in agricoltura. Versano contributi previdenziali e fiscali per 11 miliardi di euro annui ma secondo le proiezioni, all’inizio del 2010, sono entrati in età pensionabile solo 15mila di loro, il 2,2% del totale. Rappresentano il 10% degli occupati totali, ma una buona percentuale fa parte del “popolo delle Partite Iva”. Sono circa 400mila gli stranieri titolari di un'impresa: ogni 30 imprenditori attivi in Italia, 1 è immigrato e sempre più spesso sono loro a dar lavoro agli italiani.

Il fenomeno dell’immigrazione è strutturale e porta con se cambiamenti demografici e scambi interculturali. Tra il 1996 e il 2008 ci sono stati circa 250mila matrimoni misti celebrati e, nello stesso lasso di tempo, sono nati in Italia oltre 570mila figli di stranieri. Il dato interessante riguarda la solidità di queste nuove coppie multietniche: ebbene, se tra il 2006 e il 2007 in Italia separazioni e divorzi sono aumentati in media rispettivamente dell'1,2% e del 2,3%, nel caso delle coppie miste si è registrata una diminuzione pari a -15,6% e -0,2%.

La maggior parte dell’incremento degli stranieri residenti è dovuto agli immigrati provenienti dall’Est-Europa, in particolare dai Paesi Ue di nuova adesione, e la collettività romena è la più numerosa con quasi un milione di persone, il doppio dei cinesi presenti sul nostro territorio. Roma, con 270mila persone e Milano, con 200mila, sono i comuni con la maggiore concentrazione di stranieri, anche se questi ultimi scelgono spesso anche piccoli centri, dove la vita e gli alloggi costano meno. Sono ad esempio il 20% dei residenti a Porto Recanati (MC), città che diede i natali al massimo poeta del romanticismo italiano, Giacomo Leopardi, e addirittura il 35% dei 493 abitanti di Airole, piccolo comune in provincia di Imperia. Quanto alle regione, in testa senza rivali la Lombardia, dove vive un quinto degli stranieri residenti in Italia, poco più di un decimo di loro vive nel Lazio, che si piazza dunque al secondo posto, subito seguita da Veneto ed Emilia Romagna.

Calano gli irregolari, anche grazie alla ultima sanatoria, ma per i regolari, si legge sul Dossier, servirebbero “percorsi di integrazione imperniati su diritti e doveri, responsabilità e opportunità”. Resta invece difficoltoso l'accesso ai servizi: alloggi, istruzione, formazione, cure mediche. Basti pensare che solo il 68% degli immigrati regolari è iscritto al Servizio sanitario nazionale, e questo spiega perché in proporzione molti di loro affollano i Pronto soccorso e siano maggiormente interessati dai ricoveri d’urgenza. Senza considerare che mantenere un figlio costa in media 9mila euro l’anno, per gli italiani vecchi come per quelli nuovi. Questi ultimi, però, sono stati spesso esclusi dal bonus bebé.

Ultima ma non l’ultima, l’istruzione. Gli iscritti di cittadinanza straniera nelle scuole italiane erano 673.592 nel 2009/2010, ma negli ultimi anni, rispetto a quanto registrato fino al 2006/2007 si registra un ridimensionamento dei ritmi di crescita, mentre aumentano di buona lena le immatricolazioni universitarie: nell’aa 2008/2009 gli universitari stranieri erano 54.707, pari al 3,1% del totale degli iscritti, con un aumento del 5,6% rispetto all’anno precedente.

di Livia Parisi (28 ottobre 2010)



 


martedì 15 luglio 2008

Il fenomeno demografico dell'immigrazione in Italia: qualche dato

(10/07/08) Sono quasi 3 milioni, circa 129.000 in più rispetto allo scorso anno, gli immigrati con regolare permesso di soggiorno in Italia, in base ai dati forniti dal Primo Rapporto sull’immigrazione del Ministero dell’Interno. Il Rapporto, insieme al Dossier annuale curato da Caritas/Migrantes è uno dei più validi strumenti per controllare il fenomeno demografico dell’immigrazione, con dati e stime che pochi italiani conoscono.

