Un corso sul diritto degli stranieri, un comitato per le vittime della tratta ed un osservatorio contro le discriminazioni razziali.
Dal Primo marzo, giornata contro il razzismo istituzionale, partono tre importanti iniziative per la tutela dei diritti dei migranti. Sono stati mesi difficili, gli ultimi, per le comunità di stranieri residenti a Palermo. Mesi di abusi, di violenze, di lutti. Ci sono stati i raid razzisti alla Zisa, con tre tamil pestati a sangue dal branco. Quindi, le frequenti ruberie ai danni di ambulanti nel centro storico. Infine, la morte di due ragazze nigeriane. Prima è toccato a Favour Nike Adekunle, il cui corpo senza vita è stato ritrovato il 22 dicembre nelle campagne di Misilmeri. Poi, lo scorso 5 febbraio, è stata la volta della ventiduenne Loveth Edward, il cui è cadavere è stato abbandonato in via Filippo Juvara, come fosse un rifiuto di cui disfarsi in tutta fretta. A loro è intitolato il coordinamento, composto da una ventina di associazioni e parrocchie, che chiede giustizia per le ragazze uccise e tutela per le altre vittime di un sistema di sfruttamento che mercifica le vite umane e ne fa
carne da macello. “Il problema della tratta rappresenta la peggiore violazione diritti umani che possa concepire l’uomo, eppure avviene ogni giorno sotto i nostri occhi, anche nella nostra città - denuncia il presidente del Ciss, Sergio Cipolla -. Se un secolo e mezzo fa uno schiavo costava 70mila dollari, oggi viene comprato con 10-15mila euro, una cifra che scende a mille euro se si tratta di un minore. Il fenomeno passa sotto silenzio e si interviene sulle prostitute solo per ridare decoro alla città”.
carne da macello. “Il problema della tratta rappresenta la peggiore violazione diritti umani che possa concepire l’uomo, eppure avviene ogni giorno sotto i nostri occhi, anche nella nostra città - denuncia il presidente del Ciss, Sergio Cipolla -. Se un secolo e mezzo fa uno schiavo costava 70mila dollari, oggi viene comprato con 10-15mila euro, una cifra che scende a mille euro se si tratta di un minore. Il fenomeno passa sotto silenzio e si interviene sulle prostitute solo per ridare decoro alla città”.
È attivo da qualche giorno anche l’osservatorio che porta il nome di Nourredine Adnane, l’ambulante tunisino [marocchino, ndr.] che si diede fuoco giusto un anno fa, come reazione agli asfissianti controlli dei vigili urbani. In Tunisia un gesto analogo accese la miccia della primavera araba; a Palermo, l’operato di alcuni agenti della polizia municipale ha innescato un’indagine della Procura, ancora in corso. “La Polizia municipale si è dimostrata particolarmente attiva nell’attuazione di un’ordinanza comunale che vieta agli ambulanti di sostare per più di un’ora nello stesso posto”, ricorda Giorgio Bisagna, legale di diversi venditori immigrati. Nella città delle mille bancarelle improvvisate, gli stranieri sarebbero oggetto di particolare attenzione da parte dei caschi bianchi. La discriminazione istituzionale è uno dei punti all’attenzione dell’osservatorio, assieme a quella veicolata dai media, il cui linguaggio finisce spesso per deumanizzare e deindividualizzare i migranti, ma anche per incattivire le stesse vittime.
“L’isolamento produce autoesclusione: vogliamo stare vicino alle vittime e fare rete con gli sportelli per i migranti operativi nel territorio”, spiega Alberto Biondo, laico comboniano. Già attiva una segreteria telefonica (0917524593) per denunce anche in forma anonima, un numero di cellulare (3881749722) e un indirizzo email (palermonondiscrimina@gmail.com), mentre lo sportello sarà attivo presso la sede dei laici missionari comboniani due volte la settimana, per raccogliere testimonianze e offrire consulenza legale e psicologica. Un’iniziativa per spingere a denunciare, vincendo la paura di possibili ritorsioni.
“La crisi economica e la crescente disoccupazione fanno ritenere quasi giusto trattare gli immigrati come bestie, legittimo il loro sfruttamento”, dice Fulvio Vassallo Paleologo, docente di diritto d’asilo della Facoltà di Giurisprudenza di Palermo, che annuncia: “Per dare un quadro normativo in materia di protezione internazionale il prossimo 6 marzo partirà il corso su diritto d’asilo e status di rifugiato, che intende coinvolgere avvocati ed esperti del settore”. In cantiere ci sono inoltre corsi di formazione sul tema per legali, magistrati e assistenti sociali.
Intanto, si guarda alla frontiera lampedusana. Il bollettino degli arrivi tace da tempo ma le notizie che arrivano da oltremare parlano di migliaia di persone pronte ad affrontare la traversata.
“Auspichiamo che non ci sarà una nuova emergenza, ma dobbiamo prepararci perché non ci colga di sorpresa” ha detto il ministro per la Cooperazione, Andrea Riccardi, atterrato venerdì sull’isola assieme al ministro degli Interni Cancellieri.
Fonte: ASUD'EUROPA Anno 6 N. 9 - 5 marzo 2012
di Luca Insalaco