Editoriale di Maria G. Lo Duca
E’ bene che i lettori di questa rivista siano informati dell’esistenza di un documento redatto dalla Società Italiana di Glottologia (SIG), dalla Società di Linguistica Italiana (SLI), dall’Associazione Italiana di Linguistica Applicata (AItLA), dal Gruppo di Intervento e Studio nel Campo dell’Educazione Linguistica (GISCEL). Il documento, successivamente firmato anche da altre associazioni e accolto anche dall’Accademia della Crusca, si configura come un commento, meglio una ‘Nota tecnica’, alla cosiddetta ‘Mozione Cota ed altri n. 1-00033’, pubblicata alle pp. 133-137 degli Atti Parlamentari – Camera dei Deputati, n. 64, XVI Legislatura, Allegato A ai Resoconti relativi alla seduta del 9 ottobre 2008. La Mozione affronta il problema della “elevata presenza di alunni stranieri nelle singole classi scolastiche della scuola dell'obbligo”, dove “il diverso grado di alfabetizzazione linguistica” si rivelerebbe come “un ostacolo” sia “per gli studenti stranieri che devono affrontare lo studio e gli insegnamenti previsti nei programmi scolastici”, sia “per gli alunni italiani che assistono a una «penalizzante riduzione dell'offerta didattica» a causa dei rallentamenti degli insegnamenti”, addebitati, questi ultimi “alle specifiche esigenze di apprendimento degli studenti stranieri”. Per porre rimedio a questa situazione e garantire “pari opportunità in materia di accesso alla scuola, nonché di riuscita scolastica e di orientamento” i firmatari della Mozione propongono che la scuola italiana adotti “una politica di «discriminazione transitoria positiva», a favore dei minori immigrati, avente come obiettivo la riduzione dei rischi di esclusione”.
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