Programma Educazione alla Pace presentato da Tindara Ignazzitto - Consulta per la Pace di Palermo

Programma di Educazione alla Pace - TPRF

venerdì 12 febbraio 2010

Zeta Lab, lettera a Napolitano: "Spazio da restituire ai rifugiati"

Dopo lo sgombero dei sudanesi ospitati nel centro autogestito di Palermo, i volontari si rivolgono al presidente della Repubblica per chiedere che sia data continuità al loro operato

PALERMO – In una lettera inviata al presidente della repubblica Giorgio Napolitano il Laboratorio Zeta ribadisce l’importanza della sua attività a Palermo a favore dei migranti. “Ci rivolgiamo a Lei per informarla della grave situazione che in questi giorni sta vivendo il Laboratorio Zeta, spazio sociale autogestito di Palermo – si legge nel testo -. Tale vicenda s’inquadra in un preoccupante contesto nazionale caratterizzato da esclusione sociale su base etnica e razziale, sul quale La S.V. ha già avuto occasione di alzare il suo autorevole monito”. “Le scriviamo dopo avere verificato per oltre due settimane l’assoluta incapacità delle istituzioni locali a risolvere la vertenza del Laboratorio, dove fino a pochi giorni fa erano ospitati oltre trenta rifugiati sudanesi e che adesso, dopo lo sgombero, sono stati costretti a dormire nelle tende sul marciapiede di una strada”.

Nella lettera si chiede di garantire e riconoscere piena continuità in tutto l’operato finora svolto dai volontari dello Zeta-Lab. “Lo Zeta Lab va restituito al più presto ai rifugiati che vi abitavano ed alle centinaia di persone che vi svolgevano gratuitamente attività sociale e culturale. Soltanto un lavoro quotidiano come quello che si realizzava al Laboratorio Zeta di Palermo, che negli anni ha dato accoglienza a oltre cinquecento rifugiati e richiedenti asilo, può evitare che il peso della crisi economica che stanno subendo le categorie sociali più deboli si trasformi in una guerra tra poveri, in un conflitto sociale dalle conseguenze imprevedibili, un conflitto che interventi repressivi possono solo esacerbare”.

“Lo sgombero eseguito in forza di una sentenza del giudice civile resa nei confronti dello Iacp non ha tenuto conto dei rilevanti interessi pubblici e della funzione sociale del Laboratorio Zeta, che rappresenta una esperienza pilota in Sicilia riconosciuta a livello nazionale – si legge ancora nella lettera - , svolgendo un’attività di accoglienza che non è stata predisposta dalle istituzioni competenti, come il vuoto di proposte risolutive conferma ancora in questi giorni”. “Da tempo, abbiamo chiesto vanamente che l’amministrazione pubblica si attivi per ripristinare i diritti negati di questi rifugiati e che la prefettura istituisca un tavolo permanente di confronto con le associazioni e l’Ufficio Stranieri del Tribunale dei minori – conclude la lettera -. Nelle ultime settimane, abbiamo chiesto inutilmente la mediazione del prefetto, nella sua funzione di rappresentante del governo e di figura autorevole di equilibrio nella dialettica sociale, al fine di garantire la soluzione della vicenda con un confronto che coinvolgesse il comune e gli altri soggetti interessati. Considerando il peggioramento della situazione dei rifugiati, appare ancor più grave ed incomprensibile l’immobilismo delle autorità locali competenti e, pertanto, ci rivolgiamo a Lei fiduciosi che un Suo intervento possa attivare tutti i canali utili per dare alla vicenda una soluzione adeguata alla gravità”. (set)

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