Il progetto si dividerà in quattro fasi:
• I Fase di conoscenza e di presentazione reciproca attraverso interviste e incontri di gruppo per raccontare e raccontarsi, N° 3 incontri.
• II Fase laboratorio Teatro. Forum – 1 - : indagine, costruzione e condivisione del tema da rappresentare N° 20 incontri.
• III Fase laboratorio Teatro. Forum – 2 - : elaborazione emessa in scena di un testo teatrale, N° 9 incontri.
• IV Fase percorso Teatro-forum: rappresentazione e attività forum con il pubblico, N° 6 incontri.
- Incontri di laboratorio Teatrale rivolti a italiani e stranieri per sviluppare le proprie capacita di recitazione, di
attivazione psicomotoria e per una maggiore conoscenza di sé e dell’altro.
Il corso è gratuito
PRIMO INCONTRO DI PRESENTAZIONE DEL PROGETTO
MARTEDI 31 GENNAIO
PRESSO IL CENTRO DELLE CULTURE DI TAVOLA TONDA
a Piazza Tavola Tonda, 21 ore: 15.30
Gli incontri si svolgeranno il martedì dalle ore 15.30 alle 18.30 e il venerdì dalle ore 16.30 alle 19.30 - presso il Centro delle Arti e delle Culture “Tavola Tonda”, Piazza Tavola Tonda 23, Palermo.
Il gruppo di lavoro sarà composto Max 15 persone provenienti dall’Italia e da paesi e culture diverse.
Se sei interessato a partecipare di seguito trovi i nostri contatti:
Gea Gambaro, cell. 3889318940, email: gea.gambaro@libero.it
Oana Manole (mediatrice socio-culturale), cell. 3333379113, email: oana_manole61@yahoo.com
sabato 28 gennaio 2012
15 aprile, Italia: Scadenza termini Concorso letterario nazionale Immicrando 2012 per stranieri
Ufficio per la Pastorale dei Migranti [mailto:Migranti@diocesi.milan o.it]
Anche quest’anno l’Ufficio per la Pastorale dei Migranti e la Fondazione ISMU organizzano e lanciano il
Il concorso si rivolge ai migranti ed ha come oggetto opere di narrativa inedite, scritte in lingua italiana in forma di racconto. Tutti possono iscriversi e la partecipazione è gratuita; non ci sono limiti di età, appartenenza nazionale, sociale o religiosa.
Il testo deve pervenire alla segreteria dell’Ufficio Migranti entro il 15 aprile 2012 e la premiazione avverrà nel corso del VII Incontro Mondiale delle Famiglie, che si terrà a Milano tra la fine di maggio e gli inizi di giugno 2012, faremo seguito comunicare la data.
La Segreteria
Arcidiocesi di Milano
Ufficio per la Pastorale dei Migranti
Piazza Fontana, 2 - 20122 MILANO
tel. 02 8556455-6 fax 02 8556406
Anche quest’anno l’Ufficio per la Pastorale dei Migranti e la Fondazione ISMU organizzano e lanciano il
Concorso di Scrittura per Stranieri
Immicrando 2012
Immicrando 2012
X^ Edizione
Una famiglia tra due mondi
sogni, speranze, dubbi e paure
di una famiglia migrante
Il concorso si rivolge ai migranti ed ha come oggetto opere di narrativa inedite, scritte in lingua italiana in forma di racconto. Tutti possono iscriversi e la partecipazione è gratuita; non ci sono limiti di età, appartenenza nazionale, sociale o religiosa.
Il testo deve pervenire alla segreteria dell’Ufficio Migranti entro il 15 aprile 2012 e la premiazione avverrà nel corso del VII Incontro Mondiale delle Famiglie, che si terrà a Milano tra la fine di maggio e gli inizi di giugno 2012, faremo seguito comunicare la data.
La Segreteria
Arcidiocesi di Milano
Ufficio per la Pastorale dei Migranti
Piazza Fontana, 2 - 20122 MILANO
tel. 02 8556455-6 fax 02 8556406
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Tindara Ignazzitto
Mineo. Un migrante bengalese denuncia la corruzione nel CARA
A dicembre un interprete bengalese aveva chiesto a un connazionale 440
euro. Assicurava l`esito positivo per la richiesta di rifugiato
politico. Sarebbe stato `segnalato` da un poliziotto. Oggi invece la
vittima ha avuto un diniego, nonostante la coraggiosa denuncia. "Adesso
le nostre vite sono in pericolo", dice. "Questo somiglia alla mafia".
MINEO
(CT) - Lo scorso dicembre la polizia arrestava per estorsione un
bengalese di 37 anni, Mainul Mohd Alam, interprete nel Cara di Mineo.
Secondo l`accusa, si sarebbe fatto consegnare 440 euro da un suo
connazionale per assicurare un esito positivo alla sua richiesta sullo
status di rifugiato.
I soldi sarebbero stati un anticipo di una tangente da 5mila euro che
l`interprete avrebbe chiesto fossero consegnati a suoi familiari in
Bangladesh da altri congiunti. Oggi la vittima denuncia di avere
ricevuto il diniego dalla commissione.
Lavorava in Libia fino alla guerra. Poi è stato costretto a scappare.
Il 9 aprile è arrivato a Lampedusa. Quindi il trasferimento a Mineo.
"Qui" racconta, "un poliziotto mi ha preso da parte e mi ha detto:
contatta l`interprete. Pagalo e lui tradurrà la tua intervista alla
commissione. Questo somiglia alla mafia". In totale voleva 5000 euro per
tutti i documenti. "Siamo andati in Questura e abbiamo denunciato
tutto", prosegue.
Poi l`interprete è stato arrestato. Ma infine è arrivato il diniego.
"Non ci hanno dato né la protezione umanitaria né nulla. Adesso le
nostre vite sono in pericolo. Sono qui da nove mesi senza poter
lavorare".
Enrico Montalbano, "Mineo. Un migrante bengalese denuncia la corruzione nel CARA", terrelibere.org, 28 gennaio 2012, http://www.terrelibere.org/mineo-un-migrante-bengalese-denuncia-la-corruzione-nel-cara
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Tindara Ignazzitto
31 maggio, Italia: Scadenza termini Concorso letterario Giovani ambasciatori C.I.R.S.I.
Concorso Letterario Internazionale
Giovani Ambasciatori C.I.R.S.I. dell Interculturalit Anno 2012
Regolamento del concorso (scadenza: 31 maggio 2012)
Articolo 1
Giovani Ambasciatori C.I.R.S.I. dell Interculturalità un concorso letterario internazionale promosso dal Centro Internazionale per le Ricerche e gli Studi Interculturali (C.I.R.S.I.) al fine di promuove la conoscenza e la diffusione dell interculturalità a livello nazionale, europeo ed internazionale. Il concorso rivolto ai giovani interessati a diffondere ed esplorare le tematiche interculturali attraverso la scrittura, senza limitazione di genere e stile, ed in particolare le tematiche connesse ed affini a storie di migrazione, integrazione, incontro interreligioso, interetnico ed intergenerazionale.
Articolo 2
Possono partecipare al concorso tutti i giovani, detentori di qualsiasi cittadinanza, di età compresa tra i 14 e i 35 anni compiuti.
Articolo 3
Si può partecipare al concorso con un unico elaborato redatto in lingua italiana.
Articolo 4
Gli elaborati dovranno essere inediti ed originali, della lunghezza massima di 20.000 battute, spazi compresi. Ogni concorrente può partecipare con un solo elaborato.
Articolo 5
Gli elaborati devono pervenire in forma di file MS Word allegato entro giovedì 31 maggio 2012 all' indirizzo mail:
Nome Cognome :
Data e luogo di nascita :
Indirizzo di residenza :
Telefono/Cellulare :
E mail :
La/Il sottoscritta/o dichiara di conoscere ed accettare le norme che regolano il concorso ed acconsente al trattamento dei dati personali in base al Dlgs 196/2003 per le finalità connesse al concorso di cui sopra.
