Programma Educazione alla Pace presentato da Tindara Ignazzitto - Consulta per la Pace di Palermo

Programma di Educazione alla Pace - TPRF

sabato 28 gennaio 2012

Mineo. Un migrante bengalese denuncia la corruzione nel CARA

A dicembre un interprete bengalese aveva chiesto a un connazionale 440 euro. Assicurava l`esito positivo per la richiesta di rifugiato politico. Sarebbe stato `segnalato` da un poliziotto. Oggi invece la vittima ha avuto un diniego, nonostante la coraggiosa denuncia. "Adesso le nostre vite sono in pericolo", dice. "Questo somiglia alla mafia".
 

MINEO (CT) - Lo scorso dicembre la polizia arrestava per estorsione un bengalese di 37 anni, Mainul Mohd Alam, interprete nel Cara di Mineo. Secondo l`accusa, si sarebbe fatto consegnare 440 euro da un suo connazionale per assicurare un esito positivo alla sua richiesta sullo status di rifugiato.
I soldi sarebbero stati un anticipo di una tangente da 5mila euro che l`interprete avrebbe chiesto fossero consegnati a suoi familiari in Bangladesh da altri congiunti. Oggi la vittima denuncia di avere ricevuto il diniego dalla commissione.

Lavorava in Libia fino alla guerra. Poi è stato costretto a scappare. Il 9 aprile è arrivato a Lampedusa. Quindi il trasferimento a Mineo. "Qui" racconta, "un poliziotto mi ha preso da parte e mi ha detto: contatta l`interprete. Pagalo e lui tradurrà la tua intervista alla commissione. Questo somiglia alla mafia". In totale voleva 5000 euro per tutti i documenti. "Siamo andati in Questura e abbiamo denunciato tutto", prosegue.

Poi l`interprete è stato arrestato. Ma infine è arrivato il diniego. "Non ci hanno dato né la protezione umanitaria né nulla. Adesso le nostre vite sono in pericolo. Sono qui da nove mesi senza poter lavorare".

Enrico Montalbano, "Mineo. Un migrante bengalese denuncia la corruzione nel CARA", terrelibere.org, 28 gennaio 2012, http://www.terrelibere.org/mineo-un-migrante-bengalese-denuncia-la-corruzione-nel-cara