Programma Educazione alla Pace presentato da Tindara Ignazzitto - Consulta per la Pace di Palermo

Programma di Educazione alla Pace - TPRF

giovedì 21 gennaio 2010

Palermo, sgombero Laboratorio Zeta: si cerca una soluzione

Ieri circa 500 persone hanno manifestato la loro piena solidarietà agli attivisti e ai migranti sudanesi, che da due giorni vivono in strada sotto le tende. Una delegazione ricevuta in comune.

PALERMO – In 500 hanno risposto per appoggiare la causa del Laboratorio Zeta, dopo lo sgombero avvenuto in questi giorni, che ha lasciato sulla strada 30 sudanesi, rifugiati politici che per il momento vivono accampati. La comunità di sudanesi ha trascorso la notte al freddo e alla pioggia riparandosi e dormendo all’interno di 7 tende da campeggio.

All’interno dell’area, presidiata dalle forze dell’ordine nessuno può entrare. I migranti possono uscire dallo spazio solo per ricevere alimenti, coperte e materiale primario per la loro permanenza sulla strada. Alle 17 di ieri, davanti ad uno spiegamento di cinquanta appartenenti alle forze dell’ordine, in 500, tra cittadini, giovani universitari, attivisti dello Zeta-lab e immigrati, hanno manifestato la loro piena solidarietà alla causa dello Zeta-laboratorio e ai migranti sudanesi.

Nel primo pomeriggio di ieri una delegazione dello Zeta è stata ricevuta dall'assessore comunale al Patrimonio Giovanni Di Giovanni che ha prospettato una soluzione temporanea per i migranti sudanesi. Pur accettando di visionare la struttura dove dovrebbero andare, la comunità sudanese ha dichiarato di non volere accettare “soluzioni tampone”, né di volere scindere la propria condizione da quella degli amici dello Zetalab. “L’assessore Di Giovanni si è impegnato inoltre a chiedere un tavolo con il prefetto per discutere della riapertura della sede dello Zetalab. Intanto ai migranti è stata fatta la proposta di accettare una sistemazione tampone all’interno di un edificio ubicato nelle adiacenze del carcere Ucciardone – sottolinea Loriana Cavalieri del collettivo Zetalab -. Aspettiamo che il comune si assuma le sue precisa responsabilità prendendo consapevolezza di quello che è stato finora tutto il nostro operato a favore della causa dei nostri compagni rifugiati sudanesi”. Venerdì mattina, intanto una delegazione dello Zeta-lab incontrerà il direttore dell’IACP Salvatore Giangrande.

Alle 13 di ieri è arrivata in via Boito la delegazione UNHCR(Alto Commissariato Nazioni Unite per i Rifugiati) ma il cordone di Polizia le ha impedito di avvicinarsi ai rifugiati sudanesi, consentendo solo ai migranti di lasciare la loro posizione di presidio. Solo dopo alcune telefonate, la delegazione è stata autorizzata a superare lo sbarramento delle forze dell'ordine e a conversare tranquillamente con i migranti in prossimità dell'accampamento. Solo in tarda serata, dopo una lunga trattativa per consentire alla protezione civile di approntare un campo di emergenza, le forze dell'ordine hanno lasciato il presidio, alleggerendo la tensione provocata anche con i residenti della strada. Contemporaneamente alle attività del presidio, sabato prossimo si svolgerà la manifestazione cittadina “Per una città libera, antirazzista, solidale con sé stessa”. Domani alle 18 il Laboratorio Zeta allestirà, se è il caso anche all’aperto, la proiezione de: “La Terra (e) strema” un film di Angela Giardina Enrico Montalbano e Ilaria Sposito che affronta il lavoro agricolo dei migranti nelle terre siciliane. (set)

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