Data
Firma
Articolo 6
Al vincitore sar assegnato il titolo onorifico di Giovane Ambasciatore C.I.R.S.I. dell' Interculturalità Anno 2012
La giuria potr attribuire menzioni e segnalazioni.
Gli elaborati degli autori premiati, menzionati e segnalati saranno pubblicati.
Articolo 7
Gli elaborati saranno esaminati da una giuria, i cui nomi saranno resi noti al momento della premiazione. La giuria valuterà quali sono le poesie meritevoli della pubblicazione. Il giudizio della giuria insindacabile, sia per quanto riguarda l'assegnazione dei premi sia per quanto riguarda la pubblicazione degli elaborati.
Articolo 8
L'Autore, partecipando al concorso, accetta le norme del regolamento, autorizza la pubblicazione e diffusione dell elaborato inviato a titolo gratuito e con ogni mezzo, senza ulteriore preavviso. Parimenti, l'Autore garantisce espressamente che l'elaborato presentato inedito ed originale e non lede in alcun modo diritti di terzi; a tal riguardo manleva espressamente l'Organizzazione del concorso da qualsivoglia pretesa da chiunque avanzata.
Per ulteriori informazioni:
www.cirsi.net
e.mail
************************************
C.I.R.S.I.
Centro Internazionale per le Ricerche e gli Studi Interculturali
International Research Centre for Intercultural Studies
Centre International des Recherches et des Etudes Interculturelles
E.mail: cirsi@cirsi.net
PEC: cirsi@postecert.it
Skype: c.i.r.s.i.
Website: www.cirsi.net
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Tindara Ignazzitto
1 febbraio, Palermo: Presentazione del libro Libeccio d'Oltremare. Il vento delle rivoluzioni del Nord Africa si estende all'Occidente
Mercoledì 1 febbraio, ore 18.30
Bar Libreria Garibaldi (via A. Paternostro, 46)
Enzo Guarrasi e Salvo Vaccaro discuteranno del libro
Enzo Guarrasi e Salvo Vaccaro discuteranno del libro
con la curatrice Ambra Pirri
Coordinerà Giulia de Spuches
L’obiettivo del libro è aprire una riflessione sulle forme di
insubordinazione che si stanno estendendo nel mondo contro il saccheggio
neoliberista: iniziato negli anni Settanta in America Latina, oggi ha
portato l’intero globo all’interno della logica occidentale della
finanziarizzazione; ancora una volta le ex colonie sono state un
laboratorio di processi politici più avanzati rispetto alle ex metropoli
(Miguel Mellino, Ambra Pirri). È in questa ottica postcoloniale che
appare rilevante guardare agli effetti che i rivolgimenti nel Maghreb e
nel Mashreq cominciano ad avere sul regime europeo e dei «confini
esterni» dell’Unione, ricostruendone i caratteri che si sono fondati
sull’attivo coinvolgimento di regimi come quello libico di Gheddafi e
quello tunisino di Ben Ali (Sandro Mezzadra). Alla luce dei cambiamenti
sociopolitici che si stanno verificando nell’area libica si guarda anche
alle ripercussioni sulla lotta al traffico di esseri umani (Oria
Gargano con Francesca De Masi, Carla Quinto e Francesca Esposito). Viene
analizzato in particolare il ruolo dell’isola di Lampedusa, spartiacque
di un Mediterraneo che rischia di diventare un’area di insediamento di
istituzioni di reclusione (Alessandra Sciurba). Anche questi
stravolgimenti sono alla base dei processi rivoluzionari in corso,
insieme all’enorme asimmetria che continua a dividere le due sponde del
mare nostrum. Queste ribellioni si possono definire decisamente
post-islamiche in Nord Africa e postmoderne in Occidente, anche grazie
alla significativa presenza femminile (Renata Pepicelli, Anna Curcio) e
giovanile e per il ruolo giocato da Internet, da Twitter e dalla rete
tutta in un paese in cui i giovani rappresentano il 60-70% della
popolazione (Giuliana Serra). Le rivolte nordafricane hanno rotto
l’equilibrio su cui, fino a pochi mesi fa, si fondava l’ingiusto ordine
mondiale, e rappresentano una sfida, raccolta dall’Occidente, al
processo di integrazione europea (Annamaria Rivera) ma soprattutto al
neoliberismo e alla finanziarizzazione del globo (Mellino, Pirri).
Fonte: La città cosmopolita
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Tindara Ignazzitto
venerdì 27 gennaio 2012
Scuola di Lingua italiana per Stranieri dell'Università di Palermo: Aperte le iscrizioni all'esame CILS Certificazione di Italiano come Lingua straniera dell'Università per Stranieri di Siena
La Scuola di lingua italiana per stranieri dell’Università di Palermo informa che sono aperte le iscrizioni per gli esami CILS per l’anno 2012 e rende noto che ci sono alcune novità interessanti.
Da quest’anno il Centro CILS rilascia un nuovo certificato: B1 adolescenti rivolto ad un pubblico di età compresa tra i 14 e i 18 anni. Il livello di competenza corrisponde al livello B1 del QCER e UNO-B1 CILS, ma con una differenziazione nella scelta dei generi testuali, selezionati in base ai contesti, alle situazioni comunicative e ai bisogni dei destinatari.
Visto il crescente numero di iscritti, per facilitare l’organizzazione degli esami le date sono ora così distribuite:
- per i livelli A1- A2 adulti sono state istituite due date che vanno ad aggiungersi a quelle già esistenti: giorno 24 febbraio e giorno 27 aprile (iscrizioni entro il 26/03/2012)
- i livelli A1 e A2 modulo bambini, A1 e A2 modulo ragazzi, B1 adolescenti si terranno il giorno 19 maggio 2012 (iscrizioni entro il 10/04/2012)
- i livelli A1 e A2 adulti in Italia A1 e A2 adulti all’estero, UNO-B1, DUE-B2, TRE-C1, QUATTRO-C2 si terranno regolarmente il giorno 7 giugno e il giorno 6 dicembre (iscrizioni entro 40 giorni).
Per iscriversi agli esami è necessario rivolgersi alla Segreteria della Scuola, portare un documento valido (carta d’identità o passaporto, che deve essere lo stesso da presentare il giorno dell’esame), compilare il modulo e pagare la tassa di iscrizione.
- i livelli A1 e A2 modulo bambini, A1 e A2 modulo ragazzi, B1 adolescenti si terranno il giorno 19 maggio 2012 (iscrizioni entro il 10/04/2012)
- i livelli A1 e A2 adulti in Italia A1 e A2 adulti all’estero, UNO-B1, DUE-B2, TRE-C1, QUATTRO-C2 si terranno regolarmente il giorno 7 giugno e il giorno 6 dicembre (iscrizioni entro 40 giorni).
Per iscriversi agli esami è necessario rivolgersi alla Segreteria della Scuola, portare un documento valido (carta d’identità o passaporto, che deve essere lo stesso da presentare il giorno dell’esame), compilare il modulo e pagare la tassa di iscrizione.
Per un prospetto delle tasse d’esame cliccare sul link.
Si fa presente che per gli iscritti ai corsi di italiano della Scuola di Lingua italiana per Stranieri dell'Università degli Studi di Palermo è previsto un costo ridotto della tassa di partecipazione all'esame.
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Tindara Ignazzitto
Caro Governo Monti, tecnicamente parlando...
[...]
Il prossimo 30 gennaio entrerà in vigore la tassa sui titoli di
soggiorno. Da 80 a 200 euro per rinnovare un permesso o ottenere una
carta di soggiorno. Anche in questo caso si sono sprecate dichiarazioni
di intenti ma, a meno di una settimana dall’entrata in vigore del
regolamento, ancora non sono all’orizzonte provvedimenti che ne rinviino
l’introduzione o ne cancellino l’applicazione. Secondo quanto
dichiarato, in ogni caso, si andrà verso un adeguamento delle tariffe a
seconda del reddito, mangtenendo però l’impianto della tassa.
