Programma Educazione alla Pace presentato da Tindara Ignazzitto - Consulta per la Pace di Palermo

Programma di Educazione alla Pace - TPRF

martedì 15 luglio 2008

Il fenomeno demografico dell'immigrazione in Italia: qualche dato

(10/07/08) Sono quasi 3 milioni, circa 129.000 in più rispetto allo scorso anno, gli immigrati con regolare permesso di soggiorno in Italia, in base ai dati forniti dal Primo Rapporto sull’immigrazione del Ministero dell’Interno. Il Rapporto, insieme al Dossier annuale curato da Caritas/Migrantes è uno dei più validi strumenti per controllare il fenomeno demografico dell’immigrazione, con dati e stime che pochi italiani conoscono.

Italia: paese di forte immigrazione? - Secondo il 17° Dossier Immigrazione Caritas/Migrantes, che si basa sui dati riferiti all’anno 2006, l’Italia risulta essere tra i primi 5 paesi di immigrazione europei dopo Germania, Spagna, Francia e Regno Unito, con una crescita di 2,3 milioni di presenze rispetto all’anno precedente. Tale crescita viene registrata con una percentuale che si attesta al 5% anche dal Rapporto sull’immigrazione curato da Marzio Barbagli dell’Università di Bologna per il Ministero dell’Interno. Tuttavia il Rapporto presenta dati diversi dal Dossier per quanto riguarda la quota di stranieri in Italia e la sua posizione rispetto al resto dell’Europa. In base al Rapporto, infatti, l’Italia nel 2007 registra una quota di stranieri inferiore a Germania, Belgio, Danimarca e Norvegia e la presenza straniera è tutto sommato contenuta e di gran lunga inferiore rispetto a quella dei paesi storici di immigrazione. Le differenze tra i due documenti sono forse dovute alla diversa metodologia usata per conteggiare tale fenomeno. Il Rapporto si basa infatti sulla quota di stranieri e di stranieri nati all’estero sul totale dei residenti, indicatori non perfetti, ma validi per dimostrare che l’Italia, nonostante tutto, non è tra i paesi con il più alto tasso di immigrazione. Invece il Dossier si basa sui permessi di soggiorno rilasciati dal Ministero e sulle stime fatte da Caritas/Migrantes.
Differenze tra nord e sud - Tuttavia bisogna considerare anche un altro aspetto, ovvero la profonda differenza tra nord e sud d’Italia. Se è vero infatti che nel 2007 la crescita del numero di stranieri in tutta Italia è del 5%, la quota scende al 1,6% per quanto riguarda il sud, mentre sale al 6,8% per le regioni di centro-nord – una quota uguale più o meno a quella di altri paesi di immigrazione come la Francia, la Svezia, la Danimarca, l’Irlanda e i Paesi Bassi. E nello specifico è la Lombardia la regione con il più alto numero di stranieri - ¼ della popolazione straniera in Italia - seguita da Veneto, Lazio ed Emilia Romagna. Quindi non si tratta di Stato, ma di regioni ad alto tasso di immigrazione.
Gli immigrati in Italia- Sempre in base al rapporto il ciclo migratorio in Italia ha avuto inizio più o meno verso la fine degli anni ’90 e riguardava in quegli anni soprattutto uomini, soli, in cerca di lavoro. Lo squilibrio tra i sessi è andato progressivamente diminuendo anche a causa del crescente aumento di ricongiungimenti familiari e nel 2006/2007 si è assistito ad un’inversione di tendenza con una maggioranza di donne straniere. Altro dato significativo, la percentuale dei minori stranieri residenti in Italia: ¼ sul totale degli stranieri e questo dimostra come l’immigrazione anche nel nostro paese si stia stabilizzando. Come indica anche il Dossier Caritas/Migrantes l’Italia registra un forte numero di immigrati comunitari: con l’ingresso nell’Unione europea del 2007 da parte di Romania e Bulgaria, molte operazioni, dal lavoro al voto, sono risultate più semplici per i nuovi comunitari. Così, in base ai dati Istat riportati dal Rapporto, emerge la forte presenza di romeni (342.000 persone) - mentre secondo Caritas/migrantes la quota raggiungerebbe addirittura le 600.000 presenze. Ma il primato spetta ad albanesi (375.000), e marocchini (342.000), seguiti, dopo i romeni, da cinesi, ucraini (che negli ultimi 4 anni sono aumentati notevolmente, anzi; aumentate, vista la notevole percentuale di donne) - e filippini (comunità quest’ultima radicata da più anni, considerando che la maggioranza di loro in Italia ha più di 45 anni). Ovviamente la concentrazione di diverse nazionalità differisce da regione a regione: se polacchi e filippini vivono soprattutto nel centro Italia, gli abitanti della ex-Yugoslavia al nord ovest – soprattutto per ragioni di vicinanza, gli ecuadoriani risedono al nord; mentre tunisini ed ucraini sembrano le popolazioni meglio distribuite sul territorio italiano, registrando una forte presenza anche al sud e nelle isole. Che colma almeno in parte il grande disequilibrio tra nord e sud Italia.

Fonte: Primo Rapporto sugli immigrati in ItaliaGuida per l´informazione sociale (2008)

(Francesca Mezzadri)