resce la tensione in Sicilia per la gestione dei migranti. Sit-in sulla Catania-Gela nei pressi del villaggio della Solidarietà. Nell'isola del Trapanese i maghrebini ingoiano pezzi di vetro.
Circa cento migranti ospiti del Villaggio della solidarietà di Mineo hanno occupato le due carreggiate della strada statale Catania-Gela per protestare contro presunti ritardi nell'insediamento delle commissioni che dovranno stabilire lo status di rifugiato politico dei richiedenti asilo.
Il traffico è stato bloccato nelle due direzioni di marcia e si sono formate lunghe code di veicoli. Sul posto polizia e carabinieri. Il Villaggio della solidarietà di Mineo ospita circa 2.000 migranti, la maggior parte dei quali sono dei richiedenti asilo e diversi di questi ultimi contestano la lentezza con cui procede l'iter burocratico per la concessione dello status di rifugiato politico. Alcuni maghrebini sostengono che aspettano da mesi. Il soggetto attuatore è la Protezione civile regionale siciliana.
"Il fatto che sia arrivato un decreto di riconoscimento Cara, non significa che il ministero dell'Interno abbia attivato tutte le procedure in ordine alla gestione del Centro. In questo mese questo centro dovrebbe passare sotto l'egida della protezione civile nazionale, ma ciò non è ancora avvenuto". Lo ha detto il sindaco di Caltagirone Pippo Pignataro, a proposito della protesta dei migranti ospitati a Mineo. "La protezione civile nazionale - ha aggiunto Pignataro - dovrebbe decidere se gestire direttamente o avviare una procedura di gara per affidarlo a soggetti terzi che realizzino tutte quelle attività che sono previste nei protocolli per un Cara.
Parliamo di formazione, attività di animazione, collegamenti viari, ovvero, tutta una serie di servizi che in qualche modo rendano sostenibile la vita all'interno del villaggio". Pignataro ha espresso "massima solidarietà ai migranti che non solo non intravedono una stabilità della loro posizione a causa dei ritardi e delle lungaggini burocratiche, ma devono anche fare i conti con l'assoluta insensibilità di coloro che ne hanno la responsabilità in ordine a servizi che erano stati promessi e ad attività che non si sono mai svolte".
Principio di rivolta, con lanci di bottiglie e atti di autolesionismo, ieri sera all'ex caserma "Barone" di Pantelleria dove sono ospitati, in padiglioni diversi, circa sessanta migranti tunisini, tra cui una donna e una decina di minorenni. Sei adulti, poi trasferiti all'ospedale "Bernardo Nagar", hanno dato vita a gesti di autolesionismo e si sono feriti al torace e alle braccia con i cocci di bottiglia. Gli immigrati arrivati sull'isola tra il 27 e il 28 maggio scorsi, chiedono di essere trasferiti a Trapani. La protesta è stata subito sedata dai carabinieri e dai finanzieri attualmente in servizio di vigilanza sul posto. Cinque tunisini sabato erano stati arrestati dalla guardia di finanza perché a loro carico è risultato un decreto di espulsione dal territorio italiano non ottemperato.
E l'emergenza sbarchi non si ferma. Quattordici tunisini, fra i quali una donna, sono stati sorpresi all'alba, in via Re Umberto, sull'isola di Linosa. Gli immigrati si aggiravano per il centro urbano quando sono stati bloccati dai carabinieri. Per il gruppo previsto l'imbarco sul traghetto di linea per raggiungere Porto Empedocle.
(06 giugno 2011) © Riproduzione riservata