Va detto che è difficile considerare il contributo introdotto come
una somma versata in cambio di una prestazione. Difficile infatti
pensare che il fondo rimpatri o l’accordo di integrazione (il pds a
punti) possano essere considerati servizi a favore degli stranieri. Il
contribuito si configura allora come tassa che, secondo la nostra
costituzione, essendo destinata per così dire, a far fronte ad un
interesse generale, non può essere richiesta ai soli immigrati. Si
profila insomma una ipotesi di discriminazione.
Centoottantagiorni di permanenza nei CIE, recepimento distorto della
direttiva sui rimpatri, applicazione del reato di ingresso e soggiorno
irregolare, restrizioni sui ricongiungimenti, difficoltà di conversione
per i minori non accompagnati al diciottesimo anno d’età, continuo
richiamo ai circuiti penali per questioni che riguardano le norme sul
soggiorno (reati ostativi, diritto d’autore, etc, etc) sonouna pesante
eredità del Ministro Maroni che finora non sembra intenzione di questo
governo smantellare.
Il dibattito sui flussi, aperto e chiuso dalle dichiarazioni dei
"tecnici" sulla non necessità di nuovi ingressi, ben sintetizza la
situazione: da un lato si chiudono le porte a nuovi lavoratori
(probabilmente in maniera legittima?) ma dall’altro si omette di
riconoscere come vi sia invece una diversa necessità, quella di dare un
titolo di soggiorno a quanti siano già qui.
C’è poi la complicata risoluzione della questione profughi, che nei
primi mesi del 2012 rischia di trasformarsi in una bomba esplosiva se
non verrà loro garantito un permesso di soggiorno.
Se non partiamo da qui, dal riconoscere come eferate le norme fin qui
introdotte, se pensiamo di poter normalizzare permessi a punti,
detenzione, produzione di irregolarità, etc etc etc, perché mettere le
mani a questa normativa rischierebbe di mettere in discussione la
precaria maggiornanza che regge il governo dei tagli e dei sacrifici,
allora possiamo permetterci di dire che, tecnicamente parlando, c’è bisogno di una alternativa...
Tratto da:
Caro Governo Monti, tecnicamente parlando....
Dalla tassa sui rinnovi al prolungamento del pds per attesa occupazione, dallo ius soli all’emergenza profughi, dai flussi alle espulsioni: cosa fa il governo Monti?
Fonte: Melting Pot
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Tindara Ignazzitto
3 febbraio, Palermo: Conferenza Regionale per l'attuazione della legge regionale per la promozione, valorizzazione e insegnamento della storia, della letteratura e del patrimonio linguistico siciliano nella scuola
Il prossimo 3 febbraio, nell’Aula Magna della Facoltà di Lettere e Filosofia, con inizio alle 9.30, si terrà la prima Conferenza Regionale per l’attuazione della legge regionale per la promozione, valorizzazione e insegnamento della storia, della letteratura e del patrimonio linguistico siciliano nella scuola.
La conferenza è promossa dall’Assessorato regionale dell’Istruzione e della formazione professionale e da quello dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, con la collaborazione del Dipartimento di scienze filologiche e
linguistiche dell’Università degli studi di Palermo e del Centro di studi filologici e linguistici siciliani.
linguistiche dell’Università degli studi di Palermo e del Centro di studi filologici e linguistici siciliani.
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Tindara Ignazzitto
Bari - Gratuito patrocinio impossibile per i richiedenti asilo
L’Ordine degli avvocati rifiuta il 100% delle domande, il Tribunale non accetta il deposito dei ricorsi senza l’esborso delle somme. L’Associazione Babele insorge
26 gennaio 2012
Ecco il comunicato:
Dal
giugno dello scorso anno sono presenti sul territorio italiano circa
30.000 persone sfuggite alla guerra in Libia. Di queste, circa tremila
sono presenti sul territorio pugliese in seguito alla distribuzione
concordata con i vari decreti dell’OPCM per l’emergenza Nord Africa, e
poco più di 400 sono ospitati sul territorio tarantino in varie
strutture alberghiere.
Queste
persone sono tutte richiedenti protezione internazionale, cioè hanno
presentato istanza per essere ascoltati dalla competente Commissione
Territoriale per ottenere il riconoscimento e il conseguente permesso di
soggiorno di rifugiato, sussidiario o, in ultima possibilità,
umanitario.
La
procedura consiste nell’audizione del richiedente da parte della
Commissione che, in questo particolare momento, sta negando qualsiasi
tipo di protezione al 90% dei richiedenti, pur essendo questi in fuga da
un paese in guerra e dove venivano e tuttora vengono uccisi per il solo
fatto di avere la pelle nera. La legge riconosce a queste persone la
possibilità di impugnare il diniego dinanzi al Tribunale ordinario,
facendo ricorso al gratuito patrocinio. Competenza di riconoscere la
possibilità di accesso a questo diritto è dell’Ordine degli avvocati
(nel nostro caso di Bari), che aveva assicurato pochi mesi orsono, la
piena disponibilità ad accogliere le richieste affinchè non si
verificasse ciò che era già accaduto durante l’emergenza sbarchi del
2009/10, ovvero lo svilupparsi di fenomeni di prostituzione e
accattonaggio per poter pagare gli avvocati. Contrariamente agli impegni
presi, l’Ordine di Bari sta respingendo il 100% delle richieste
avanzate e, per rincarare la dose, il Tribunale rifiuta il deposito del
ricorso se non viene pagata la somma di circa trecento euro.
Oltre
a stigmatizzare la connotazione apertamente razzista che sta assumendo
questa vicenda, dobbiamo lanciare l’allarme per una situazione che sta
diventando sempre più difficile da gestire in termini di ordine
pubblico, poiché queste persone sono da mesi alloggiate in attesa di
audizione, senza la possibilità di lavorare e senza alcuna prospettiva.
Unica soluzione potrebbe essere il riconoscimento del permesso
umanitario per permettere a queste persone di rimanere sul nostro
territorio legalmente. Si sta invece procedendo, coscientemente, in una
operazione di clandestinizzazione di 30.000 persone che nelle prossime
settimane troveremo alle entrate dei supermercati a chiedere l’elemosina
o nelle campagne e nei cantieri edili a lavorare in nero e in
condizioni di schiavitù. Tutto questo nella totale indifferenza della
politica nazionale e, soprattutto, degli amministratori locali, i quali
saranno per primi chiamati a rispondere della situazione che si sta
venendo a costituire.
Per Associazione Babele
Enzo Pilò
Fonte: Melting Pot
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Tindara Ignazzitto
Trento - Il Consiglio Provinciale approva la mozione che chiede il permesso per i profughi provenienti dalla Libia
Il provvedimento presentato dal consigliere Mattia Civico
E’ stata approvata nella seduta di giovedì 26 gennaio la
mozione, presentata dal consigliere Mattia Civico, con cui il Consiglio
impegna la Giunta provinciale della Provincia Autonoma di Trento "a
chiedere al Governo italiano di rilasciare ai migranti provenienti dalla
Libia inseriti nel Piano nazionale di accoglienza della Protezione
civile – a prescindere dalla loro nazionalità – un titolo di soggiorno
per motivi umanitari, come provveduto per i migranti tunisini, fino al
persistere dell’emergenza umanitaria nazionale".
In una recente nota stampa della Provincia si faceva il punto sull’accoglienza. Sinora sono 223 i migranti provenienti dal Nord Africa accolti in Trentino. Il 72% è originario dell’Africa Occidentale, il 19% dell’Africa Orientale e il restante del Nord Africa e dell’Asia.
Nella citata nota stampa si legge che quasi tutti i migranti sono già stati ascoltati dalla Commissione territoriale dello Stato che valuta le domande di protezione internazionale.
Sul totale delle persone sentite dalla Commissione, sessantuno hanno già ottenuto una risposta, dodici hanno ottenuto lo status di rifugiato, altri dodici hanno ottenuto la protezione sussidiaria, dieci la protezione umanitaria e in ventisette casi non è stata accolta l’istanza di protezione internazionale.
Proprio per far fronte a questa situazione è stata presentata la mozione, così come nei comuni di Santorso (VI) e Fosdinovo (MS) affinché si apra una interlocuzione sul tema con il Governo e si mettano in campo tutte le iniziative necessarie ad ottenere il provvedimento.
