L’ASGI
esprime profonda preoccupazione per lo svolgersi degli avvenimenti
relativi alla gestione da parte delle forze dell’ordine dello
sbarco di 128 stranieri, tra i quali diversi minori, avvenuto il 26
ottobre intorno alle ore 12 sulla costa catanese. Rimangono ancora
confuse le modalità di intervento del blocco a mare del peschereccio
carico di migranti e relativo uso della forza.
Risulta che
tutti gli stranieri sono stati sottoposti a fermo di polizia e sono
trattenuti dentro una struttura improvvisata in un palazzotto dello
sport ubicato alla periferia di Catania.
Si ignorano
tuttora le nazionalità e la composizione del gruppo di migranti ma,
come risulta dalle dichiarazioni del colonnello Minuto, comandante
del gruppo aereonavale della Guardia di Finanza di Messina i migranti
“hanno dichiarato di essere palestinesi per
potere chiedere asilo politico”, ma
aggiunge il colonnello “noi siamo convinti
che si tratti di egiziani”.
Finora è
stato costantemente negato l’accesso alla struttura ove i migranti
sono trattenuti e nella quale continuano ad oltranza gli
interrogatori di polizia ai rappresentanti dell’UNCHR, di Save the
Children e di OIM. In tal modo viene impedito agli enti di tutela,
peraltro convenzionati con il Ministero dell’Interno, di esercitare
il proprio ruolo di informazione e assistenza dei migranti, dei
richiedenti asilo e dei minori.
L’ASGI
giudica questa condotta grave ed inaccettabile poiché in nessun caso
può essere impedito l’accesso all’UNHCR, sia alla frontiera che
nel territorio anche qualora gli stranieri si trovino in condizioni
di trattenimento, al fine di esercitare senza condizionamenti e
limitazioni il ruolo che spetta a detta agenzia delle Nazioni Unite,
di monitorare la presenza di potenziali rifugiati e informare gli
interessati sull’accesso alla procedura d’asilo.
Parimenti
l’ASGI ricorda gli obblighi dello Stato italiano in materia di
protezione dei minori, i quali debbono potere godere dell’assistenza
di enti qualificati in ogni momento e circostanza, ivi comprese le
delicate fasi dell’arrivo e della identificazione, sotto il
controllo della magistratura minorile.
L’ASGI ha
ragione di temere che la condotta “muscolare” delle autorità
italiane possa essere finalizzata a porre in essere nel minor tempo
possibile un’operazione di espulsione collettiva dei migranti, con
identificazioni sommarie, e impedendo ai migranti stessi di potere
godere di adeguata assistenza e di presentare istanza di asilo
qualora lo richiedano. L’ASGI richiama con forza il Governo
italiano alle sue responsabilità e chiede che venga immediatamente
permesso l’accesso alla struttura da parte degli enti di tutela.
Fulvio Vassallo Paleologo, Università di Palermo