Dalla parte delle vittime. La cerimonia istituzionale è tardiva e ipocrita.
Lunedì 21 alle ore 16 al molo San Leone di Agrigento le autorità politiche di questo paese, responsabili delle leggi e delle politiche che hanno causato le stragi di migranti nel Mediterraneo parteciperanno ad una commemorazione per le vittime dell’ultimo naufragio di Lampedusa.
La loro presenza sarà una vera e propria irrisione al lutto dei congiunti delle vittime.
I corpi degli annegati degli ultimi naufragi sono stati dispersi nell’intero territorio siciliano e moltissimi sono già stati fatti inumare senza che i familiari e gli amici accorsi da tante parti del mondo e gli stessi sopravvissuti al naufragio potessero salutarli.
La Prefettura di Agrigento, che ha coordinato tutta l'operazione su disposizione dell’autorità governativa, ha negato anche ai parenti la semplice informazione sui luoghi di sepoltura impedendo loro di poterli raggiungere e di raccogliersi sulle tombe dei propri cari, sostenendo che si tratta di “dati sensibili”. Le autorità preposte oggi frappongono ai parenti all’identificazione dei defunti “impedimenti burocratici”.
È in atto, insieme a un letterale occultamento delle salme di centinaia di persone la cui morte grava sulle scelte italiane ed europee in materia di immigrazione e asilo, un’operazione di occultamento della memoria, individuale e collettiva, portata avanti calpestando anche quel sentimento di pietas che rende dignità agli esseri umani.
La fretta di fare scomparire quei corpi sembra accompagnata alla fretta di dimenticare, forse per paura che la parte migliore di questo paese, come ha già cominciato a fare, si rivolti finalmente contro decenni di politiche omicide che insultano le nostre coscienze, e chieda un cambiamento profondo e reale.
Ci uniamo alla denuncia del sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, rispetto alla “confusione” e ai “ritardi” con cui sta così colpevolmente avvenendo l’ultimo scempio dopo la tragedia.
Andremo ad Agrigento per denunciare l'ipocrisia dei rappresentanti istituzionali e la gestione autoritaria delle ultime emergenze connesse al dramma vissuto dalle famiglie degli annegati e dal popolo siciliano solidale e a lutto. Per ribadire che questo è “sangue nostrum” e non “mare nostrum”, perché il mare e la terra sono di tutti, e l’umanità è una soltanto.
Andremo ad Agrigento per rinnovare la nostra promessa, unico modo di rispettare quelle bare, di continuare a combattere per la libertà, i diritti e la dignità delle persone in fuga da guerre e persecuzioni o in cerca semplicemente di un’esistenza più giusta.
Daremo voce al dolore, ma anche all’indignazione per le politiche proibizioniste e xenofobe che hanno già assassinato non meno di ventimila persone e trasformato il mare Mediterraneo in un immenso cimitero liquido.
Daremo voce alla rabbia per lo spreco enorme di risorse per le operazioni militari “umanitarie”, in realtà finalizzate all’intimidazione dei migranti e a rendere ancora più incerto il raggiungimento della meta per chi fugge dal proprio paese nella speranza di costruirsi una vita migliore o, semplicemente, una vita."
L’appuntamento da Palermo è lunedì 21 Ottobre alle ore 13:00 alla Stazione Notarbartolo, con mezzi propri.
Jodit Abraha (comunità eritrea-etiope Palermo)-Osservatorio contro le discriminazioni razziali Noureddine Adnane-Laici Missionari Comboniani Palermo-S.Chiara-Salesiani Palermo-Sportello immigrati COBAS-Laboratorio ZETA-Borderline Sicilia Onlus - CGIL