La mozione è sostenuta da PD, UpT (Unione per il Trentino), Verdi, Gruppo Misto, Patt (Partito autonomista).
Dopo l’impegno dell’assessore provinciale alla solidarietà Lia Giovanazzi Beltrami a contattare il ministro Riccardi, questo passo concretizza la volontà del Governo Provinciale del Trentino di appoggiare la petizione di Melting Pot!
In una recente nota stampa della Provincia si faceva il punto sull’accoglienza. Sinora sono 223 i migranti provenienti dal Nord Africa accolti in Trentino. Il 72% è originario dell’Africa Occidentale, il 19% dell’Africa Orientale e il restante del Nord Africa e dell’Asia.
Nella citata nota stampa si legge che quasi tutti i migranti sono già stati ascoltati dalla Commissione territoriale dello Stato che valuta le domande di protezione internazionale.
Sul totale delle persone sentite dalla Commissione, sessantuno hanno già ottenuto una risposta, dodici hanno ottenuto lo status di rifugiato, altri dodici hanno ottenuto la protezione sussidiaria, dieci la protezione umanitaria e in ventisette casi non è stata accolta l’istanza di protezione internazionale.
Proprio per far fronte a questa situazione è stata presentata la mozione, così come nei comuni di Santorso (VI) e Fosdinovo (MS) affinché si apra una interlocuzione sul tema con il Governo e si mettano in campo tutte le iniziative necessarie ad ottenere il provvedimento.
La mozione è sostenuta da PD, UpT (Unione per il Trentino), Verdi, Gruppo Misto, Patt (Partito autonomista).
Dopo l’impegno dell’assessore provinciale alla solidarietà Lia Giovanazzi Beltrami a contattare il ministro Riccardi, questo passo concretizza la volontà del Governo Provinciale del Trentino di appoggiare la petizione di Melting Pot!
Mozione Consiglio Provincia Atutonoma di Trento
Il commento del Consigliere Matitia Civico su mattiacivico.wordpress.it
Il commento del Consigliere Matitia Civico su mattiacivico.wordpress.it
[ giovedì 26 gennaio 2012 ]
Fonte: Melting Pot
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Tindara Ignazzitto
domenica 22 gennaio 2012
Napoli: gli immigrati entreranno in consiglio comunale, i sedicenni voteranno al referendum
La Giunta De Magistris ha approvato
due provvedimenti: il primo contiene il regolamento che disciplina
l’elezione di un cittadino extracomunitario per la partecipazione al
Consiglio comunale, il secondo estende il diritto di voto nei referendum
ai sedicenni
Grazie
a questo provvedimento alle sedute del consiglio comunale potrà
partecipare, con solo diritto di parola, un cittadino extracomunitario
eletto secondo modalità fissate da un apposito regolamento.
Con il secondo provvedimento, invece, è
stato approvato il regolamento con il quale si da la possibilità di
estendere il diritto al voto, per i referendum consultivi, ai cittadini
che abbiano compiuto il sedicesimo anno di età, ai residenti cittadini
dell’Unione e ai residenti extracomunitari.
“Con l’approvazione di queste
due delibere - ha dichiarato l’assessore Lucarelli - si conferma il
cammino di questa amministrazione per la costruzione di un modello di
partecipazione democratica ed inclusiva esteso a tutti i membri della
comunità, in controtendenza con la prassi sempre più diffusa a livello
nazionale di pratiche accentratrici ed escludenti”.
“La
regolamentazione dell’elezione di un rappresentante degli
extracomunitari per la partecipazione al Consiglio Comunale - ha
dichiarato da parte sua l’assessore D’Angelo - e l’estensione del
diritto di voto nei referendum anche ai residenti non cittadini
italiani, siano essi appartenenti ai paesi della comunità Europea o
extracomunitari, nasce in considerazione del carattere ormai multietnico
della comunità cittadina”.
di Redattore Sociale
sabato 21 gennaio 2012
Appello di ZaLab al Presidente del Consiglio Monti per rivedere gli accordi sull'immigrazione con la Libia. Le testimonianze dei migranti respinti in un nuovo documentario
ENGLISH VERSION BELOW
Il Presidente Monti in Libia: appello di ZaLab per rivedere gli accordi sull'immigrazione.
Per la prima volta le testimonianze dei migranti respinti nel 2009-2010 in un nuovo documentario in uscita a marzo 2012: MARE CHIUSO di S.Liberti e A.Segre.
In vista dell’imminente incontro tra il Governo italiano e quello
libico, ci rivolgiamo al presidente del consiglio, Prof. Mario Monti,
con l’auspicio che già in occasione di tale incontro venga dato un
chiaro e inequivocabile segnale di discontinuità rispetto alle politiche
finora adottate dall’Italia in materia di immigrazione.
Come è noto, gli accordi firmati con la Libia, a partire da quello
sui pattugliamenti congiunti fino al “Trattato di amicizia, partenariato
e cooperazione”, hanno dato avvio alla pratica dei “respingimenti in
mare”. A partire dal maggio 2009, tutti i barconi intercettati nel
Canale di Sicilia sono stati ricondotti in Libia. Questa pratica è stata
condannata dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati,
dal Consiglio d’Europa ed è attualmente oggetto di un processo
intentato alla Corte europea per i diritti umani di Strasburgo contro il
governo italiano da 24 cittadini somali ed eritrei, riportati in Libia
il 7 maggio 2009.
Molti dei migranti respinti (circa 2000 nelle varie operazioni
condotte) erano richiedenti asilo che, sebbene bisognosi di protezione,
sono stati invece riconsegnati alle autorità libiche, chiusi in carcere e
condannati a subire varie forme di torture e abusi. Durante le
operazioni di respingimento, i migranti sono stati ingannati dai
militari italiani: è stato loro detto che stavano per essere portati in
Italia e, al momento dello sbarco, sono stati consegnati manu militari
ai libici. In ripetute occasioni, i militari italiani sono ricorsi
all’uso della forza.
Le testimonianze dirette di alcuni di questi respinti sono raccolte nel documentario Mare chiuso di Stefano Liberti e Andrea Segre, prodotto da ZaLab con il supporto di Open Society Foundations, in uscita il prossimo marzo e di cui da oggi rendiamo pubblico il trailer. (Il documentario sarà in distribuzione da fine marzo 2012. Per info: distribuzione@zalab.org)
Qualunque sia l'imminente decisione della corte di Strasburgo, in occasione del suo viaggio a Tripoli chiediamo al professor Monti di annunciare chiaramente e solennemente che l’Italia cesserà ogni pratica di respingimento in mare.
Auspichiamo pertanto che questo primo incontro con le autorità
libiche sia un primo e decisivo passo per chiudere con un passato
vergognoso e avviare un nuovo modo di affrontare le migrazioni nel pieno
rispetto degli obblighi internazionali e dei diritti umani.
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Leggete anche la lettera di Amnesty International al Presidente Monti
cliccando qui
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Prime Minister Monti in Libya: Zalab urges the Italian government to review immigration deals.
For the first time accounts of migrants “pushed back” to Libya
in 2009-2010 by the Italian navy in a new documentary film, available
from March 2012: MARE CHIUSO by S.Liberti and A.Segre
As an official Italian governmental delegation, headed by Prime
Minister prof. Mario Monti, is going to Libya, we urge M. Monti to mark a
clear turning point on the bilateral policy regarding immigration
control.
The different deals signed with Libya in the past few years, from
the one on the joint patrols to the “Treaty of friendship, partenership
and cooperation”, have paved the way for the so-called “push back
operations” in high seas. From May 2009, all the boats intercepted in
the Mediterranean Sea between Libya and Sicily have been stopped and
brought back to Libya. This policy has been condamned by the United
Nations High Commissioner for Refugees (Unhcr) and the Council of
Europe. Moreover, the Italian government has been brought to justice at
the European Court of Human Rights by 24 Somali and Eritrean nationals,
who were “pushed back” to Libya on the 7th of May 2009.
