Lampedusa, Centro di Accoglienza: Save the Children, 2646 i minori, la gran parte dei quali non accompagnati, ospitati nel centro nel corso del 2008 spesso in condizioni critiche e inadeguate. 81 gli arrivi di minorenni, 1035 di adulti a gennaio 2009
Nonostante l'impegno delle istituzioni nella gestione dei flussi migratori nel corso degli ultimi mesi, Save the Children rileva alcune criticità relative all'accoglienza e protezione dei minori all'interno del Centro di Soccorso e Prima Accoglienza (Cspa) di Lampedusa.
Fino anche a 37 giorni la permanenza dei ragazzi nel Cspa prima del trasferimento nelle comunità d'accoglienza siciliane; mancanza di posti letto, con minori costretti a dormire per terra su materassi; inadeguate condizioni igieniche; inadeguate procedure per l'accertamento medico dell'età.Sono alcune delle evidenze emerse dal Dossier di Monitoraggio. Accoglienza e tutela dei diritti dei minori nel centro di Lampedusa realizzato da Save the Children, sulla base delle attività condotte all'interno del centro di soccorso dell'isola siciliana, nell'ambito del progetto Praesidium. Da maggio del 2008 Save the Children è impegnata nel progetto Praesidium in partenariato con CRI, OIM e UNHCR e in convenzione con il Ministero dell'Interno. L'organizzazione è dunque coinvolta nella realizzazione del modello multi-agenzia di gestione dei flussi migratori misti, basato sul soccorso e l'accoglienza dei migranti in arrivo via mare e sul successivo trasferimento in strutture appropriate sul territorio italiano.
31.250 (1) i migranti giunti nel Centro nel 2008: di essi, l'8,4% - pari a 2646 - è costituito da minori, provenienti spesso da aree afflitte da guerre o teatro di gravi violazioni dei diritti umani. Da maggio, data di avvio delle attività di Save the Children sono 1902 i minori arrivati da soli, mentre, nel mese di gennaio sono 81 i minori sbarcati e 1035 gli adulti (2).
"Il rapporto mostra con chiarezza non solo come i minori, soprattutto non accompagnati, rappresentino una quota non marginale degli arrivi”, commenta Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia, "ma anche come alla base della migrazione di tanti ragazzi o anche adulti ci sono ragioni di grave necessità che devono spingerci ad aumentare gli sforzi per dare loro adeguata accoglienza e tutela, affinché a questi minori sia garantito un futuro diverso da quello che si lasciano alle spalle. E' in tale ottica che abbiamo realizzato un rapporto di monitoraggio facendo emergere anche alcuni limiti e inadeguatezze nella tutela e accoglienza dei minori all'interno del Centro di Soccorso e Accoglienza di Lampedusa, dove operiamo dal maggio 2008”.
I migranti adulti: la gran parte provengono da Tunisia e Nigeria
Secondo il dossier di monitoraggio di Save the Children, gli arrivi di migranti adulti sono passati dai 12.169 del 2007 ai 31.250 del 2008. Sul totale dei migranti adulti, l'86% è costituito da uomini e il 14% da donne e provengono in pravalenza da Tunisia (24%), Nigeria (21%), Eritrea (12%) e Somalia (11%).
I minori migranti: vengono per lavorare o da aree di crisi
Sul totale dei 2646 minori arrivati nel 2008, la gran parte è rappresentato da minori non accompagnati: 1902 quelli giunti tra maggio e dicembre a fronte di 299 accompagnati da genitori o familiari. Quanto all'andamento degli arrivi dei minori, sia accompagnati che non, per mese, si passa dai 174 di maggio ai 411 del mese di ottobre, ai 208 del mese di novembre ai 190 di dicembre.
"Questi dati, come d'altra parte quelli relativi agli adulti, lasciano supporre che i rischi del viaggio connessi alla stagione invernale costituiscono sempre meno un deterrente alle partenze di tanti minori spinti ad abbandonare il proprio paese o a causa di guerre o perché alla ricerca di un lavoro, per sostenere sé e le proprie famiglie”, commenta ancora Valerio Neri. "Pur di arrivare in Italia, affrontano viaggi anche di 2 anni, finendo talvolta in prigione, in Libia, attraversando il deserto e rischiando di morire nel tragitto via mare sui barconi”.
Per quanto riguarda i paesi di provenienza dei minori, Egitto (25%), Eritrea (15%), Nigeria (13%), Palestina (11%), e Somalia (9%), sono le nazionalità più rappresentate; ma non mancano anche ragazzi arrivati dalla Tunisia (7%) e dal Ghana (6%) mentre è più ridotta l'incidenza di paesi come il Marocco (2%) e il Togo (2%). Quanto ai minori non accompagnati in arrivo a Lampedusa, hanno generalmente un'età compresa tra i 16 e i 17 anni, ma ve ne sono anche di età inferiore (13 e 14 anni).
