giovedì 24 gennaio alle 17.00
davanti alla redazione de il giornale di sicilia 2°sit-in per sensibilizzare i media
sulla tratta a partire dal linguaggio giornalistico
Si è svolto lo scorso 17 gennaio 2013 il 1° sit-in del Coordinamento Anti-tratta Favour eLoveth di Palermo davanti alla redazione de La Repubblica per sensibilizzare i media sul tema della lotta contro la tratta a partire dal linguaggio.
Giovedì 24, alle 17 2° sit-in davanti alla redazione de Il Giornale di Sicilia, in Via Lincoln.
Nonostante il vento glaciale, il sit-in davanti alla redazione de La Repubblica ha visto la partecipazione, oltre che dei rappresentanti delle organizzazioni checompongono lo stesso Coordinamento, di diversi simpatizzanti, come la comunità di San Saverio e rappresentanti delle chiese evangeliche, e rappresentanti dell'Associazione Pellegrino della terra assieme a membri della comunità nigeriana palermitana.
Alcune giornaliste, tra cui Flore Murard-Yovanovitch, collaboratrice de L'Unità, e SerenaTermini di Redattore Sociale, oltre che diffondere la notizia e le motivazioni del sit-in attraverso le testate con le quali collaborano, hanno aderito ufficialmente all'iniziativa raccogliendo l'appello lanciato dal Coordinamento: "La lotta contro lo sfruttamento, la violenza, la tratta e la schiavitù non va demandata solo alle associazioni di settore e alle Forze dell'Ordine", ma si realizza anche attraverso un linguaggio giornalistico non offensivo e lesivo della dignità umana e "rispettoso della dignità della donna, chiunque essa sia".
Anche la parlamentare Alessandra Siragusa, da tempo vicina alle iniziative del Coordinamento, ha voluto rinnovare il suo impegno sul fronte delle iniziative anti-tratta, partecipando al sit-in.
Al tema del linguaggio mediatico e del maggiore rispetto nel trattare il tema delicato delle vittime della tratta, si è aggiunta la solidarietà nei confronti del pastore Vivian Wiwoloku, presidente dell'Associazione Pellegrino della terra, più volte minacciato per la sua attività contro la tratta.
Durante la manifestazione, una delegazione del Coordinamento è stata ricevuta dal capo redattore de La Repubblica, Sebastiano Messina, al quale è stata consegnata la lettera resa pubblica poco prima del sit in e le osservazioni e richieste contenute nella "Carta di Palermo", una carta d'intenti prodotta dal Coordinamento e con la quale si chiede un impegno preciso, che: i media s'impegnino a fare una campagna anti-tratta che denunci i diritti violati delle donne sottoposte a condizione di schiavitù e sfruttamento utilizzando un linguaggio adeguato che ne descrivi la reale condizione; che nei palinsesti si prevedano programmi in cui mostrare le identità culturali dei vari popoli presenti nella nostra città, in modo particolare di quelle culture che rischiano di essere contaminate da falsi e negativi stereotipi; infine, che nella società civile si apra un dialogo proficuo con l'obiettivo di costruire un percorso di democrazia partecipativa in cui gli stessi soggetti interessati, in primis le persone provenienti da altri paesi, possano esprimere le loro opinioni e anche le loro critiche.
Dopo avere ascoltato tali richieste, il capo redattore Messina si è impegnato a dedicare maggiore cura e attenzione alla formulazione dei titoli degli articoli che riguardano la tratta e a collaborare con il Coordinamento nelle sue iniziative di lotta.
Il Coordinamentoanti-tratta Favour e Loveth replicherà l'iniziativa del sit-in giovedì 24 gennaio alle 17.00 davanti alla redazione de Il Giornale di Sicilia in Via Lincoln 21 (di fronte Villa Giulia e Orto Botanico).