Many of the “pushed back” migrants (a total of about 2000 people)
were asylum seekers. While they were looking for international
protection, they were instead taken back to Libya, put in jail and
exposed to different forms of tortures and abuses. During the “push back
operations”, the migrants were cheated by the Italian soldiers, who
told them they were heading to Italy. As they arrived in Libya, they
were forcibly handed over to the Libya policemen, often in a violent
manner.
First-hand accounts from some of these “pushed back” migrants are part of the documentary film Mare chiuso (Closed sea), by Stefano Liberti and Andrea Segre, produced by ZaLab with the support of the Open Society Foundations. The movie will be released in March 2012. Today we show a trailer, available at this link. (The documentary will be available for screening at the end of March 2012.
To organize a screening please contact us at distribuzione@zalab.org).
Regardless to the forthcoming final verdict of the European Court of Human Rights, we urge prof. Mario Monti to
announce solemny and clearly during his official visit in Libya that
Italy is not going to make “push back operations” in high seas any more.
We hope this first meeting with the new Libyan Authorities will be a
first step to turn over a shameful past and to start a new way to cope
with migration in full compliance with international obligations and
human rights.
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Tindara Ignazzitto
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Lettera di Amnesty International al Presidente del Consiglio Monti sugli accordi di cooperazione con la Libia
Amnesty International scrive al presidente del Consiglio Monti in occasione della visita in Libia: "La cooperazione con Tripoli sia basata sui diritti umani"
CS006: 19/01/2012
In vista della prossima visita
in Libia del 21 gennaio, Amnesty International ha scritto oggi al
presidente del Consiglio Mario Monti, chiedendo al governo italiano di
prendere in considerazione una serie di raccomandazioni relative alla
situazione dei diritti umani in Libia e alla tutela dei diritti umani
dei migranti e dei richiedenti asilo.
Per favorire le profonde riforme indispensabili per dare vita a un sistema di garanzie che rappresenti una rottura con l'eredità della totale impunità per le violazioni dei diritti umani lasciata dal precedente governo libico, Amnesty International sollecita il governo italiano ad assicurarsi che il rispetto dei diritti umani e la responsabilità per le violazioni dei diritti umani permeino tutte le discussioni con le autorità libiche, nonché a offrire assistenza nello sviluppo e nell'attuazione di un programma globale di riforme nel campo dei diritti umani nel paese.
Per favorire le profonde riforme indispensabili per dare vita a un sistema di garanzie che rappresenti una rottura con l'eredità della totale impunità per le violazioni dei diritti umani lasciata dal precedente governo libico, Amnesty International sollecita il governo italiano ad assicurarsi che il rispetto dei diritti umani e la responsabilità per le violazioni dei diritti umani permeino tutte le discussioni con le autorità libiche, nonché a offrire assistenza nello sviluppo e nell'attuazione di un programma globale di riforme nel campo dei diritti umani nel paese.
A questo proposito, il governo italiano dovrebbe incoraggiare le autorità libiche, tra l'altro, a:
- adottare le misure necessarie per abolire la pena di morte;
- riformare i settori della sicurezza e delle forze di polizia, così come il sistema giudiziario penale;
- porre fine agli arresti arbitrari e garantire che i detenuti abbiano accesso a un avvocato;
- sradicare la tortura e gli altri trattamenti, disumani e degradanti;
- porre fine a qualsiasi tipo di discriminazione e adottare misure concrete per proteggere da violenza, minacce, intimidazioni e abusi coloro che sono sospettati di essere migranti irregolari;
- ratificare la Convenzione del 1951 relativa allo status dei rifugiati e il suo Protocollo del 1967 e cooperare pienamente con l'Ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.
Riguardo alla cooperazione in materia d'immigrazione tra Italia e Libia, Amnesty International chiede al governo italiano di:
- desistere dal condurre qualsiasi operazione di "respingimento" (rinvio forzato) in mare verso la Libia o di cooperazione con la Libia nell'intercettare migranti e respingerli;
- mettere da parte il Memorandum d'intesa sul "controllo delle migrazioni", firmato con il Consiglio nazionale di transizione (Cnt) il 17 giugno 2011, fino a una revisione approfondita dell'incidenza sui diritti umani degli accordi firmati dai due paesi in questo settore, e finché non siano state introdotte le necessarie modifiche, al fine di garantire che il "controllo dell'immigrazione" non abbia mai luogo a spese dei diritti umani;
- assicurarsi che ogni forma di cooperazione con le autorità libiche, futura e in corso, in materia di immigrazione sia assolutamente trasparente e subordinata all'impegno e alla capacità delle due parti di rispettare appieno i diritti umani di richiedenti asilo, rifugiati e migranti, e che sia coerente con il diritto internazionale dei diritti umani e del diritto internazionale dei rifugiati.
La lettera di Amnesty
International ricorda come i precedenti accordi in materia di "controllo
dell'immigrazione" abbiano comportato gravi violazioni dei diritti
umani, tra cui le operazioni di "respingimento" (rinvio forzato) in mare
verso la Libia, risultanti in arresti arbitrari, tortura e detenzione a
tempo indeterminato in condizioni disumane. Vengono citati, tra gli
altri, il Protocollo tra la Repubblica italiana e la Gran Giamahiria
araba libica popolare socialista, firmato dal ministro dell'Interno
italiano e dal suo omologo libico il 29 dicembre 2007 (modificato nel
2009), il Protocollo aggiuntivo tecnico-operativo, firmato dal Capo
italiano di polizia e dal suo omologo libico (lo stesso giorno) e le
disposizioni pertinenti del Trattato di amicizia, partenariato e
cooperazione firmato nell'agosto 2008 dall'ex primo ministro Berlusconi e
dall'allora leader libico Muammar al-Gheddafi.
Ha destato motivi di preoccupazione anche il Memorandum d'intesa firmato il 17 giugno 2011 tra le autorità italiane e il Cnt, con cui le due parti hanno confermato il loro impegno a una gestione comune dei flussi migratori attraverso l'applicazione degli accordi già esistenti di cooperazione sull'"immigrazione irregolare", nonché all'aiuto reciproco e alla cooperazione nella "lotta contro l'immigrazione irregolare", anche attraverso il "rimpatrio di immigrati irregolari".
Amnesty International ha già avuto modo di esprimere la sua seria preoccupazione in merito a questo sviluppo. Durante il conflitto in Libia, gli africani subsahariani sono stati particolarmente soggetti ad arresti arbitrari da parte delle forze che si opponevano al colonnello Gheddafi, basati sul colore della loro pelle e sulla convinzione che le forze di Gheddafi utilizzassero mercenari centroafricani. Un rapporto del Segretario generale dell'Onu al Consiglio di sicurezza, presentato il 28 novembre 2011, ha evidenziato che circa 7000 persone erano detenute nelle carceri e nei centri di detenzione improvvisati della Libia, molti dei quali sotto il controllo di brigate rivoluzionarie.
Dal momento della nomina del nuovo governo libico, nel mese di novembre, Amnesty International ha continuato a ricevere segnalazioni da parte di africani subsahariani che denunciano di essere perseguitati, minacciati e maltrattati. I rappresentanti di Amnesty International che hanno visitato il centro di detenzione di Ain Zara, sono venuti anche a conoscenza di circa 400 africani subsahariani, arrestati nel dicembre 2011 durante la loro fuga in barca verso l'Europa. Molti di loro hanno riferito di continuare a essere detenuti senza alcuna accusa formale in un centro di detenzione a Tripoli.
FINE DEL COMUNICATO Roma, 19 gennaio 2012
Per approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it
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Tindara Ignazzitto
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mercoledì 18 gennaio 2012
Progetto La città oltre lo sguardo
“La città oltre lo sguardo”
Fondo Europeo per l’Integrazione dei cittadini di Paesi Terzi
Az. 2 Progetti Giovanili Annualità 2010
Partners del progetto: Comune
di Palermo (capofila), Provincia Regionale di Palermo, No colors, I
sicaliani, Narramondi, Centro Padre Nostro, Coser, Parsifal.
