di
Serena Termini
A
Palermo è nato il Coordinamento Antitratta “Favour & Loveth”
Vi
aderiscono numerose associazioni che apportano forze e competenze diverse per
lottare contro il fenomeno della tratta. Previste azioni di recupero delle
donne schiavizzate, azioni di sensibilizzazione, lotta alle organizzazioni
mafiose
PALERMO
– Presentato ufficialmente questa mattina nella sede dell’associazione
Pellegrino della Terra, il Coordinamento Antitratta “Favour & Loveth”.
Raggruppa tutte quelle associazione che da anni lottano contro la tratta delle
donne, italiane e straniere, costrette a prostituirsi a Palermo.
Ogni
giorno, infatti, una moltitudine di giovani donne, molte delle quali minorenni,
nigeriane, romene, etiopi e albanesi, sono costrette a battere i marciapiedi
della città o del parco della Favorita per accontentare i loro clienti. Molte
di queste giovani sono vittime di minacce, percosse, sevizie nel momento in cui
manifestano la volontà di volere cambiare vita: più di 200 ragazze sono state
uccise in Italia e a Palermo hanno perduto drammaticamente la vita le due
ragazze nigeriane Favour e Loveth trovate morte per cause ancora da chiarire.
L’obiettivo
del Coordinamento antitratta è quello di
lavorare al contrasto del fenomeno della tratta attraverso varie tipologie di
interventi, analisi e studio della tratta per avviare percorsi di riflessione,
confronto e prevenzione dello stesso; azioni di recupero delle donne
schiavizzate; azioni di sensibilizzazione della cittadinanza; lotta alle
organizzazioni mafiose.
Scopo
di questi interventi è far emergere, studiare e contrastare il fenomeno della
tratta legata allo sfruttamento sessuale, le cui cause sono investigate nei
paesi di origine così come sul nostro territorio a partire dalle problematiche
culturali, socio-economiche e politico-istituzionali del nostro territorio e in
particolare del radicamento della criminalità organizzata.
Il
coordinamento è composto da numerose associazioni ed enti rappresentanti
diverse anime della società civile che opera sul territorio: ASGI, Associazione
Amunì, Azione Cattolica, Centro Siciliano di Documentazione “Peppino
Impastato”, CESIE, CISS, Comitato antirazzista migranti Cobas, Comunità
Nigeriana di Palermo, DiARiA Palermo, Forum Antirazzista, Gruppo Teatro Totem,
I.I.S.S. A. Volta, La Migration - Sportello migranti Lgbt - Arcigay Palermo,
Laici Missionari Comboniani, Le Onde, Parrocchia Sant’Antonino, Pellegrino
della Terra, Rete 1 Marzo - Giù le frontiere, Santa Chiara, Suore Missionarie
Comboniane di Palermo, UDIPALERMO.
“Sotto
i nostri occhi, ogni giorno, si consumano centinaia di tragedie e di violenze –
dice Vivian Wiwoloku, presidente dell’associazione Pellegrino della Terra, da
20 anni impegnato a livello nazionale nell’antitratta -. Abbiamo la ferma
volontà di lavorare insieme per aiutare
tutte le donne che sono schiavizzate per la strada. Ogni associazione
contribuirà in maniera diversa, a secondo delle sue competenze, per cercare di
fronteggiare il fenomeno. C’è infatti chi è esperto nell’ascolto, chi nella
prevenzione, chi nella ricerca e chi nel portare avanti vere e proprie campagne
di sensibilizzazione. Contiamo anche di realizzare un vademecum per fare
conoscere la condizione di queste donne e di attivare delle forme di
collaborazione con alcuni paesi stranieri per prevenire il fenomeno”.
“Tutti
insieme dobbiamo aiutare con tutti i mezzi possibili chi è vittima della strada
– aggiunge Osas, una ragazza nigeriana -. Occorre soprattutto fare capire che
vogliamo sostenerle nel loro bisogno di uscire dal giro della prostituzione
anche trovando loro un lavoro”.
“Intendiamo
altresì rivolgerci alle istituzioni e in modo particolare ai candidati sindaci
perché recepiscano tra le loro priorità la lotta alle mafia locali e
internazionali – sottolinea Nino Rocca del Cesie [CISS, ndr.] - attraverso iniziative
significative e inserendo nel bilancio un capitolo di spesa specifico per la
lotta alla tratta e per il recupero delle donne schiavizzate. Riteniamo che sia
urgente un tale impegno contribuendo, con l'aiuto dell'associazionismo, ad
aprire una casa famiglia per avviare le ragazze in difficoltà al lavoro”. “Solo
mettendo insieme forze e competenze diverse – continua padre Giovanni D’Andrea,
responsabile del centro Santa Chiara - cercheremo di ridurre il fenomeno che
purtroppo cresce a vista d’occhio”.
“Sono
ragazze, spesso giovanissime che entrano violentemente in un giro spietato di
sfruttamento e di possesso del loro corpo da parte dei clienti e del gruppo
criminale che le tiene sotto torchio. Le ragazze ci raccontano che non vedono
l’ora di uscirne – dice pure Giacinta Lilla, dell’Azione Cattolica -.
Percepiamo pure tutta la loro paura e preoccupazione perché per uscire dal giro
hanno bisogno di saldare un grosso debito che sappiamo sia di circa 60 mila euro”.
“Riteniamo
urgente denunciare pubblicamente i diritti violati delle donne sottoposte a
condizione di sfruttamento - afferma Sergio Cipolla del Ciss -, ponendo al
centro la dignità della persona per costruire una rete di lavoro e studio che
porti avanti percorsi di prevenzione e riflessione su questa forma di schiavitù
e sfruttamento che è la tratta legata allo sfruttamento sessuale”. (set)
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