Programma Educazione alla Pace presentato da Tindara Ignazzitto - Consulta per la Pace di Palermo

Programma di Educazione alla Pace - TPRF

mercoledì 12 gennaio 2011

15 gennaio, Palermo: Presidio davanti al Consolato della Tunisia a sostegno delle lotte dei giovani del Maghreb e contro il liberismo che nega il futuro

Presidio davanti al consolato della Tunisia

Piazza Ignazio Florio, 24, Palermo

Sabato 15 gennaio 2011, ore 10-13

A sostegno delle lotte dei giovani nel Maghreb
e contro il liberismo che nega il futuro

Le rivolte esplose in quasi tutte le città della Tunisia e dell’Algeria e prima anche del Marocco nascono dalle stesse motivazioni che hanno provocato le lotte dei giovani a Londra come in Italia, in Francia e altrove. Le conseguenze delle scelte liberiste sono dappertutto le stesse: accentuazione dell’asimmetria di potere e della distanza fra ricchezza e povertà, corruzione e protervia di poteri reazionari se non di tipo apertamente mafioso, erosione dei diritti fondamentali, negazione del futuro della società e quindi in primo luogo dei giovani. Puntando all’arricchimento immediato di pochi – da Cameron a Sarkozy, da Berlusconi a Ben Ali, da Bouteflika alla cerchia di potere del re del Marocco – il liberismo favorisce soltanto gli affari privati dei più forti e distrugge i servizi pubblici e quindi ogni prospettiva vivibile. I regimi tunisino e algerino stanno minacciando il bagno di sangue approfittando dell’appoggio dei governi francese e italiano e di altri europei. In Algeria e in Tunisia la polizia e l’esercito sparano persino sulle persone andate ai funerali degli assassinati. La gravità della situazione è rivelata dalla stessa Ue costretta a chiedere il cessate il fuoco dopo le decine di morti e le varie centinaia di feriti. Il rischio di un bagno di sangue è alto.

Per parte nostra ci impegniamo a sostenere queste lotte come quelle per la difesa dei diritti fondamentali dei lavoratori con ogni sorta di iniziative nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nelle università e nei quartieri, e organizzando anche un effettivo sostegno ai militanti maghrebini che rischiano la feroce persecuzione anche con metodi mafiosi. Che in tutte le università e le fabbriche europee ci si mobiliti a fianco delle rivolte nel Maghreb.

Inviare adesioni a:

Lavoro, libertà, dignità per il popolo tunisino!

Forum Antirazzista di Palermo



Il testo di 'Rais LeBled' del rapper tunisino “El Général”
che è stato arrestato per qualche giorno a gennaio 2011
per quest’inno delle ribellioni in Tunisia

Presidente, oggi parlo con te

nel nome mio e nel nome di tutto il popolo,

un popolo che vive nel dolore ancora nel 2011!

C’è ancora gente che muore di fame!

Vogliono lavorare, vogliono sopravvivere,

ma nessuno ascolta la loro voce!

Scendi in strada e guarda!

La gente sta impazzendo e i poliziotti diventano mostri,

ormai sanno usare solo i manganelli,

tac tac,

non gliene importa,

tanto non c’è nessuno pronto a dire no!



La legge e la costituzione

sono solo sulla carta.

Ogni giorno sento di processi

contro la povera gente,

anche quando tutti sanno che quella è una brava persona!

E vedo serpenti ovunque pronti a mordere le nostre ragazze

Accetteresti che tua figlia fosse morsa?

Lo so, certe parole fanno piangere gli occhi...

Ma tu sei un padre e un padre non permetterebbe

che tutto questo accada ai suoi figli!

Il mio è il messaggio di uno dei tuoi figli,

uno che prova a parlare con te.



Parlo con dolore,

viviamo come cani!

Metà della popolazione vive nell’umiliazione

e beve l’oppressione.

Presidente, il tuo popolo sta morendo!

Guarda quello che sta accadendo!

La gente non ha più un posto dove abitare!

Parlo nel nome di tutto il popolo,

c’è gente che mangia dalla spazzatura!

Guarda quello che sta accadendo nel paese!



Presidente hai detto che era il tempo di parlare senza paura.

Ok, io ho parlato

anche se so che adesso mi aspettano guai!

Vedo l’ingiustizia ovunque,

ecco perché ho deciso di raccontare tutto!



Per quanto tempo ancora i tunisini

dovranno vivere sotto la paura?!

Dov’è la libertà di espressione?

Solo sulla carta!

Presidente guarda!

Oggi il paese è diventato un deserto diviso in due.

Ci sono ladri dappertutto,

tutti li vedono ma nessuno può dire niente!

Rubano i soldi delle infrastrutture,

e tu sai bene di chi parlo!

Figli di un cane!

Si sono mangiati i soldi del povero popolo

e adesso non vogliono lasciare la poltrona!



Signor presidente,

se il nostro popolo vivesse in modo dignitoso,

non avrei ragioni per dire queste cose.

E invece sono sempre gli stessi problemi,

le stesse sofferenze.