Per ragazzi e ragazze, lunghe permanenze nel Centro anche fino a 37 giorni
Analizzando quindi gli standard di tutela e accoglienza, il dossier di Save the Children sottolinea come negli ultimi mesi i minori sono rimasti nel centro spesso per più di 20 giorni, con picchi di permanenza superiori ai 37 giorni, nel mese di dicembre, nonostante per legge la permanenza non possa superare le 48 ore. Inoltre, nell'ultimo periodo i minori sono stati anche trasferiti in centri per adulti anziché in comunità alloggio per minori come previsto dalla normativa.
"Si tratta di una situazione determinata dalla mancanza di posti nelle comunità per minori della Sicilia e dall'assenza di un piano nazionale che garantisca ai giovani migranti un'accoglienza adeguata su tutto il territorio”, spiega il Direttore Generale di Save the Children Italia. "In particolare in questa situazione di confusione e forte tensione, Save the Children raccomanda che venga garantito il trasferimento di tutti i migranti verso le strutture del territorio e dei minori nelle apposite comunità”.
Scarsità di posti letto e inadeguate condizioni igieniche
Nel corso del 2008 le condizioni di accoglienza del centro di Lampedusa si sono rivelate spesso critiche, si legge ancora nel dossier di Save the Children. Il centro, che ha un numero massimo di 804 posti è arrivato ad ospitare oltre 1800 migranti contemporaneamente e più di 220 minori, nell'arco di una stessa giornata, nel mese di dicembre. Tenuto conto che i minori non accompagnati vengono alloggiati insieme alle donne in un'unica struttura che dispone di circa 60 posti letto, molti ragazzi sono stati costretti a dormire, nel mese di dicembre, all'aperto su materassi di gomma sistemati sull'asfalto, sotto teli per riparasi dalla pioggia. Inoltre, spesso, anche la distribuzione di vestiario, kit igienici e beni di prima necessità è risultata inadeguata così come le generali condizioni igieniche.
"Questa situazione ormai cronica deve essere risolta con un approccio strutturale, programmando e pianificando i posti necessari nei centri di destinazione dei minori sulla base degli arrivi presunti”, precisa Valerio Neri.
Procedure inadeguate per l'accertamento dell'età A Lampedusa l'unico metodo utilizzato per l'accertamento dell'età è la radiografia del polso
Nel referto medico non viene indicato il margine di errore (calcolato in più o meno 2 anni); questo non consente di applicare il principio del beneficio del dubbio previsto dalla legge in favore del minore, con la conseguenza che questi può essere soggetto a provvedimenti di espulsione o, addirittura, al rimpatrio.
"Secondo Save the Children è importante che vengano utilizzati più metodi combinati per l'accertamento dell'età, che l'accertamento venga realizzato solo in caso di dubbio fondato, che venga sempre indicato il margine di errore nel referto e che quest'ultimo venga consegnato al minore anche per consentire un'eventuale ricorso” dichiara Valerio Neri.
Preoccupante l'istituzione del Centro di Identificazione ed espulsione (CIE)
"L'istituzione del CIE compromette il modello di gestione dei flussi migratori misti sperimentatao in questi anni, rischiando di rendere sommarie e approssimative le procedure volte all'identificazione dei gruppi vulnerabili, cioè minori, richiedenti asilo, vittime di violenza e tratta. In particolare", conclude Valerio Neri, "per i minori Save the Children ravvisa il pericolo che essi possano venire erroneamente identificati come adulti sulla base del solo accertamento medico, immediatamente trasferiti e rimpatriati, senza la possibilità di appellarsi contro la decisione relativa alla loro identificazione".
E' disponibile un Beta con immagini e interviste.
Per ulteriori informazioni:
Ufficio Stampa Save the Children Italia
tel. 06 48070023-71
press@savethechildren.itwww.savethechildren.it
(1) I dati sono stati forniti dall’Ufficio Immigrazione della Questura di Agrigento e inseriti in un database informatico predisposto da Save the Children. Per quanto riguarda invece l’attività di rilevazione degli standard di accoglienza e tutela dei diritti nel centro di Lampedusa è stata utilizzata una griglia di monitoraggio basata sugli standard nazionali e internazionali di tutela dei diritti dei minori e, per ciò che attiene le condizioni materiali di accoglienza, anche sulla convenzione per la gestione del centro stipulata tra l’ente gestore, la cooperativa Lampedusa Accoglienza, e la Prefettura di Agrigento.
