RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Domani i funerali a Brancaccio, alla Chiesa di San Gaetano alle 9,30
Domani i funerali a Brancaccio, alla Chiesa di San Gaetano alle 9,30
Morire a un anno, di polmonite, colpevole di essere nata in una città che ha esaurito ogni forma di umanità, di rispetto, di attenzione. Una città che, da lungo tempo, ha smesso di guardare, di ascoltare. Una città che non sa neanche più indignarsi, figuriamoci ribellarsi. Una città che sprofonda nel fango, che viene ricoperta da cumuli di immondizia, che si sbriciola tra l'indifferenza dei più.
Ecco perchè a Palermo, nel 2009, si muore di polmonite ad un anno: perchè nell'indifferenza generale e con l'omertosa connivenza della stragrande maggioranza del ceto politico, si preferisce pensare che l'emergenza abitativa si possa risolvere solo costruendo nuove case ed escludendo i diretti interessati da ogni forma di partecipazione diretta.
Che i container fossero una trappola mortale lo sapevano tutti: tante sono state le denunce, tanti sono stati i segnali di allarme, tanta è stata la rabbia scagliata contro questa amministrazione impalpabile, assente, latitante e omicida.
Si, omicida: perchè quanto accaduto in via Messina Montagne non è una tragedia inaspettata. Tanti bambini, nati o cresciuti nei container, sono stati ricoverati più volte per gravi disturbi respiratori e assideramento ed ogni volta sono stati costretti, loro e le loro famiglie, a ritornare nei container, ad accettare quegli scatoloni di lamiera come l'unica soluzione possibile, il gesto più infimo per lavarsi la coscienza.
Che nessuno si permetta, oggi, di approfittare di questo tragico evento per rilanciare la squallida offensiva del Piano di Edilizia Popolare o per dichiararsi, tardivamente, solidale con gli "ultimi". Ora, il peso e la responsabilità di questo omicidio sono una macchia che non si può cancellare.
Ecco perchè a Palermo, nel 2009, si muore di polmonite ad un anno: perchè nell'indifferenza generale e con l'omertosa connivenza della stragrande maggioranza del ceto politico, si preferisce pensare che l'emergenza abitativa si possa risolvere solo costruendo nuove case ed escludendo i diretti interessati da ogni forma di partecipazione diretta.
Che i container fossero una trappola mortale lo sapevano tutti: tante sono state le denunce, tanti sono stati i segnali di allarme, tanta è stata la rabbia scagliata contro questa amministrazione impalpabile, assente, latitante e omicida.
Si, omicida: perchè quanto accaduto in via Messina Montagne non è una tragedia inaspettata. Tanti bambini, nati o cresciuti nei container, sono stati ricoverati più volte per gravi disturbi respiratori e assideramento ed ogni volta sono stati costretti, loro e le loro famiglie, a ritornare nei container, ad accettare quegli scatoloni di lamiera come l'unica soluzione possibile, il gesto più infimo per lavarsi la coscienza.
Che nessuno si permetta, oggi, di approfittare di questo tragico evento per rilanciare la squallida offensiva del Piano di Edilizia Popolare o per dichiararsi, tardivamente, solidale con gli "ultimi". Ora, il peso e la responsabilità di questo omicidio sono una macchia che non si può cancellare.