Programma Educazione alla Pace presentato da Tindara Ignazzitto - Consulta per la Pace di Palermo

Programma di Educazione alla Pace - TPRF

venerdì 12 febbraio 2010

Minori non accompagnati: la Sicilia paga l’assenza di una rete interistituzionale

28/01/2010

Secondo giorno di lavori al convegno su “Minori stranieri non accompagnati tra questione penale e accoglienza”. Mazzarella (Centro studi immigrazione): “Potenziare il lavoro del Consiglio territoriale per l’immigrazione”. I media e gli stereotipi

PALERMO – Con la proiezione del video “Voci dal silenzio” di Luisa Scardina, assistente sociale dell’Ussm di Palermo, si sono aperti i lavori della seconda giornata del convegno su “Minori stranieri non accompagnati tra questione penale e accoglienza”, svoltosi presso il Centro di giustizia minorile di Palermo.

Il video di Luisa Scardina rappresenta le storie di tre donne migranti di etnie diverse ma che risultano accomunate dalle stesse paure e dalle stesse speranze. La prima donna a raccontarsi è Ogu Tonika, nigeriana vittima della tratta che adesso vive all’interno di un centro di accoglienza siciliano; la seconda è Mirveta Ilijabi, migrante kosovara abitante del campo rom di Palermo che vive da 14 anni solo di elemosina; la terza è Vitalba Gelfo migrante italiana in Argentina che racconta la sua importante esperienza di accoglienza della gente argentina nei suoi confronti. L’opera è stata selezionata la scorsa estate al Lampedusafilmfestival.

Il focus del convegno di oggi si è concentrato invece sugli aspetti sociologici che riguardano i minori stranieri non accompagnati. La prima parte dell’incontro è stata incentrata sull’analisi della rappresentazione dello straniero tra stereotipi e generalizzazioni mediatiche.

A puntare il dito sulla rappresentazione distorta e sempre più stereotipata dei temi dell’immigrazione da parte dei mezzi di informazione è stato il Massimo Lo Verde, direttore del dipartimento di scienze sociali dell’università di Palermo. “Oggi è evidente una rappresentazione mediatica dello straniero piena di forti stereotipi e pregiudizi che condizionano pesantemente la nostra relazione con i migranti – sostiene il docente -. Assistiamo, sempre ad opera dei mass media, a forme di generalizzazioni empiriche che, entrando sempre meno nel caso specifico, sono in grado di influenzare fortemente il processo di apprendimento della gente sul fenomeno migratorio, ingenerando paure spesso infondate. Lo stereotipo interpreta la realtà senza basarsi sull’esperienza ma solo poggiando su alcune idee di un gruppo prevalente. Il pericolo maggiore è l’empirismo ingenuo di chi cerca conferme proprio dalla rappresentazione che i media fanno di certe realtà”.

Nella seconda parte Roberto Mazzarella, responsabile del Centro studi sull’immigrazione del comune di Palermo, ha parlato di politiche locali in favore dei minori stranieri e del ruolo che dovrebbe avere il Consiglio Territoriale sull’Immigrazione.

“La prima cosa che dovremmo chiederci è perché il 62% dei minori stranieri non accompagnati è fuggito da alcuni centri di accoglienza siciliani subito dopo il primo mese – sottolinea Mazzarella -. I flussi migratori sono processi molto complessi all’interno dei quali i minori, in particolare, si collocano in una zona d’ombra determinata proprio dall’ambiguità dei testi normativi”.

Una strada che andrebbe percorsa al fine di un serio monitoraggio sul fenomeno “è quella di valorizzare e potenziare il lavoro del Consiglio Territoriale per l’immigrazione – continua Roberto Mazzarella -. L’auspicio è quello di creare un sistema di rete, il più possibile coerente e coordinato sul territorio, che interessa proprio l’accoglienza e il processo d’integrazione dei minori stranieri. Proprio per questo il ruolo del Consiglio territoriale per l’immigrazione è quello di mettere in rete i vari attori istituzionali e del privato sociale che lavorano per l’integrazione del minore straniero. L’assenza di attività di rete non ha permesso finora un confronto tra i vari modelli d’integrazione esistenti nelle diverse realtà territoriali con la conseguenza di lasciare ad ogni comune la gestione dei problemi in maniera troppo autonoma e differenziata”. (set)

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