- Comunicato Stampa di Medici Senza Frontiere -
Immigrazione: Medici Senza Frontiere chiede la chiusura dei centri di accoglienza per migranti a Kinisia e Palazzo San Gervasio
Roma, 17 giugno 2011 –
Medici Senza Frontiere (MSF) disapprova la decisione del governo
italiano di prolungare a 18 mesi la durata massima della permanenza nei
CIE dei migranti irregolari. MSF è preoccupata delle conseguenze di tale
misura sulla salute fisica e mentale dei migranti e chiede la chiusura
dei due centri dove ha riscontrato condizioni di detenzione
intollerabili.
Il Consiglio dei Ministri italiano ha approvato, in data 16 giugno, un decreto legge che prevede, tra le altre misure, il prolungamento della durata massima di permanenza dei migranti irregolari nei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE) fino a 18 mesi.
Nel corso delle scorse settimane, le équipe di MSF hanno avuto modo di visitare alcuni centri di accoglienza in Sicilia. “Nei centri di Kinisia e Palazzo San Gervasio, le condizioni di vita sono inaccettabili”, spiega Rolando Magnano, capo missione in Italia. “Le persone dormono dentro delle tende e i servizi medici sono largamente insufficienti. A Kinisia manca l’elettricità, le condizioni igieniche sono pessime e l’accesso all’acqua saltuario”.
Nei centri dove i servizi di base sono accessibili, il solo fatto di essere in stato di fermo prolungato per essere entrati irregolarmente nel territorio italiano, ha forti ripercussioni sulla salute mentale delle persone. “Sono passate attraverso esperienze molto difficili e vivono attualmente nell’incertezza più totale sul loro avvenire, a causa di procedure di identificazione troppo lunghe e lente”, dichiara Freya Raddi, coordinatrice delle operazioni. “Per queste ragioni è assolutamente irresponsabile prolungare la durata massima di permanenza a 18 mesi”.
In due precedenti rapporti pubblicati nel 2004 e nel 2010, MSF aveva già denunciato le conseguenze disastrose sulla salute fisica e mentale delle condizioni di detenzione nei CIE in Italia e aveva chiesto la chiusura degli stessi.
“Ancora una volta, constatiamo che le conseguenze sulle persone della politica migratoria italiana non vengono considerate”, prosegue Freya Raddi. “Invece di concentrare i propri sforzi ad inasprire le misure di detenzione, espulsione e controllo alle frontiere, le autorità italiane dovrebbero avere come priorità le condizioni di accoglienza dei migranti”.
Il Consiglio dei Ministri italiano ha approvato, in data 16 giugno, un decreto legge che prevede, tra le altre misure, il prolungamento della durata massima di permanenza dei migranti irregolari nei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE) fino a 18 mesi.
Nel corso delle scorse settimane, le équipe di MSF hanno avuto modo di visitare alcuni centri di accoglienza in Sicilia. “Nei centri di Kinisia e Palazzo San Gervasio, le condizioni di vita sono inaccettabili”, spiega Rolando Magnano, capo missione in Italia. “Le persone dormono dentro delle tende e i servizi medici sono largamente insufficienti. A Kinisia manca l’elettricità, le condizioni igieniche sono pessime e l’accesso all’acqua saltuario”.
Nei centri dove i servizi di base sono accessibili, il solo fatto di essere in stato di fermo prolungato per essere entrati irregolarmente nel territorio italiano, ha forti ripercussioni sulla salute mentale delle persone. “Sono passate attraverso esperienze molto difficili e vivono attualmente nell’incertezza più totale sul loro avvenire, a causa di procedure di identificazione troppo lunghe e lente”, dichiara Freya Raddi, coordinatrice delle operazioni. “Per queste ragioni è assolutamente irresponsabile prolungare la durata massima di permanenza a 18 mesi”.
In due precedenti rapporti pubblicati nel 2004 e nel 2010, MSF aveva già denunciato le conseguenze disastrose sulla salute fisica e mentale delle condizioni di detenzione nei CIE in Italia e aveva chiesto la chiusura degli stessi.
“Ancora una volta, constatiamo che le conseguenze sulle persone della politica migratoria italiana non vengono considerate”, prosegue Freya Raddi. “Invece di concentrare i propri sforzi ad inasprire le misure di detenzione, espulsione e controllo alle frontiere, le autorità italiane dovrebbero avere come priorità le condizioni di accoglienza dei migranti”.