E' un progetto dell'American Society for Muslim Advancement che prevede di costruire in una delle aree distrutte dall'attentato dell'11 Settembre un centro culturale islamico. Attorno al progetto si sviluppa il dibattito fra favorevoli e contrari.
Una moschea da 100 milioni di dollari nelle vicinanze di Ground Zero a Manhattan, questo il progetto che sta suscitando polemiche, e in particolare ha ferito e dato luogo all’ira dei parenti delle vittime dell’ 11 Settembre 2001. L’ attentato venne messo in atto dai terroristi islamici, e ora la popolazione americana non riesce a dare motivazioni valide alla scelta di dar vita ad una moschea, luogo di culto per i musulmani, proprio in quel luogo, che ancora oggi freme per il dolore.
Il progetto, che sorgerebbe a soli 200 metri da Ground Zero, sarà parte di una iniziativa denominata “Progetto Cordoba”, suo unico intento e senza alcuna provocazione sarà quello di avvicinare il mondo musulmano alla cultura occidentale.
Il progetto dell’ “American Society for Muslim Advancement” (Società Americana per la promozione della religione musulmana) prevede la ristrutturazione dell’ edificio che ospitava i Grandi Magazzini “Burlington Coat” distrutti dall’ attentato dell’ 11 Settembre 2001. Nell’ edificio di 13 piani, oltre che una delle moschee più grandi dell’ Occidente, prenderanno luogo anche una piscina, un teatro e un centro sportivo.
Il consigliere di zona Paul Sipos ha affermato di non essere contrario alla costruzione di una moschea a New York, ma ritiene giusto farla edificare in un luogo lontano da Ground Zero. “Se i giapponesi decidessero di costruire un centro culturale a Pearl Harbour, tutti considererebbero questa scelta poco accorta - dichiara il consigliere al New York Post - Se i tedeschi aprissero una società corale dedicata a Bach vicino ad Auschwitz, anche se sono passati tanti anni, sarebbe giudicata un'iniziativa mostruosa. Non ho nulla contro l'Islam, ma mi chiedo: Perché proprio qui?”. Allo stesso modo pensa il cinquantanovenne Scott Rachelson, che dalla tragica data aiuta i familiari delle vittime dell’ 11 settembre: “ E' il peggior quartiere dove costruire una moschea”. Daisy Khan, moglie dell'imam Feisal Abdul Rauf e presidente della “American Society for Muslim Advancement” conferma che l’ iniziativa ha come scopo la definitiva riconciliazione tra americani e musulmani: “Per noi sarà più di un simbolo – ha dichiarato la donna ai media americani - Sarà la piattaforma che darà voce alla maggioranza dei musulmani che soffrono per colpa degli estremisti”.
Fonte:
Newsletter realizzata grazie al progetto
“Osservatorio giuridico - legislativo”
Comune di Palermo
Settore Servizi Socioassistenziali
CENTRO STUDI E DOCUMENTAZIONE SULLE MIGRAZIONI
centrostudi.migrazioni@comune.palermo.it
Una moschea da 100 milioni di dollari nelle vicinanze di Ground Zero a Manhattan, questo il progetto che sta suscitando polemiche, e in particolare ha ferito e dato luogo all’ira dei parenti delle vittime dell’ 11 Settembre 2001. L’ attentato venne messo in atto dai terroristi islamici, e ora la popolazione americana non riesce a dare motivazioni valide alla scelta di dar vita ad una moschea, luogo di culto per i musulmani, proprio in quel luogo, che ancora oggi freme per il dolore.
Il progetto, che sorgerebbe a soli 200 metri da Ground Zero, sarà parte di una iniziativa denominata “Progetto Cordoba”, suo unico intento e senza alcuna provocazione sarà quello di avvicinare il mondo musulmano alla cultura occidentale.
Il progetto dell’ “American Society for Muslim Advancement” (Società Americana per la promozione della religione musulmana) prevede la ristrutturazione dell’ edificio che ospitava i Grandi Magazzini “Burlington Coat” distrutti dall’ attentato dell’ 11 Settembre 2001. Nell’ edificio di 13 piani, oltre che una delle moschee più grandi dell’ Occidente, prenderanno luogo anche una piscina, un teatro e un centro sportivo.
Il consigliere di zona Paul Sipos ha affermato di non essere contrario alla costruzione di una moschea a New York, ma ritiene giusto farla edificare in un luogo lontano da Ground Zero. “Se i giapponesi decidessero di costruire un centro culturale a Pearl Harbour, tutti considererebbero questa scelta poco accorta - dichiara il consigliere al New York Post - Se i tedeschi aprissero una società corale dedicata a Bach vicino ad Auschwitz, anche se sono passati tanti anni, sarebbe giudicata un'iniziativa mostruosa. Non ho nulla contro l'Islam, ma mi chiedo: Perché proprio qui?”. Allo stesso modo pensa il cinquantanovenne Scott Rachelson, che dalla tragica data aiuta i familiari delle vittime dell’ 11 settembre: “ E' il peggior quartiere dove costruire una moschea”. Daisy Khan, moglie dell'imam Feisal Abdul Rauf e presidente della “American Society for Muslim Advancement” conferma che l’ iniziativa ha come scopo la definitiva riconciliazione tra americani e musulmani: “Per noi sarà più di un simbolo – ha dichiarato la donna ai media americani - Sarà la piattaforma che darà voce alla maggioranza dei musulmani che soffrono per colpa degli estremisti”.
Fonte:
Newsletter realizzata grazie al progetto
“Osservatorio giuridico - legislativo”
Comune di Palermo
Settore Servizi Socioassistenziali
CENTRO STUDI E DOCUMENTAZIONE SULLE MIGRAZIONI
centrostudi.migrazioni@comune.palermo.it