DEL quartiere Ballarò conosce tutti i vicoli. Anche quelli più bui e isolati che la gente evita, soprattutto la sera. Lui, invece, li attraversa con passo sicuro. Sono i vicoli che lo hanno accolto due anni fa quando è arrivato a Palermo e che adesso vuole fare conoscere agli studenti di questa città, che magari li ignorano. E che di Ballarò conoscono soltanto le bancarelle di frutta e verdura.
Jack Mel, 35 anni, originario della Costa d' Avorio, in questi giorni ha cominciato a rodare con gli studenti di alcune scuole palermitane un tour alternativo della città: «Attraverso i miei occhi». E il 9 marzo, alle 15, ha già un altro appuntamento alla stazione centrale con le classi dell' istituto sociopsico-pedagogico "Danilo Dolci". «Partiamo dalla stazione centrale - racconta Mel - perché per noi immigrati è un punto di riferimento importante. Un punto dove spesso ci ritroviamo. Un simbolo di viaggio. Ma anche un luogo dove molti di noi sono costretti ad accamparsi per la notte.»
Il progetto pilota che inizialmente coinvolgerà una decina di ragazzi e ragazze stranieri rientra nelle attività dell' associazione "Moltivolti capovolti" che sperimenta in questo modo un concetto diverso di integrazione. «Quando si parla d' integrazione - dice Johnny Zinna, presidente dell' associazione - si fa spesso riferimento a una dinamica che riguarda solamente lo straniero. È lui che deve integrarsi con le persone e con i luoghi. Poche volte, invece, si coglie la reciprocità di questo processo. Vogliamo far conoscere luoghi e atmosfere».
Dalla stazione centrale, Mel, si muoverà lungo via Maqueda, fino alla sede del Comune. Poi si inoltrerà verso il mercato di Ballarò, sostando davanti a centri di accoglienza come l' Astalli di piazza Santissimi Quaranta Martiri e Santa Chiara, nella piazza omonima all' Albergheria.
«Sono arrivato a Palermo per scelta - racconta ancora il ragazzo ivoriano - volevo una vita nuova, conoscere posti nuovi. Sono arrivato con un visto turistico di dieci giornie dopo ho vissuto da clandestino. Adesso, però, sono a posto, sono rientrato nella sanatoria come badante. Ma al momento non lavoro. Sarò felice di rispondere alle domande dei ragazzi. Di raccontare a loro la mia Palermo».
Mel vive in una casa in affitto con altri connazionali nella zona del Foro Italico. Ma è nel centro storico della città che ha trovato i locali in cui fare due chiacchiere con gli amici, le associazioni che gli hanno dato la possibilità di imparare la lingua italiana e un pasto sicuro, quando non aveva un soldo in tasca. «In questa città - dice Mel - ho costruito la mia vita. Sento mie molte strade, molti luoghi e ho voglia di condividere questa mia esperienza con gli altri». In un'ottica di sostenibilità, il progetto ha anche lo scopo di creare le condizioni affinché gli immigrati selezionati che avranno completato l'iter formativo, siano in grado, anche dopo il termine del progetto, di continuare l'attività in forma imprenditoriale del tutto autonoma e personale.
Le scuole interessate ad aderire ai tour di "Attraverso i miei occhi" possono inviare un' e-mail a presidenza@moltivolticapovolti.it o chiamare il 3272377487
Fonte: Repubblica Palermo