Programma Educazione alla Pace presentato da Tindara Ignazzitto - Consulta per la Pace di Palermo

Programma di Educazione alla Pace - TPRF

sabato 19 giugno 2010

20 giugno, Palermo-Venezia-Ancona-Bari: Indietro non si torna. Evento congiunto contro i respingimenti, per il diritto d'asilo in Italia, Grecia ed Europa


20 Giugno 2010

Giornata Internazionale del Rifugiato


Giornata di lotta in difesa del diritto d’asilo e contro tutti i respingimenti.
Manifestazioni congiunte nei porti dell’Adriatico
e in quelli di Igoumenitsa e Patrasso in Grecia.

A Palermo manifestazione di sostegno per la campagna di mobilitazione
Laboratorio Zeta, via Boito, 7 - Domenica 20 giugno ore 19.00




Da tutta Italia, raggiungiamo Venezia, Ancona o Bari, i luoghi da cui migliaia di persone vengono respinte indietro senza neanche chiedere loro il nome, l’età, il paese di provenienza, il motivo della loro partenza.

Da maggio del 2009, con i respingimenti dei migranti verso la Libia, ha avuto inizio una delle pratiche più violente e lesive della dignità umana che le istituzioni italiane abbiano mai messo in atto. Migliaia di persone tra cui donne in stato di gravidanza e bambini, sono state ricacciate verso le prigioni libiche, gli stupri e le deportazioni nel deserto. Si tratta per la maggior parte, come dimostrano le statistiche delle Nazioni Unite, di persone in fuga da guerra, persecuzione e violenza generalizzata. Profughi che avrebbero il diritto, secondo le convenzioni internazionali, le leggi comunitarie, la Costituzione Italiana, di raggiungere un luogo dove chiedere e ottenere asilo.

Era inevitabile che nella dichiarata "guerra all’immigrazione clandestina" il diritto d’asilo venisse travolto, ostacolato, strumentalizzato, banalizzato, svuotato e calpestato. È stato soprattutto attraverso la spettacolarizzazione della frontiera di Lampedusa, sfruttando un’ansia da “invasione” provocata e poi “curata” con la brutalità dei respingimenti nel Mediterraneo, che si sono legittimate le ulteriori restrizioni dei diritti dei migranti e il recente pacchetto sicurezza con l’introduzione del “reato di immigrazione clandestina”.

Mentre le nuove leggi non hanno fatto altro che alimentare l’irregolarità forzata dei migranti in Italia, la loro precarietà e il loro sfruttamento sul mercato del lavoro, è stato materialmente impedito l’accesso al territorio alle persone più fragili e più difficilmente "clandestinizzabili": i potenziali rifugiati. Nonostante i respingimenti siano stati condannati del Consiglio d’Europa e alcuni funzionari del Ministero dell’Interno siano stati rinviati a giudizio, tutto questo continua ad avvenire.

La vera frontiera a Sud dell’Italia è diventata la costa libica, un luogo irraggiungibile e sottratto a qualsiasi tipo di controllo democratico.

Esiste un’altra frontiera italiana, però, molto più vicina e meno spettacolarizzata, dove “respingimenti” altrettanto illegali e violenti vengono attuati ogni giorno nel silenzio: dai porti di Venezia, Ancona, Bari e Brindisi, la polizia di frontiera respinge ogni anno migliaia di profughi afghani, curdi, somali, eritrei, sudanesi, palestinesi, che cercano, nascondendosi dentro o sotto i TIR in partenza dai porti di Igoumenitsa e di Patrasso, di fuggire dalla Grecia, paese dove l’asilo non esiste (0,03% delle richieste accolte) e che riserva ai migranti un trattamento paragonabile a quello libico.

L’Italia ne ha respinti 3.148 nel solo 2009. Tra di loro moltissimi minorenni e bambini ora rinchiusi nelle carceri greche o rimandati in Turchia e da lì, molto spesso, nei loro paesi d’origine in mezzo alla guerra. Tutto questo accade nelle nostre città, ogni giorno, anche in questo momento, dentro i nostri porti ormai militarizzati, sulle navi di linea che prendiamo per andare in vacanza.

In Grecia, nonostante la situazione drammatica in cui versa il paese, associazioni e movimenti continuano a sostenere la battaglia dei rifugiati e ci invitano a condividerla.

Indietro non si torna per chi sta cercando di arrivare, ma anche per chi è già qui e può perdere il diritto di restare da un momento all’altro perdendo il lavoro e il permesso di soggiorno.

Indietro non si torna per chi il diritto di restare ce l’ha ancora, ma ogni giorno deve sopportare il razzismo e i veleni di una società alla deriva.

Indietro non si torna anche e soprattutto adesso, che la “Crisi” viene utilizzata come ricatto individuale e collettivo per impedirci di combattere per ciò in cui crediamo, per non farci parlare di diritti e di dignità, di solidarietà e di opposizione alla guerra.

Indietro non si torna perché - lo dimostra la Grecia, dove la vita delle persone non vale nulla, dove i profughi non vengono accolti, dove i bambini vengono segregati e abbandonati al loro destino - allora tutto il peggio può succedere.

Per questo l’associazione Kinisi di Patrasso e il Solidarity Group di Igoumenitsa stanno ripartendo del diritto di asilo per parlare dei diritti di tutti e il 20 giugno ci chiedono di essere con loro, da una sponda all’altra della “frontiera” per liberarla, per riprendercela, per farla scomparire. Perché abbiamo un’altra idea di Europa e di Mondo.

20 giugno 2010: le città italiane Venezia, Ancona, Bari rispondono all’appello delle associazioni greche e sono pronte ad accogliere grandi manifestazioni plurali e condivise che si stringano intorno ai porti guardando l’altra sponda dove, ad Igoumenitsa e Patrasso, altri faranno sentire la loro voce. Tutti insieme, contro tutti i respingimenti, per il diritto d’asilo in Italia, in Grecia, in Europa.

Scarica e diffondi il video
"Indietro non si torna"


sui respingimenti tra la Grecia e l’Italia

20 giugno – Laboratorio Zeta, via Boito, 7 – ore 19

Testimonianze di rifugiati/e

Segue grigliata a contributo libero

FORUM ANTIRAZZISTA PALERMO


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