Titolo del progetto “ La città oltre lo sguardo”
Il
progetto si compone di 3 azioni sincroniche e complementari, distinte
in base al target dei destinatari ed al contesto degli interventi:
- Azione 1 La strada per l’integrazione riguarda giovani italiani e stranieri di età compresa tra i 18 e 25 anni , e prevede:
- Laboratorio grafico informatico: i giovani apprenderanno le tecniche grafico informatiche di maggiore uso. Realizzeranno una guida ai servizi ed alle risorse territoriali rivolte ai giovani acquisendo le informazioni necessarie dalle agenzie istituzionali e del terzo settore , traducendole in differenti lingue ed organizzandole in una pubblicazione adatta ad un pubblico giovanile;
- Laboratorio Teatro Forum: il teatro forum è una forma di teatro interattiva e partecipativa in cui attori e spet-attori sviluppano attraverso la rappresentazione scenica una riflessione sul tema trattato;
- Laboratorio di Arte Urbana. Laboratorio attraverso il quale i giovani partecipanti apprenderanno le tecniche di realizzazione dei graffiti, murales e fumetti
- RAII (Rappresentazione Artistica Integrata Interculturale): eventi multietnici e multiculturali finalizzate a promuovere l’integrazione giovanile attraverso le rappresentazioni artistiche diverse (musica, danza,arte, foto, fumetti etc) con profili e competenze artistiche diverse ma accomunate dalla partecipazione giovanile e dal rafforzamento verso i comportamenti quali solidarietà, tolleranza, democrazia;
- Ludobus Vivi Palermo: unità mobile di strada che avrà il compito di animare le piazze di Palermo dove maggiore è la concentrazione di cittadini di paesi terzi e svolgerà attività di sensibilizzazione ed informazione sui temi dell’integrazione , sul dialogo interculturale e distribuirà la guida dei servizi preparata dai ragazzi.
Azione 2 Le Finestre della scuola è indirizzata a studenti italiani di età compresa tra gli 11 ed i 18 anni ed alle loro famiglie e prevede:
- Sportello famiglia : verranno attivati presso alcune scuole del territorio palermitano, sportelli dedicati alla consulenza psico sociale alle famiglie ed interventi di rete volti a sostenere l’inserimento e l’integrazione scolastica degli studenti stranieri.
- Laboratorio di lettura e scrittura creativa: percorsi di lettura, giochi di ruolo e simulazione ,proiezione di film sceneggiati da libri di narrativa per ragazzi attività di lettura animata, con particolare riguardo alla letteratura di provenienza dei paesi dei ragazzi coinvolti;
- City Lab: 6 percorsi artistico culturali volti a promuovere la socializzazione e la conoscenza della cultura e delle tradizioni artistiche della città ospitante e delle culture “altre” sono previste escursioni e passeggiate;
- Laboratorio “Stereotipi no grazie” Incontri tematici strutturati sugli stereotipi dei mass media, verranno coinvolti rappresentanti del mondo accademico, aziendale, dello spettacolo;
- In- Oltre (campi scuola estivi): spazi ludici educativi ed occasioni di crescita individuali e di gruppo valorizzando le risorse del gruppo coinvolto nell’esperienza;
- Laboratorio di erbe aromatiche “Odore di Zagara e Menta”: finalizzato all’apprendimento della coltivazione, raccolta e conservazione delle erbe officinali;
- Laboratorio di sviluppo delle capacità genitoriali: offrire alle donne un tempo per sé per riflettere sul proprio ruolo di madre, sul rapporto con l’altro genitore, sul proprio stile educativo e sulle scelte da affrontare;
- Laboratorio danza- movimento-terapia;
- Laboratorio narrativo esperienziale;
- Laboratorio Le parole per capire .
- Laboratorio tipografico “ Tipografando”: laboratorio tipografico per la predisposizione e la realizzazione dei materiali relativi alla pubblicizzazione, sensibilizzazione e diffusione dei risultati delle attività del progetto. I ragazzi quindi apprenderanno competenze sulla tecnologia grafica e la sperimenteranno in corso d’opera;
- Laboratorio Multimediale. I giovani realizzeranno la documentazione video di tutte le attività previste dal progetto che verrà successivamente montata in un unico prodotto video.
DESTINATARI:
I
destinatari individuati tra i cittadini dei paesi terzi saranno prioritariamente persone che risiedono nel territorio della città di
Palermo da più di un anno, che hanno già una buona padronanza della
lingua italiana e che hanno già soddisfatto il loro bisogni primari ma
rimangono ancora esclusi dai processi culturali e sociali della comunità
civica .
DURATA:
Il progetto si articolerà nell’arco di un anno con l’avvicendarsi dei laboratori sovra espressi.
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Tindara Ignazzitto
31 marzo: Scadenza per la partecipazione al Concorso "Incontrarsi. Racconti di donne migranti e native. Iniziativa della Casa internazionale delle donne
ROMA -
Media e formazione
Incontrarsi: racconti di donne migranti e native. Iniziativa della Casa Internazionale delle Donne
Scritto da Cristina Coppi
Venerdì 13 Gennaio 2012 16:38
“Incontrarsi: Racconti di donne migranti e native”. Questo il titolo del concorso organizzato dalla Casa Internazionale delle Donne. Il concorso - che si svolge con il patrocinio della Provincia di Roma, Assessorato alle politiche culturali - vuole incoraggiare l'incontro tra migranti e native, residenti a Roma e provincia, e dare voce alle seconde generazioni delle migrazioni, ai loro problemi di integrazione e al contempo di rapporto con la terra e la cultura di provenienza.
Il concorso è aperto a tutte le donne e e le ragazze - migranti e native
- di Roma e provincia, per partecipare è sufficiente inviare un racconto della lunghezza massima di 10 cartelle (trenta righe per sessanta battute). La scadenza per l’invio degli elaborati è il 31 marzo 2012. Le opere inviate dovranno naturalmente essere inedite e redatte in italiano.
Le opere vincitrici verranno pubblicate in un volume edito dalla casa editrice Ediesse.
Dopo il concorso sarà possibile organizzare incontri con le autrici, in particolare nelle scuole. Questi incontri potranno essere un’occasione per stimolare studenti e studentesse a effettuare una riflessione e una discussione sui loro rapporti con “l’altro” (come ad esempio il compagno o compagna di classe di un altro colore e di un’altra cultura), inoltre si potrà sentire la voce delle studentesse e degli studenti appartenenti a famiglie immigrate, i loro rapporti con “l’altro”, i loro problemi ed esperienze.
La giuria del concorso - composta da Maria Rosa Cutrufelli (presidente), Cristina Ali Farah, Isabella Peretti, Igiaba Scego, Stefania Vulterini - selezionerà i racconti inviati e sceglierà dieci vincitrici; il premio consisterà appunto nella pubblicazione in volume dei racconti delle autrici prescelte.Il regolamento integrale del concorso è disponibile sul sito della Casa Internazionale delle Donne a questo link.
Dopo il concorso sarà possibile organizzare incontri con le autrici, in particolare nelle scuole. Questi incontri potranno essere un’occasione per stimolare studenti e studentesse a effettuare una riflessione e una discussione sui loro rapporti con “l’altro” (come ad esempio il compagno o compagna di classe di un altro colore e di un’altra cultura), inoltre si potrà sentire la voce delle studentesse e degli studenti appartenenti a famiglie immigrate, i loro rapporti con “l’altro”, i loro problemi ed esperienze.
La giuria del concorso - composta da Maria Rosa Cutrufelli (presidente), Cristina Ali Farah, Isabella Peretti, Igiaba Scego, Stefania Vulterini - selezionerà i racconti inviati e sceglierà dieci vincitrici; il premio consisterà appunto nella pubblicazione in volume dei racconti delle autrici prescelte.Il regolamento integrale del concorso è disponibile sul sito della Casa Internazionale delle Donne a questo link.
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Razzismo letterario e cittadinanza letteraria
Gli scrittori immigrati, anche se scrivono in italiano o sono nati
qui, non vengono considerati parte della letteratura italiana e a
nessuno di loro è mai stato consegnato un premio letterario di alto
livello. Ma la letteratura oggi è meticcia, come dimostrano casi
stranieri come quello di Ben Jelloun e Kureishi.