Contatto facebook: Coordinamento anti-tratta Favour e Loveth
Segreteria: 091/6262694
Lettera aperta ai giornalisti
Collegamento alla pagina di stranieromavero sul Coordinamento anti-tratta Favour e Loveth
Collegamento alla pagina di stranieromavero sul Coordinamento anti-tratta Favour e Loveth
LETTERA APERTA DEL COORDINAMENTO ANTITRATTA FAVOUR E LOVETH
AI GIORNALISTI
Certi di trovare in Voi ampia condivisione, riteniamo che su pochi e semplici principi si incardini il senso civico e in cima a tutti c'è il rispetto per la dignità umana e quello per la verità.
Nel 2012 Palermo è stata teatro di efferati femminicidi. In particolare, l'uccisione delle due ragazze nigeriane, Favour e Loveth, è assurta a simbolo dell'indifferenza delle istituzioni e dei media nei confronti della piaga sociale della tratta delle donne. Si, perché non si tratta solo di "prostituzione", ma di schiavitù. È certo che le due donne vivevano in quella zona d'ombra ignorata dai più, dove la criminalità del loro paese d'origine trova sponda nella nostra; dove certa mentalità maschilista, che considera lo sfruttamento del corpo femminile una straordinaria risorsa economica (più di 10 milioni di euro l'anno solo a Palermo!), incontra i retaggi di un erotismo che si alimenta del gusto della sottomissione.
Da queste morti si è levata la protesta di tante Palermitane e tanti Palermitani che silenziosamente si sono raccolti in una grande fiaccolata e, prima ancora, il 6 Febbraio 2012, hanno ufficialmente costituito il Coordinamento Antitratta Favour e Loveth nel quale sono coinvolti comitati, associazioni e libere/i cittadine/i. L'auspicio del Coordinamento è che, almeno nella nostra città, il contrasto alla tratta delle schiave diventi una priorità nell'agenda delle Istituzioni, della Politica e del Giornalismo d'inchiesta.
Non è una città civile quella in cui a pochi interessa approfondire i legami tra la criminalità nigeriana, ed extracomunitaria in genere, che organizza la tratta e lo sfruttamento delle giovani donne, e le organizzazioni criminali locali che vi lucrano.
Non è una città civile quella in cui le principali testate giornalistiche hanno reso noto il brutale omicidio di Favour con uno striminzito trafiletto.
Non è una città civile quella in cui, dopo tutto questo, in occasione del suicidio in carcere dell'uomo che ha ucciso e bruciato il corpo di Favour, campeggiavano nei giornali titoli del tipo "suicida l'assassino di una prostituta". Mentre alcun cenno si faceva alla storia della ragazza né al suo stato di schiavitù, sortendo un effetto indubbiamente depistante rispetto al messaggio che sarebbe stato importante lanciare ai cittadini.
Non è una città civile quella in cui regna l'indifferenza anche di fronte all'attentato alla vita di Vivian Wiwoloku, pastore della Chiesa metodista, avvenuto nei giorni scorsi in Nigeria e alle reiterate minacce di morte susseguitesi a Palermo. Vivian da anni si batte nella nostra città contro la tratta delle schiave del sesso con l'obiettivo, indubbiamente scomodo per tanti, di sottrarre queste donne al destino che la criminalità organizzata impone loro.
La lotta contro lo sfruttamento, la violenza e la tratta non va demandata solo alle associazioni di settore e alle Forze dell'Ordine. È importante diffondere la consapevolezza che questa battaglia di civiltà coinvolge tutte e tutti, non ultimi voi Giornalisti.
Ecco perché, in occasione della simbolica consegna di questa nostra lettera aperta ai Giornalisti
il Coordinamento Antitratta Favour e Loveth
CHIEDE
l'ufficiale adesione delle Donne-Giornaliste di tutte le redazioni cittadine al SIT IN che si terrà GIOVEDÌ 17 IN VIA PRINCIPE DI BELMONTE alle ore 17,00.
Auspichiamo così che si facciano esse stesse garanti di un uso del linguaggio giornalistico rispettoso della dignità della donna, chiunque essa sia.