(2) Il dato si riferisce agli arrivi fino al 21 gennaio
Fonte: Save the Children, 29 gennaio 2009
Nonostante l'impegno delle istituzioni nella gestione dei flussi migratori nel corso degli ultimi mesi, Save the Children rileva alcune criticità relative all'accoglienza e protezione dei minori all'interno del Centro di Soccorso e Prima Accoglienza (Cspa) di Lampedusa.
Fino anche a 37 giorni la permanenza dei ragazzi nel Cspa prima del trasferimento nelle comunità d'accoglienza siciliane; mancanza di posti letto, con minori costretti a dormire per terra su materassi; inadeguate condizioni igieniche; inadeguate procedure per l'accertamento medico dell'età.Sono alcune delle evidenze emerse dal Dossier di Monitoraggio. Accoglienza e tutela dei diritti dei minori nel centro di Lampedusa realizzato da Save the Children, sulla base delle attività condotte all'interno del centro di soccorso dell'isola siciliana, nell'ambito del progetto Praesidium. Da maggio del 2008 Save the Children è impegnata nel progetto Praesidium in partenariato con CRI, OIM e UNHCR e in convenzione con il Ministero dell'Interno. L'organizzazione è dunque coinvolta nella realizzazione del modello multi-agenzia di gestione dei flussi migratori misti, basato sul soccorso e l'accoglienza dei migranti in arrivo via mare e sul successivo trasferimento in strutture appropriate sul territorio italiano.
31.250 (1) i migranti giunti nel Centro nel 2008: di essi, l'8,4% - pari a 2646 - è costituito da minori, provenienti spesso da aree afflitte da guerre o teatro di gravi violazioni dei diritti umani. Da maggio, data di avvio delle attività di Save the Children sono 1902 i minori arrivati da soli, mentre, nel mese di gennaio sono 81 i minori sbarcati e 1035 gli adulti (2).
"Il rapporto mostra con chiarezza non solo come i minori, soprattutto non accompagnati, rappresentino una quota non marginale degli arrivi”, commenta Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia, "ma anche come alla base della migrazione di tanti ragazzi o anche adulti ci sono ragioni di grave necessità che devono spingerci ad aumentare gli sforzi per dare loro adeguata accoglienza e tutela, affinché a questi minori sia garantito un futuro diverso da quello che si lasciano alle spalle. E' in tale ottica che abbiamo realizzato un rapporto di monitoraggio facendo emergere anche alcuni limiti e inadeguatezze nella tutela e accoglienza dei minori all'interno del Centro di Soccorso e Accoglienza di Lampedusa, dove operiamo dal maggio 2008”.
I migranti adulti: la gran parte provengono da Tunisia e Nigeria
Secondo il dossier di monitoraggio di Save the Children, gli arrivi di migranti adulti sono passati dai 12.169 del 2007 ai 31.250 del 2008. Sul totale dei migranti adulti, l'86% è costituito da uomini e il 14% da donne e provengono in pravalenza da Tunisia (24%), Nigeria (21%), Eritrea (12%) e Somalia (11%).
I minori migranti: vengono per lavorare o da aree di crisi
Sul totale dei 2646 minori arrivati nel 2008, la gran parte è rappresentato da minori non accompagnati: 1902 quelli giunti tra maggio e dicembre a fronte di 299 accompagnati da genitori o familiari. Quanto all'andamento degli arrivi dei minori, sia accompagnati che non, per mese, si passa dai 174 di maggio ai 411 del mese di ottobre, ai 208 del mese di novembre ai 190 di dicembre.
"Questi dati, come d'altra parte quelli relativi agli adulti, lasciano supporre che i rischi del viaggio connessi alla stagione invernale costituiscono sempre meno un deterrente alle partenze di tanti minori spinti ad abbandonare il proprio paese o a causa di guerre o perché alla ricerca di un lavoro, per sostenere sé e le proprie famiglie”, commenta ancora Valerio Neri. "Pur di arrivare in Italia, affrontano viaggi anche di 2 anni, finendo talvolta in prigione, in Libia, attraversando il deserto e rischiando di morire nel tragitto via mare sui barconi”.
Per quanto riguarda i paesi di provenienza dei minori, Egitto (25%), Eritrea (15%), Nigeria (13%), Palestina (11%), e Somalia (9%), sono le nazionalità più rappresentate; ma non mancano anche ragazzi arrivati dalla Tunisia (7%) e dal Ghana (6%) mentre è più ridotta l'incidenza di paesi come il Marocco (2%) e il Togo (2%). Quanto ai minori non accompagnati in arrivo a Lampedusa, hanno generalmente un'età compresa tra i 16 e i 17 anni, ma ve ne sono anche di età inferiore (13 e 14 anni).
