Programma Educazione alla Pace presentato da Tindara Ignazzitto - Consulta per la Pace di Palermo

Programma di Educazione alla Pace - TPRF

sabato 27 febbraio 2010

Primo Marzo 2010: Lettera da un leghista del Sud

Caro Ministro Maroni, sono un ragazzo di Palermo, una piccola cittadina purtroppo piena di meridionali ed extracomunitari.
Io volevo dirle che la stimo profondamente per le innumerevoli battaglie di legalità che lei ha condotto negli ultimi anni in Italia. Volevo soprattutto riferirle che ho apprezzato molto la sua ultima idea di verificare la conoscenza da parte degli immigrati del testo costituzionale.
Sa (e mi scusi se abbasso il tono, ma non si sa mai), qua si vedono cose strane in questi giorni. Si, gira la voce che si stia per organizzare una grande manifestazione per il 1° marzo. Una manifestazione piena di extracomunitari e tanta altra gente solidale con loro. Dicono di essere un movimento nato dal basso, dalla gente; dicono di non volere etichette, di essere apartitici e stanchi di farsi sfruttare da tutte le bandiere; dicono di essere un movimento eterogeneo, interrazziale; dicono di voler rivendicare i diritti degli stranieri in Italia, di voler sensibilizzare la società civile sull’importanza, sia dal punto di vista economico, che politico, che della crescita interculturale (???), dell’immigrazione; dicono che l’Italia è un paese razzista, e dicono che dire la verità non è anti-italiano, ma anzi un atto di rispetto nei confronti di tutti (e sottolineano questo tutti) gli italiani.
Devo darle un’altra brutta notizia. In realtà ho sentito dire che non si svolgerà solo qui, ma che si tratta di un movimento molto più ampio, nato tramite internet (sa, quel mare di informazioni libere contro cui più volte lei si è eroicamente scagliato) e diffusosi in Italia, Francia, Spagna, Grecia, e pure qua in Sicilia pensi! Qua, però, mi pare un po’ diverso. Il movimento qui si chiama “24 ore con noi, presenti e visibili”. L’idea iniziale di “vediamo come fate senza di noi” si è completamente trasformata in “ehi, guardate che ci siamo, e non abbiamo paura di rivendicare i nostri diritti”. Le mando questa mia proprio perché penso che questi siano molto più pericolosi.
La verità, glielo dico con franchezza (e alzo un po’ il tono, ma quando ci vuole ci vuole), è che a questi non basta più di venire accolti “all’italiana” nella nostra Guantanamo (come lei ha scherzosamente definito Lampedusa), non basta più venire sfruttati per 12 ore al giorno in condizioni disumane, non basta più venire ricattati per un pezzo di pane, non basta più rischiare di essere denunciati da chiunque sappia che esistono, non basta più morire dissanguati per paura dell’ospedale, non basta più, non basta più, non basta più! La verità è che a questi non basta più essere trattati di merda. Ministro, questi vogliono essere deportati! Qui a Palermo questi tizi dello sciopero si stanno infilando dovunque. Nella scuole signor Ministro, fra i ragazzi, dalle materne alle superiori, con le loro strane idee di incontro interculturale, conoscenza reciproca, sensibilizzazione dei giovani, i “nostri” giovani (giusto?). Nelle piazze Maroni (e scusi per la forma, ma voglio essere diretto), nelle “nostre piazze”, le piazze di noi palermitani, le piazze di un centro storico che ci siamo dimenticati. E non si limitano ad occuparle, con tutti i loro dibattiti, gli spettacoli teatrali, le danze, questi ci invitano pure a partecipare!
Ci invitano a riprendere possesso dei luoghi della nostra città, ci invitano al confronto, allo scambio, ad un unanime rifiuto di ogni forma di razzismo. Credono di poter cambiare le cose, che se ci provi qualcosa puoi smuovere; sono pazzi mi dico, ma loro ci credono proprio fermamente, e fanno paura. Questi ci provano sul serio, perché hanno coinvolto un gran numero di associazioni, che vanno dallo Zetalab a Biagio Conte e Centro Astalli! Ha capito, signor Ministro? Centro Astalli! I gesuiti! Anche la Chiesa Cattolica sta con loro, altro che il magico connubio “cristiano-europeo-bianco” tanto sventolato dalla sua Lega Nord. E non è finita, questi coinvolgono pure l’Università, i commercianti, preparano una “Notte nera” che sia una festa della città con tutti i cittadini. Tutto questo in attesa del “loro” 1° marzo, nelle scuole, nei centri di aiuto ed accoglienza, nelle strade del centro storico, fra chi è loro indifferente, chi si infurierà per il blocco del traffico, e chi si interesserà alla loro gialla marcia, ai flash mob (non si allarmi per questa parola, è una stravaganza occidentale) e al vento fresco che sperano possa allontanare il tanfo di pregiudizio a volte insopportabile. Vogliono essere un fiume in piena che spazzi via la xenofobia serpeggiante nel nostro paese. Pensi che qui è nato tutto dall’iniziativa di due donne, una docente ed una psicologa, una bianca e una nera. Io quest’ultima l’ho incontrata. Si chiama Yodit Abraha, ha origini etiopi (l’Etiopia si, penso che il suo collega La Russa le parli spesso degli antichi fasti italiani laggiù). L’ho incontrata si, le ho parlato anche (spero non si offenderà). Dice di avere molta paura, ma a me è parsa agguerrita, dice di essere pessimista sul futuro italiano, ma tutto questo non la ferma. Difende a denti stretti l’iniziativa e dice che la cosa che li unisce è la consapevolezza di essere tutti persone. Sa persone, quelle che piangono di gioia o di dolore, che ridono, che defecano, che vanno a lavoro, che si incazzano. Io adesso non so, ma questi mi sembrano abbastanza incazzati (altrimenti non l’avrei neanche disturbata), e la cosa fa paura, perché se sono incazzati avranno pure un qualche motivo. Mi scusi per lo sfogo, caro ministro, ma io queste cose le vedo, ed ho paura.
Ha proprio ragione lei, se questi stranieri conoscessero almeno fino al secondo principio della nostra Costituzione, saprebbero (come anche lei ben sa) che (e scusi se scandisco bene) “la Repubblica Italiana riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. E’ questo che mi da ai nervi, non solo non la conoscono, ma pretendono anche che si applichi. Caro ministro, qua la questione è più seria del previsto, questi pretendono di essere garantiti dalla Costituzione. Insomma, questi pretendono di stare meglio di noi! Ministro, io non vorrei allarmarla, ma si dice che il 1° marzo 2010 un popolo giallo riempirà le piazze d’Italia dicono contro la politica xenofoba, o meglio (osano dire) razzista del suo governo. Ma non è possibile,forse sto sognando. Si, sarà un altro paese! Un altro paese si. Sarà, a me pare un altro mondo.
Scritto da Giuseppe Campisi su Il carrettino delle idee
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