Italia: paese di forte immigrazione? - Secondo il 17° Dossier Immigrazione Caritas/Migrantes, che si basa sui dati riferiti all’anno 2006, l’Italia risulta essere tra i primi 5 paesi di immigrazione europei dopo Germania, Spagna, Francia e Regno Unito, con una crescita di 2,3 milioni di presenze rispetto all’anno precedente. Tale crescita viene registrata con una percentuale che si attesta al 5% anche dal Rapporto sull’immigrazione curato da Marzio Barbagli dell’Università di Bologna per il Ministero dell’Interno. Tuttavia il Rapporto presenta dati diversi dal Dossier per quanto riguarda la quota di stranieri in Italia e la sua posizione rispetto al resto dell’Europa. In base al Rapporto, infatti, l’Italia nel 2007 registra una quota di stranieri inferiore a Germania, Belgio, Danimarca e Norvegia e la presenza straniera è tutto sommato contenuta e di gran lunga inferiore rispetto a quella dei paesi storici di immigrazione. Le differenze tra i due documenti sono forse dovute alla diversa metodologia usata per conteggiare tale fenomeno. Il Rapporto si basa infatti sulla quota di stranieri e di stranieri nati all’estero sul totale dei residenti, indicatori non perfetti, ma validi per dimostrare che l’Italia, nonostante tutto, non è tra i paesi con il più alto tasso di immigrazione. Invece il Dossier si basa sui permessi di soggiorno rilasciati dal Ministero e sulle stime fatte da Caritas/Migrantes.
Differenze tra nord e sud - Tuttavia bisogna considerare anche un altro aspetto, ovvero la profonda differenza tra nord e sud d’Italia. Se è vero infatti che nel 2007 la crescita del numero di stranieri in tutta Italia è del 5%, la quota scende al 1,6% per quanto riguarda il sud, mentre sale al 6,8% per le regioni di centro-nord – una quota uguale più o meno a quella di altri paesi di immigrazione come la Francia, la Svezia, la Danimarca, l’Irlanda e i Paesi Bassi. E nello specifico è la Lombardia la regione con il più alto numero di stranieri - ¼ della popolazione straniera in Italia - seguita da Veneto, Lazio ed Emilia Romagna. Quindi non si tratta di Stato, ma di regioni ad alto tasso di immigrazione.
Gli immigrati in Italia- Sempre in base al rapporto il ciclo migratorio in Italia ha avuto inizio più o meno verso la fine degli anni ’90 e riguardava in quegli anni soprattutto uomini, soli, in cerca di lavoro. Lo squilibrio tra i sessi è andato progressivamente diminuendo anche a causa del crescente aumento di ricongiungimenti familiari e nel 2006/2007 si è assistito ad un’inversione di tendenza con una maggioranza di donne straniere. Altro dato significativo, la percentuale dei minori stranieri residenti in Italia: ¼ sul totale degli stranieri e questo dimostra come l’immigrazione anche nel nostro paese si stia stabilizzando. Come indica anche il Dossier Caritas/Migrantes l’Italia registra un forte numero di immigrati comunitari: con l’ingresso nell’Unione europea del 2007 da parte di Romania e Bulgaria, molte operazioni, dal lavoro al voto, sono risultate più semplici per i nuovi comunitari. Così, in base ai dati Istat riportati dal Rapporto, emerge la forte presenza di romeni (342.000 persone) - mentre secondo Caritas/migrantes la quota raggiungerebbe addirittura le 600.000 presenze. Ma il primato spetta ad albanesi (375.000), e marocchini (342.000), seguiti, dopo i romeni, da cinesi, ucraini (che negli ultimi 4 anni sono aumentati notevolmente, anzi; aumentate, vista la notevole percentuale di donne) - e filippini (comunità quest’ultima radicata da più anni, considerando che la maggioranza di loro in Italia ha più di 45 anni). Ovviamente la concentrazione di diverse nazionalità differisce da regione a regione: se polacchi e filippini vivono soprattutto nel centro Italia, gli abitanti della ex-Yugoslavia al nord ovest – soprattutto per ragioni di vicinanza, gli ecuadoriani risedono al nord; mentre tunisini ed ucraini sembrano le popolazioni meglio distribuite sul territorio italiano, registrando una forte presenza anche al sud e nelle isole. Che colma almeno in parte il grande disequilibrio tra nord e sud Italia.

Fonte: Primo Rapporto sugli immigrati in ItaliaGuida per l´informazione sociale (2008)

(Francesca Mezzadri)