Per ragazzi e ragazze, lunghe permanenze nel Centro anche fino a 37 giorni
Analizzando quindi gli standard di tutela e accoglienza, il dossier di Save the Children sottolinea come negli ultimi mesi i minori sono rimasti nel centro spesso per più di 20 giorni, con picchi di permanenza superiori ai 37 giorni, nel mese di dicembre, nonostante per legge la permanenza non possa superare le 48 ore. Inoltre, nell'ultimo periodo i minori sono stati anche trasferiti in centri per adulti anziché in comunità alloggio per minori come previsto dalla normativa.
"Si tratta di una situazione determinata dalla mancanza di posti nelle comunità per minori della Sicilia e dall'assenza di un piano nazionale che garantisca ai giovani migranti un'accoglienza adeguata su tutto il territorio”, spiega il Direttore Generale di Save the Children Italia. "In particolare in questa situazione di confusione e forte tensione, Save the Children raccomanda che venga garantito il trasferimento di tutti i migranti verso le strutture del territorio e dei minori nelle apposite comunità”.
Scarsità di posti letto e inadeguate condizioni igieniche
Nel corso del 2008 le condizioni di accoglienza del centro di Lampedusa si sono rivelate spesso critiche, si legge ancora nel dossier di Save the Children. Il centro, che ha un numero massimo di 804 posti è arrivato ad ospitare oltre 1800 migranti contemporaneamente e più di 220 minori, nell'arco di una stessa giornata, nel mese di dicembre. Tenuto conto che i minori non accompagnati vengono alloggiati insieme alle donne in un'unica struttura che dispone di circa 60 posti letto, molti ragazzi sono stati costretti a dormire, nel mese di dicembre, all'aperto su materassi di gomma sistemati sull'asfalto, sotto teli per riparasi dalla pioggia. Inoltre, spesso, anche la distribuzione di vestiario, kit igienici e beni di prima necessità è risultata inadeguata così come le generali condizioni igieniche.
"Questa situazione ormai cronica deve essere risolta con un approccio strutturale, programmando e pianificando i posti necessari nei centri di destinazione dei minori sulla base degli arrivi presunti”, precisa Valerio Neri.
Procedure inadeguate per l'accertamento dell'età A Lampedusa l'unico metodo utilizzato per l'accertamento dell'età è la radiografia del polso
Nel referto medico non viene indicato il margine di errore (calcolato in più o meno 2 anni); questo non consente di applicare il principio del beneficio del dubbio previsto dalla legge in favore del minore, con la conseguenza che questi può essere soggetto a provvedimenti di espulsione o, addirittura, al rimpatrio.
"Secondo Save the Children è importante che vengano utilizzati più metodi combinati per l'accertamento dell'età, che l'accertamento venga realizzato solo in caso di dubbio fondato, che venga sempre indicato il margine di errore nel referto e che quest'ultimo venga consegnato al minore anche per consentire un'eventuale ricorso” dichiara Valerio Neri.
Preoccupante l'istituzione del Centro di Identificazione ed espulsione (CIE)
"L'istituzione del CIE compromette il modello di gestione dei flussi migratori misti sperimentatao in questi anni, rischiando di rendere sommarie e approssimative le procedure volte all'identificazione dei gruppi vulnerabili, cioè minori, richiedenti asilo, vittime di violenza e tratta. In particolare", conclude Valerio Neri, "per i minori Save the Children ravvisa il pericolo che essi possano venire erroneamente identificati come adulti sulla base del solo accertamento medico, immediatamente trasferiti e rimpatriati, senza la possibilità di appellarsi contro la decisione relativa alla loro identificazione".
E' disponibile un Beta con immagini e interviste.
Per ulteriori informazioni:
Ufficio Stampa Save the Children Italia
tel. 06 48070023-71
press@savethechildren.itwww.savethechildren.it
(1) I dati sono stati forniti dall’Ufficio Immigrazione della Questura di Agrigento e inseriti in un database informatico predisposto da Save the Children. Per quanto riguarda invece l’attività di rilevazione degli standard di accoglienza e tutela dei diritti nel centro di Lampedusa è stata utilizzata una griglia di monitoraggio basata sugli standard nazionali e internazionali di tutela dei diritti dei minori e, per ciò che attiene le condizioni materiali di accoglienza, anche sulla convenzione per la gestione del centro stipulata tra l’ente gestore, la cooperativa Lampedusa Accoglienza, e la Prefettura di Agrigento.
(2) Il dato si riferisce agli arrivi fino al 21 gennaio
Fonte: Save the Children, 29 gennaio 2009