Fonte: Mezzocielo.it
Forse non è stato un omicidio, forse no (come dice il Questore) ma un
corpo seminudo buttato accanto ai cassonetti fa comunque male. E fa
ancora più male pensare che è una giovane donna nigeriana a giacere come
uno dei tanti sacchetti di spazzatura abbandonati per strada a Palermo.
Loveth, così si chiamava, forse era una prostituta così come lo era
Favour, l’altra ragazza nigeriana trovata carbonizzata a Misilmeri due
mesi fa… forse erano entrambe strette nella morsa del racket…ma forse
avrebbero voluto vivere libere e magari sognavano una vita
normale…Favour voleva sposarsi…
Possiamo solo anteporre “forse” ad ogni affermazione su di loro e
sulle ragioni della loro fine. Ma è certo che queste due donne vivevano
in quella zona d’ombra ignorata dai più, dove tutto è poco chiaro, dove
la criminalità dei loro paesi d’origine trova sponda nella nostra; dove
certa cultura maschilista, che considera normale lo sfruttamento del
corpo femminile come straordinaria risorsa economica, incontra i retaggi
di un erotismo che si alimenta del gusto della sottomissione. L’Uomo è
complesso, ma la società ha il dovere di essere semplice. Pochi devono
essere i principi su cui incardinare il senso civico e in cima a tutti
c’è il rispetto per la dignità umana.
Il 6 Febbraio, si è ufficialmente costituito a Palermo il
Coordinamento Favour e Loveth dove sono coinvolte diverse associazioni e
non solo (Caritas Santa Chiara, Ciss, Cgil Sportello Immigrazione,
Acli, Mezzocielo, Udi, Le Onde, Progetto Maddalena, Centro Impastato,
Pellegrino della Terra, etc…), con il principale obiettivo di ridestare
l’attenzione della città e delle Forze dell‘ordine su queste terribili
morti. Dopo una partecipata e concitata assemblea con la comunità
nigeriana impaurita e sgomenta, il Coordinamento ha deciso di chiedere
un incontro al Questore. Intorno alle 3 del mattino è stata inviata una
mail al Questore, il quale con tempestività eccezionale ha ricevuto la
stessa sera una nutrita delegazione del Coordinamento, dichiarandosi
disponibile a consolidare la rete di collaborazioni tra le associazioni
che lavorano nel settore e gli uffici specialistici della Questura.
Il Coordinamento auspica che nella nostra città l’approccio alla
piaga della prostituzione non si limiti a retate estemporanee, con
conseguente rimpatrio delle stesse vittime, ma che si concretizzi in
indagini approfondite sui legami tra la criminalità organizzata
nigeriana (ed extracomunitaria in genere) che organizza la tratta e lo
sfruttamento dei loro corpi, e le organizzazioni criminali locali che vi
lucrano.
La lotta contro lo sfruttamento, la violenza contro le donne e la
tratta non va demandata solo alle associazioni di settore e alla
Polizia, ma è importante diffondere la consapevolezza che è una
battaglia civica che ci coinvolge tutti, nessuno escluso.
Firmato: il Coordinamento Favour e Loveth