METROPOLI
Gli immigrati e quell'esame di italiano
Test più rigidi per avere la cittadinanza. La Cgil: colpa del pacchetto sicurezza. La storia di un camionista marocchino, che risiede a Imola dall'82, bocciato dalla Prefettura per problemi con la nostra lingua
di SARA SCHEGGIA
"Non conosci l'italiano, non possiamo darti la cittadinanza". Ha risposto così la Prefettura di Bologna alla richiesta di un marocchino di 60 anni, in Italia da 30, di diventare cittadino. Il colloquio con la polizia di Imola, dove risiede dal 1982, non è andato a buon fine e ora Assan (il nome è di fantasia), che quella domanda l'aveva presentata ben 5 anni fa, sta provando la strada del ricorso. "Il giro di vite del decreto sicurezza comincia a farsi sentire - dicono al centro Stranieri della Cgil, pronto a ripartire con i corsi di lingua estivi - la responsabilità per la formazione, però, non può ricadere solo sul volontariato".
"Ho fatto per 14 anni il camionista all'Interporto. La mia famiglia è tutta qui, in Marocco non ho più nessuno. Cittadinanza o no, io vivrò qui per sempre". L'italiano di Assan non è perfetto e, ogni tanto, qualche parola della sua conversazione si perde. La sua storia, però, è chiarissima. "Sono andato al colloquio, tre anni fa - racconta - mi hanno solo chiesto di prendere carta e penna e scrivere perché volevo la cittadinanza. Io ho risposto che ho sempre lavorato senza avere tempo di imparare bene, e che non ho fatto la scuola qui". I suoi diritti di cittadino si sono dunque arenati sull'alfabeto italiano, e a poco è servita la casa di proprietà o la piccola società edile che ha messo su col figlio. Ora ha deciso di fare ricorso al Tar, ma sa che non sarà facile.
Assan non è l'unico a Bologna ad essersi visto rifiutare la cittadinanza per via della lingua. "Stiamo ricevendo le prime segnalazioni - spiega Roberto Morgantini, del Centro Lavoratori Stranieri della Cgil - è l'effetto del pacchetto sicurezza dello scorso luglio, che prevede un test di lingua. A quanto pare cominciano già ad applicarlo". L'esame, inoltre, è complicato, tanto che certe domande, forse, metterebbero in crisi anche gli italiani. Il consiglio, allora, è di mettersi sui libri, magari frequentando uno dei corsi gratuiti che tante associazioni organizzano in città, a partire dalla Cgil (in via Marconi 69) o l'Xm 24 (via Fioravanti). "Noi continueremo per tutta l'estate - conclude Morgantini - lo Stato chiede agli stranieri di conoscere il nostro paese, ma taglia i fondi per la formazione: è una contraddizione a cui per ora sta riparando solo il volontariato".
Fonte: La Repubblica Bologna.it
Gli immigrati e quell'esame di italiano
Test più rigidi per avere la cittadinanza. La Cgil: colpa del pacchetto sicurezza. La storia di un camionista marocchino, che risiede a Imola dall'82, bocciato dalla Prefettura per problemi con la nostra lingua
di SARA SCHEGGIA
"Non conosci l'italiano, non possiamo darti la cittadinanza". Ha risposto così la Prefettura di Bologna alla richiesta di un marocchino di 60 anni, in Italia da 30, di diventare cittadino. Il colloquio con la polizia di Imola, dove risiede dal 1982, non è andato a buon fine e ora Assan (il nome è di fantasia), che quella domanda l'aveva presentata ben 5 anni fa, sta provando la strada del ricorso. "Il giro di vite del decreto sicurezza comincia a farsi sentire - dicono al centro Stranieri della Cgil, pronto a ripartire con i corsi di lingua estivi - la responsabilità per la formazione, però, non può ricadere solo sul volontariato".
"Ho fatto per 14 anni il camionista all'Interporto. La mia famiglia è tutta qui, in Marocco non ho più nessuno. Cittadinanza o no, io vivrò qui per sempre". L'italiano di Assan non è perfetto e, ogni tanto, qualche parola della sua conversazione si perde. La sua storia, però, è chiarissima. "Sono andato al colloquio, tre anni fa - racconta - mi hanno solo chiesto di prendere carta e penna e scrivere perché volevo la cittadinanza. Io ho risposto che ho sempre lavorato senza avere tempo di imparare bene, e che non ho fatto la scuola qui". I suoi diritti di cittadino si sono dunque arenati sull'alfabeto italiano, e a poco è servita la casa di proprietà o la piccola società edile che ha messo su col figlio. Ora ha deciso di fare ricorso al Tar, ma sa che non sarà facile.
Assan non è l'unico a Bologna ad essersi visto rifiutare la cittadinanza per via della lingua. "Stiamo ricevendo le prime segnalazioni - spiega Roberto Morgantini, del Centro Lavoratori Stranieri della Cgil - è l'effetto del pacchetto sicurezza dello scorso luglio, che prevede un test di lingua. A quanto pare cominciano già ad applicarlo". L'esame, inoltre, è complicato, tanto che certe domande, forse, metterebbero in crisi anche gli italiani. Il consiglio, allora, è di mettersi sui libri, magari frequentando uno dei corsi gratuiti che tante associazioni organizzano in città, a partire dalla Cgil (in via Marconi 69) o l'Xm 24 (via Fioravanti). "Noi continueremo per tutta l'estate - conclude Morgantini - lo Stato chiede agli stranieri di conoscere il nostro paese, ma taglia i fondi per la formazione: è una contraddizione a cui per ora sta riparando solo il volontariato".
Fonte: La Repubblica Bologna.it