Sabato 19 febbraio 2011 - ore 10
Programma
Ore 10 - Assemblea Plenaria
Dal workshop di Marghera (Democrazia e Welfare: salario, reddito, redistribuzione della ricchezza) all’incontro di Reggio Emilia, uniti contro la crisi verso il primo marzo 2011 ed oltre
Interventi e temi in discussione:
un nuovo spazio per costruire alternativa, la crisi globale ed il diritto di scelta, il ricatto dentro la crisi, diritti di cittadinanza democrazia e rivolte, la pratica dello sciopero e lo sciopero generale, i diritti come bene comune, lo schiavismo del lavoro nero, la lingua e la costruzione del comune
un nuovo spazio per costruire alternativa, la crisi globale ed il diritto di scelta, il ricatto dentro la crisi, diritti di cittadinanza democrazia e rivolte, la pratica dello sciopero e lo sciopero generale, i diritti come bene comune, lo schiavismo del lavoro nero, la lingua e la costruzione del comune
Ore 13 - Pausa Pranzo
Ore 14 - Assemblea plenaria (seconda parte)
Ore 16 - Workshop/Incontro:
la lingua come costruzione del comune
la lingua come costruzione del comune
Scuole di italiano, associazioni, organizzazioni, volontari, migranti, per la costruzione di una campagna contro l’introduzione del test di lingua come barriera per l’accesso ai diritti, per affermare il diritto alla formazione ed all’apprendimento come strumenti per costruire nuovo welfare e nuova democrazia
Info - Retesim Bologna info@retesim.it
letteraaperta@retesim.it
Questa crisi è piena di ricatti ed ingiustizie.
Certo, anche altre epoche, da sempre, lo sono state.
E non c’è ricatto più pericoloso in questo momento di quello che ci divide, ci separa, ognuno impegnato a risolvere da sé la sua condizione, sia essa imposta da un super-manager, dai tagli di una riforma, o dall’ingiustizia di una sanatoria truffa.
Certo, ognuno di noi vive una condizione diversa, particolare, da cui liberarsi.
Per anni quella dei migranti ci ha raccontato la storia di un ricatto costruito sulla vita e sulla morte di migliaia di persone, che minacciava di estendersi a tutti.
Oggi, guardandoci intorno, ci accorgiamo che il ricatto della crisi e della precarietà sono già il mare in cui tutti noi (ex-garantiti e non) siamo immersi, ma soprattutto la comune sfida quotidiana da affrontare insieme: uniti.
Per questo battersi oggi con i migranti, affrontare la partita dell’immigrazione, su cui governi ed economie hanno costruito fortune finanziarie ed elettorali, riguarda noi tutti, qualunque sia la nostra provenienza: significa batterci per il nostro futuro. Perché Marchionne, la Gelmini, Maroni, non ci stanno semplicemente proponendo la fine del contratto nazionale, i tagli di una riforma o leggi ingiuste e razziste, ma un altro nuovo modello di società, una nuova economia dei rapporti sociali, una nuova gerarchia dei diritti, una traiettoria di violenze rinnovate e nuovi ricatti, per disegnare nuove forme di sfruttamento.
Insieme, abbiamo bisogno di scrivere la nostra alternativa, la nostra uscita dalla crisi: un nuovo statuto dei diritti, del welfare, della redistribuzione del reddito, della cittadinanza. Per questo crediamo sia il momento di rimetterci in cammino ancora (anche se non abbiamo mai smesso di esserlo, anche se lo abbiamo fatto altre volte); è il momento di riprovarci, in tanti ed uniti, convinti che la ricerca della trasformazione, per la condizione di vita di ognuno di noi, sia un pezzo anche della ricerca degli altri.
E’ una sfida, almeno quanto è una sfida quella che ci viene proposta da Marchionne, dal Governo, dalla crisi, e a quell’altezza dovremo provare ad affrontarla.
IL PRIMO MARZO SARA’ UN’OCCASIONE PER FARLO: E NOI CI SAREMO!
Sarà l’occasione per ridare forza alle battaglie per la dignità, per il diritto di restare dove si è scelto di vivere, per il diritto a non migrare forzatamente, come dal Maghreb all’Egitto fino al cuore dell’Europa, stanno affermando milioni di persone: le migliaia di ricercatori non più disposti a fuggire, le migliaia di operai non più disposti a tacere, le migliaia di migranti che qui hanno scelto di vivere non disposti ad andarsene.
Per affermare il nostro orizzonte: il diritto di scelta, di decidere del nostro futuro.
I terreni su cui confrontarci sono molti, a partire dalle istanze poste con la sanatoria e per la regolarizzazione permanente, dalle contraddizioni aperte dalle direttive europee alla violenza della detenzione e dei respingimenti, dalla spinta a liberarsi dalla schiavitù e dallo sfruttamento del lavoro nero e sottopagato, alla battaglia contro i nuovi ostacoli proposti dall’accordo di integrazione e dalle norme che trasformano l’apprendimento della lingua da diritto a dispositivo di esclusione.
Il 19 febbraio, vogliamo ritrovarci per cercare insieme la strada da percorrere, verso lo sciopero generale e generalizzato, per tracciare insieme un orizzonte ed il cammino per raggiungerlo. Per confrontarci con le enormi trasformazioni in corso e le immediate istanze su cui misurarci, indisponibili a cedere al ricatto della divisione di chi ci chiede di barattare i nostri diritti o quelli di altri in cambio di un povero futuro.
Uniti contro la crisi, uniti contro il razzismo e lo sfruttamento.
UNITI CONTRO LA CRISI