Benché tra una cinquantina d’anni, a detta dell’Istat, un quarto della
popolazione residente in Italia sarà composta da immigrati, gli scaffali
delle librerie continuano a essere divisi in autori italiani e stranieri: nel settore degli italiani alloggia, in ordine alfabetico, la vasta famiglia che va da Arpino a Vittorini, passando per la Brianza di Gadda e le Langhe di Fenoglio,
mentre gli scrittori dai nomi esotici – non importa se di lingua
italiana o addirittura nati in Italia – sono abitualmente collocati in
ordine di appartenenza geografica sugli scaffali della letteratura
straniera.
Ma cos’è, oggi, la letteratura italiana? Da quali materiali narrativi è composta? Che posto hanno, nel nostro immaginario, Younis Tawfik, giornalista e scrittore iracheno in esilio in Italia dal 1979, Anilda Ibrahimi, scrittrice albanese a Roma dal 1977, Igiaba Scego, giornalista e scrittrice nata in Italia da una famiglia di origine somala, Amara Lakhous, scrittore algerino a Roma dal 1995? L’elenco dei nostri “stranieri” è lungo; comprende il rumeno Mihai Mircea Butcovan, il persiano Hamid Ziarati, l’argentino Adrian Bravi, l’albanese Ornela Vorpsi – che continua a scrivere in italiano benché si sia trasferita in Francia – l’egiziana-congolese Ingy Mubiayi, e potrebbe andare avanti ancora.
Bijan Zarmandili, scrittore nato a Teheran ed esule in Italia da cinquant’anni – capace di usare la lingua italiana con tale libertà e raffinatezza da piegarla tanto alla sontuosità della poesia persiana che alla povertà mistica dei dervisci e dei sufi – fin dal suo esordio narrativo ha combattuto per essere considerato un autore italiano. « Tutti gli scrittori in esilio », spiega, « sentono voci provenienti dai luoghi della loro infanzia; voci dei tempi in cui erano in sintonia con altri volti, con gli affetti, gli odori, i colori, i rumori, persino i silenzi della propria origine. La trascrizione di tutto questo non può che dar luogo a una scrittura ibrida, bastarda nella forma e nel contenuto, perché, se pure nello scrittore che viene da un altro paese resta il tormento della provenienza, il paesaggio in cui si colloca è radicalmente mutato. È importante riflettere sull’ibridismo dell’autore esiliato, perché la letteratura d’immigrazione o, come preferisco dire, la letteratura dell’esilio, nasce da un immenso e straordinario movimento di massa: milioni di uomini e di donne che si spostano da un continente all’altro, dando luogo a una cultura fatta di elementi che impongono una metamorfosi a tutte le culture coinvolte nel processo. Questa umanità bastarda contiene, inevitabilmente, molteplici talenti poetici e intellettuali, ed è in grado di trasferire le proprie esperienze in opere letterarie che assumono sonorità e stratificazioni proprio nell’incontrarsi e nel confliggere delle lingue di provenienza e di quelle adottive; l’esito di un simile processo dialettico, tuttavia, non sta solo in una straordinaria e vitale produzione poetica, ma in una continua risignificazione dell’esistente. È per questo che, quando vengo presentato come uno “scrittore iraniano”, avverto un profondo disagio: ridurre l’identità di uno scrittore alla sua origine implica negargli il senso di questo movimento ».
L’attribuzione di una piena cittadinanza linguistica agli scrittori di origine straniera – una sorta di ius soli per chi abbia avuto nascita alla scrittura nella nostra lingua – sembra l’ultimo tabù della nostra globalizzazione; la loro opera non ha ancora una nominazione condivisa, e le definizioni più usate (“letteratura migrante in lingua italiana”, “letteratura transnazionale”, “letteratura italofona”, “letteratura postcoloniale”) si tengono in un’ambiguità tra riconoscimento di valore letterario, giudizio politico e sguardo antropologico. « Quando la musica delle sillabe e la coerenza dei ritmi vengono utilizzate non dai poeti che hanno avuto maternità in una certa lingua, ma dai suoi figli illegittimi, confrontarsi con l’ibridismo di chi lavora con le parole diventa una vicenda complessa », dice ancora Zarmandili. « In Italia c’è sempre il rischio che questa scrittura venga ghettizzata, etichettata, risospinta verso la sua origine, ma è proprio la novità epocale costituita dall’immigrazione a dare nuova linfa all’Italia di oggi; a darci conto del caos di questo mondo che, meraviglioso e vivificante, si riflette su di noi, chiedendoci un pensiero estetico e politico ».
Quindici anni dopo aver lasciato il Marocco per trasferirsi a Parigi, Tahar Ben Jelloun si vide assegnare il prestigiosissimo premio Goncourt, che ne fece uno scrittore di lingua francese a tutto tondo, e Hanif Kureishi, nato a Londra da padre pakistano e madre inglese, è considerato un autore inglese, non un pakistano anglofono. Un passo avanti potrebbe essere l’attribuzione di uno Strega, un Campiello a uno dei nostri autori ibridi, a sottolineare la loro piena appartenenza alla cultura, alla letteratura italiana.
Saturno, 13 gennaio 2012
Ma cos’è, oggi, la letteratura italiana? Da quali materiali narrativi è composta? Che posto hanno, nel nostro immaginario, Younis Tawfik, giornalista e scrittore iracheno in esilio in Italia dal 1979, Anilda Ibrahimi, scrittrice albanese a Roma dal 1977, Igiaba Scego, giornalista e scrittrice nata in Italia da una famiglia di origine somala, Amara Lakhous, scrittore algerino a Roma dal 1995? L’elenco dei nostri “stranieri” è lungo; comprende il rumeno Mihai Mircea Butcovan, il persiano Hamid Ziarati, l’argentino Adrian Bravi, l’albanese Ornela Vorpsi – che continua a scrivere in italiano benché si sia trasferita in Francia – l’egiziana-congolese Ingy Mubiayi, e potrebbe andare avanti ancora.
Bijan Zarmandili, scrittore nato a Teheran ed esule in Italia da cinquant’anni – capace di usare la lingua italiana con tale libertà e raffinatezza da piegarla tanto alla sontuosità della poesia persiana che alla povertà mistica dei dervisci e dei sufi – fin dal suo esordio narrativo ha combattuto per essere considerato un autore italiano. « Tutti gli scrittori in esilio », spiega, « sentono voci provenienti dai luoghi della loro infanzia; voci dei tempi in cui erano in sintonia con altri volti, con gli affetti, gli odori, i colori, i rumori, persino i silenzi della propria origine. La trascrizione di tutto questo non può che dar luogo a una scrittura ibrida, bastarda nella forma e nel contenuto, perché, se pure nello scrittore che viene da un altro paese resta il tormento della provenienza, il paesaggio in cui si colloca è radicalmente mutato. È importante riflettere sull’ibridismo dell’autore esiliato, perché la letteratura d’immigrazione o, come preferisco dire, la letteratura dell’esilio, nasce da un immenso e straordinario movimento di massa: milioni di uomini e di donne che si spostano da un continente all’altro, dando luogo a una cultura fatta di elementi che impongono una metamorfosi a tutte le culture coinvolte nel processo. Questa umanità bastarda contiene, inevitabilmente, molteplici talenti poetici e intellettuali, ed è in grado di trasferire le proprie esperienze in opere letterarie che assumono sonorità e stratificazioni proprio nell’incontrarsi e nel confliggere delle lingue di provenienza e di quelle adottive; l’esito di un simile processo dialettico, tuttavia, non sta solo in una straordinaria e vitale produzione poetica, ma in una continua risignificazione dell’esistente. È per questo che, quando vengo presentato come uno “scrittore iraniano”, avverto un profondo disagio: ridurre l’identità di uno scrittore alla sua origine implica negargli il senso di questo movimento ».
