Tutto da rifare. Una ordinanza del Consiglio di Stato fa saltare il lavoro fatto finora dal ministero dell'Interno e del Welfare con la sanatoria per colf e badanti del 2009. Al centro della questione la circolare Manganelli diffusa a marzo 2010 che stabiliva che non avrebbero potuto ottenere la regolarizzazione coloro che avevano ricevuto il decreto di espulsione. In pratica poteva partecipare alla sanatoria l'irregolare che non era stato fermato per un controllo da parte delle forze dell'ordine. Una lotteria. Se la fortuna era dalla parte dell'immigrato senza permesso di soggiorno, si poteva partecipare alla sanatoria, altrimenti no. Tra l'altro la circolare del capo della polizia è arrivata a marzo, 6 mesi dopo la scadenza per la sanatoria, fissata per settembre 2009. Avendolo saputo prima, molte persone non avrebbero denunciato le loro generalità e non avrebbero versato soldi. Perché occorre ricordare che per poter partecipare alla sanatoria occorreva sborsare 500 euro a testa. Ora lo stesso ministro dell'Interno Maroni, la settimana scorsa, rispondendo ad un'interpellanza parlamentare, ha detto che almeno 30.000 domande di sanatoria sono state respinte per questo tipo di problema. In totale un milione e mezzo di euro nelle casse dell'Inps.
A questo punto, l'intervento del Consiglio di Stato che ha accolto l'appello cautelare contro un'ordinanza negativa del TAR Emilia Romagna che proibiva l'emersione del lavoro domestico irregolare ai sensi della Legge 102/2009 (cd. sanatoria per colf e badanti) perché il lavoratore straniero aveva una precedente condanna per clandestinità. La decisione del Consiglio di Stato obbliga i Tribunali Amministrativi Regionali ad accogliere tutte le sospensive e a ridare speranza ai lavoratori stranieri vittime della sanatoria-truffa e alle famiglie dove essi lavorano.
Insomma il Consiglio di Stato in seduta plenaria (quindi vincolante per la giurisprudenza) ha accolto quello che veniva detto in molti ambienti giuridici. Negli articoli 380 e 381 del codice di procedura penale (che prevedono l'arresto in flagranza ndr) il reato previsto dalla Bossi-Fini non è espressamente indicato. Trattandosi di una sanatoria l’inottemperanza non è inclusa tra i reati che non consentono la regolarizzazione.
Nonostante, dunque, la sanatoria contenga in sé il concetto di portare alla luce situazioni irregolari, a persone che hanno scelto un percorso di legalità vengono negati i documenti, perché considerati “troppo irregolari”. Altra ingiustizia, l’assoluta casualità dei controlli: solo chi è più sfortunato, viene fermato per strada e quindi escluso dalla regolarizzazione.
“Come hanno già spiegato illustri giuristi – spiega Gianfranco Schiavone del direttivo dell’Asgi – è abbastanza evidente che questa interpretazione successiva alla sanatoria è errata. Non si può paragonare l’inottemperanza a reati come il furto, la violenza sessuale o la riduzione in schiavitù. Si aggiunge poi una componente discriminante: un ragazzo di colore o asiatico viene senza dubbio fermato di più di una donna bianca”.
di Francesco Bianco (26 febbraio 2011)
Fonte: MixaMag