DIRITTI UMANI: ONU, NO ITALIA A TORTURA IN CODICE PENALE
10 giugno 2010 - L'Italia – riferisce un’agenzia ANSA da Ginevra di ieri - non ha accettato di introdurre una definizione esplicita di ''tortura'' nel Codice penale cosi' come raccomandato dal Consiglio diritti umani dell'Onu che a febbraio ha esaminato la situazione italiana formulando una serie di raccomandazioni (Roma ne ha accettate 80 respingendone 12). Lo ha riferito l'ambasciatore d'Italia presso le Nazioni Unite Laura Mirachian presentando stamani a Ginevra le risposte dell'Italia al Consiglio Onu. (ANSA).
L'Italia si e' invece detta determinata a ratificare il protocollo facoltativo relativo alla Convenzione contro la tortura ''quando si sara' dotata di un meccanismo nazionale di prevenzione indipendente''.
''Manca un testo unico ma in vari capitoli dei nostri codici per la tortura sono gia' previste pesanti sanzioni''. Cosi' l'ambasciatore italiano presso le organizzazioni internazionali a Ginevra, Laura Mirachian, ha motivato all'ANSA il 'no' dell'Italia all'introduzione di una definizione esplicita di 'tortura' nel codice penale come raccomandato nel febbraio scorso dal Consiglio dell'Onu per i diritti umani. L'ambasciatrice, precisando che il dibattito all'interno del Consiglio di Ginevra si e' concentrato ''sulle problematiche dell'immigrazione e non sulla tortura'', ha spiegato, inoltre, che l'Italia ''ha gia' sottoscritto il protocollo facoltativo relativo alla Convezione contro la tortura e lo ratifichera' '', inserendo anche ''un meccanismo di vigilanza per la tortura all'interno della prevista Autorita' nazionale per il rispetto dei diritti umani''. La revisione del cosiddetto pacchetto di sicurezza sull'immigrazione e' stata invece respinta - ha spiegato la diplomatica - in quanto l'Italia ha una sua politica ''basata sulla divisione tra immigrati regolari e irregolari, sul dialogo con i Paesi d'origine e di transito''. Per questo, ha concluso la Mirachian, l'Italia ''non puo' aderire alla Convenzione internazionale sui migranti, che non distingue gli irregolari da una immigrazione sana che invece va incoraggiata''. (ANSA).
Critiche sulla decisioni dal Comitato per la Prevenzione e la Tortura del Consiglio d’Europa, da Amnesty International.
Fonte: CIR Consiglio Italiano per i Rifugiati Onlus