L’attribuzione di una piena cittadinanza linguistica agli scrittori di origine straniera – una sorta di ius soli per chi abbia avuto nascita alla scrittura nella nostra lingua – sembra l’ultimo tabù della nostra globalizzazione; la loro opera non ha ancora una nominazione condivisa, e le definizioni più usate (“letteratura migrante in lingua italiana”, “letteratura transnazionale”, “letteratura italofona”, “letteratura postcoloniale”) si tengono in un’ambiguità tra riconoscimento di valore letterario, giudizio politico e sguardo antropologico. « Quando la musica delle sillabe e la coerenza dei ritmi vengono utilizzate non dai poeti che hanno avuto maternità in una certa lingua, ma dai suoi figli illegittimi, confrontarsi con l’ibridismo di chi lavora con le parole diventa una vicenda complessa », dice ancora Zarmandili. « In Italia c’è sempre il rischio che questa scrittura venga ghettizzata, etichettata, risospinta verso la sua origine, ma è proprio la novità epocale costituita dall’immigrazione a dare nuova linfa all’Italia di oggi; a darci conto del caos di questo mondo che, meraviglioso e vivificante, si riflette su di noi, chiedendoci un pensiero estetico e politico ».
Quindici anni dopo aver lasciato il Marocco per trasferirsi a Parigi, Tahar Ben Jelloun si vide assegnare il prestigiosissimo premio Goncourt, che ne fece uno scrittore di lingua francese a tutto tondo, e Hanif Kureishi, nato a Londra da padre pakistano e madre inglese, è considerato un autore inglese, non un pakistano anglofono. Un passo avanti potrebbe essere l’attribuzione di uno Strega, un Campiello a uno dei nostri autori ibridi, a sottolineare la loro piena appartenenza alla cultura, alla letteratura italiana.
Saturno, 13 gennaio 2012
*****************
di Igiaba Scego
Igiaba Scego, giornalista e scrittrice nata in Italia da una famiglia
di origini somale, risponde all'articolo di Daniela Padoan sugli
scrittori che scrivono in italiano e non vincono premi letterari.
L'esperienza della Scego è diversa, e l'articolo diventa spunto per
attribuire le responsabilità anche ai media e alle case editrici.
di Igiaba Scego, intervento nel dibattito sul “razzismo letterario”
Nel 2011 ho vinto un premio letterario: il premio Mondello.
Nel 2011 ho vinto un premio letterario: il premio Mondello.
Non me l’aspettavo. Naturalmente sono stata felice del premio. Onorata. Tra i premiati c’era anche il grande Javier Cercas, uno scrittore che stimo ed amo molto. Specifico che ho vinto il premio per la letteratura italiana.
Ci tengo a sottolinearlo perché era la prima volta che una figlia di
migranti vinceva il premio in questa categoria del Mondello. Dopo il
premio (forse ingenuamente confesso) mi aspettavo una discussione sulle pagine culturali dei
giornali. Speravo davvero che questa mia vittoria potesse essere usata
come pretesto per parlare dei colleghi migranti e figli di migranti che
non solo scrivono in italiano, ma danno lustro alla letteratura
nazionale innervandola di nuovi temi e nuovi linguaggi. Invece c’è stato
il solito silenzio assordante.
Purtroppo ho notato che di noi nei paginoni culturali dei giornali (ma lo stesso vale per i programmi TV) non si parla proprio. Chi ne parla lo fa spesso solo in termini folcloristici (anche se ci sono state eccezioni eccellenti a questa cattiva pratica). Perché, mi chiedo, interessiamo così poco a chi fa informazione culturale? Non siamo forse anche noi parte di questo paese? A quando la cittadinanza letteraria?
Qualcuno potrebbe obbiettare che ancora tra di noi non c’è una Zadie Smith o un Hanif Kureishi. Ma siamo proprio sicuri di questo? Forse probabilmente la Zadie italiana ci è passata sotto il naso e non ce ne siamo accorti. Io credo che sia andata proprio così. Lo penso ogni volta che mi capita tra le mani il libro di Cristina Ali Farah Madre Piccola. Un signor libro davvero! Poetico, complesso, coinvolgente. Un libro molto amato dagli addetti ai lavori, molto studiato nelle università estere (da Melbourne a New York) e dai gender studies. Ma sostanzialmente ignorato dalla stampa che conta qui in Italia. Poche recensioni per un libro che meritava ben altro trattamento.
Certo la stampa ha le sue colpe, ma non è la sola. Io aggiungerei tra i colpevoli anche le case editrici. Dopo un iniziale entusiasmo per le scrittrici e gli scrittori di origine migrante siamo passati ad una momento di totale recessione. Le vie sembrano sbarrate. Si pubblica poco e manca totalmente lo scouting. Anche in questo campo ci si affida a nomi considerati sicuri, ma si punta poco sulle giovani leve. Inoltre accade spesso che il libro anche se riesce a trovare una buona pubblicazione non venga appoggiato adeguatamente dall’editore. Non si punta su questo prodotto considerandolo erroneamente troppo di frontiera. Sono ancora le piccole e medie case editrici a fare la fortuna di una scrittrice o uno scrittore di origine migrante. Sono soprattutto loro a credere in un autore e a spingerlo. Basti pensare al rapporto che si è creato tra la E/O e Amara Lakhous, una relazione vincente in tutti i sensi.
In questo fosco panorama va segnalata però una nota positiva: le lettrici ed i lettori. Il pubblico di chi fruisce dei vari Kuruvilla, Farah, Wadja, Butcovan, Brahimi sta crescendo. Un pubblico multietnico e curioso. Un pubblico che interagisce direttamente con gli scrittori attraverso i social network e naviga sui siti specializzati.
Per una scrittrice, per uno scrittore, sono proprio loro il premio più bello.
Purtroppo ho notato che di noi nei paginoni culturali dei giornali (ma lo stesso vale per i programmi TV) non si parla proprio. Chi ne parla lo fa spesso solo in termini folcloristici (anche se ci sono state eccezioni eccellenti a questa cattiva pratica). Perché, mi chiedo, interessiamo così poco a chi fa informazione culturale? Non siamo forse anche noi parte di questo paese? A quando la cittadinanza letteraria?
Qualcuno potrebbe obbiettare che ancora tra di noi non c’è una Zadie Smith o un Hanif Kureishi. Ma siamo proprio sicuri di questo? Forse probabilmente la Zadie italiana ci è passata sotto il naso e non ce ne siamo accorti. Io credo che sia andata proprio così. Lo penso ogni volta che mi capita tra le mani il libro di Cristina Ali Farah Madre Piccola. Un signor libro davvero! Poetico, complesso, coinvolgente. Un libro molto amato dagli addetti ai lavori, molto studiato nelle università estere (da Melbourne a New York) e dai gender studies. Ma sostanzialmente ignorato dalla stampa che conta qui in Italia. Poche recensioni per un libro che meritava ben altro trattamento.
Certo la stampa ha le sue colpe, ma non è la sola. Io aggiungerei tra i colpevoli anche le case editrici. Dopo un iniziale entusiasmo per le scrittrici e gli scrittori di origine migrante siamo passati ad una momento di totale recessione. Le vie sembrano sbarrate. Si pubblica poco e manca totalmente lo scouting. Anche in questo campo ci si affida a nomi considerati sicuri, ma si punta poco sulle giovani leve. Inoltre accade spesso che il libro anche se riesce a trovare una buona pubblicazione non venga appoggiato adeguatamente dall’editore. Non si punta su questo prodotto considerandolo erroneamente troppo di frontiera. Sono ancora le piccole e medie case editrici a fare la fortuna di una scrittrice o uno scrittore di origine migrante. Sono soprattutto loro a credere in un autore e a spingerlo. Basti pensare al rapporto che si è creato tra la E/O e Amara Lakhous, una relazione vincente in tutti i sensi.
In questo fosco panorama va segnalata però una nota positiva: le lettrici ed i lettori. Il pubblico di chi fruisce dei vari Kuruvilla, Farah, Wadja, Butcovan, Brahimi sta crescendo. Un pubblico multietnico e curioso. Un pubblico che interagisce direttamente con gli scrittori attraverso i social network e naviga sui siti specializzati.
Per una scrittrice, per uno scrittore, sono proprio loro il premio più bello.
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