Emergenza sull'isola per i tunisini che danno vita ad atti di autolesionismo per evitare il rimpatrio. Numerosi i ricoveri negli ospedali di Agrigento e Palermo.
E' diventata un'emergenza vera e propria la protesta attuata da molti immigrati tunisini ospiti del centro di accoglienza di Lampedusa. Dopo i dieci migranti trasferiti fino a ieri pomeriggio tra gli ospedali di Agrigento e Palermo per avere ingoiato lamette e pezzi di vetro per protestare contro il rimpatrio, anche nella tarda serata di ieri altri maghrebini hanno compiuto gli stessi atti di autolesionismo.
Altri dieci tunisini hanno ingoiato lamette e si sono procurati ferite. Alcuni di loro sono già stati dimessi dal poliambulatorio, mentre gli altri sono ancora ricoverati in osservazione e verranno certamente trasferiti oggi in elisoccorso fino all'ospedale "Cervello" di Palermo dove dovrebbero essere sottoposti ad intervento chirurgico.
I migranti tentano così l'ultima carta per evitare il rimpatrio ma rischiano la vita, come conferma anche il direttore del poliambulatorio, Pietro Bartolo. Finora i casi sono stati una trentina. "Sono sempre di più i migranti che arrivano al pronto soccorso con le lamette in gola. Alcuni, sapendo di rischiare la morte immediata, mettono dello scotch intorno alle lame che però rischia spesso di rompersi mettendo in pericolo la vita di queste persone".
(03 giugno 2011) © Riproduzione riservata