Uno stralcio dell'articolo che Andrea Segre pubblica oggi su Melting Pot Europa. Per leggere l'intero articolo
Il suo Mare chiuso, che racconta le storie dei respinti dall’Italia,
fino alla mezzanotte di domenica sul sito di ZaLab.
"esistono persone al mondo che hanno necessità di viaggiare, o per salvarsi la pelle o per cercare una vita migliore, ma non hanno il diritto di farlo perché altre persone, la cui pelle e la cui vita sono tendenzialmente molto più al sicuro della loro, hanno deciso di negarglielo. Queste persone non stanno ferme a casa a rispettare l’ordine di quelli che stanno bene. Cercano di raggiungere le terre dove stanno quelli che vorrebbero impedirglielo. E siccome in mezzo al viaggio trovano ostacoli naturali e soprattutto militari (le operazioni di contrasto all’immigrazione clandestina di cui sopra) allora si fanno aiutare da gente che dà a loro qualche sgangherato e pericoloso mezzo per superare quegli ostacoli e che per farlo si fa pagare caro puntando sulla loro disperazione e sulla corruttibilità di buona parte degli operatori coinvolti nei controlli delle frontiere.
Attraversare mare, deserto, steppe, montagne per noi europei costa 5-10-20 volte di meno che per migranti non europei: perché per noi è legale quindi sicuro, per loro no quindi insicuro.
Se davvero vogliamo salvare la pelle delle persone che hanno necessità di viaggiare, la prima cosa da fare è garantire loro il diritto di poterlo fare in modo sicuro e umano. Invece siccome questo non lo vogliamo fare, allora facciamo finta di occuparci di loro attaccando i trafficanti e la loro disumanità.
I trafficanti di esseri umani esistono, ma sono quelli che reclutano a forza altri esseri umani per venderli contro la loro volontà. Coloro che lucrano sui migranti per farli attraversare le frontiere che i migranti stessi vogliono attraversare sono, per usare un termine caro alla democrazia italiana, "utilizzatori finali" del sistema di frontiere e muri che l’Europa ha creato intorno alla sua fortezza."
Fonte: Melting Pot Europa
Da leggere anche:
Appello per l’apertura di un canale umanitario fino all’Europa per il diritto d’asilo europeo. Ai Ministri della Repubblica, ai presidenti delle Camere, alle istituzioni europee, alle organizzazioni internazionali.
L’Italia e l’Europa rifuggono le responsabilità. Lampedusa - Oggi nessuno osa chiamarli clandestini. L’Europa, l’Italia e un decennio di politiche fondate sulla violenza, di Alessandra Sciurba