Programma Educazione alla Pace presentato da Tindara Ignazzitto - Consulta per la Pace di Palermo

Programma di Educazione alla Pace - TPRF

venerdì 15 giugno 2007

Tratta di esseri umani, l'Europa chiama a raccolta i Governi

Fonte: http://www.redattoresociale.it/


Per contrastare la tratta è necessario che venga adottata dal maggior numero di paesi possibile la Convenzione del Consiglio d'Europa, mantenendo alta la pressione sugli stati. A Bruxelles serie di incontri sotto il patronio dell'Alde BRUXELLES – Per contrastare in maniera efficace la tratta di esseri umani è necessario che venga adottata dal maggior numero di paesi possibile la Convenzione del Consiglio d’Europa (che tra le altre cose dà alle donne vittime trenta giorni di tempo per decidere se collaborare al processo contro i trafficanti), mantenendo contemporaneamente la pressione sui governi affinché implementino fino in fondo le norme esistenti e facendo in modo che queste vengano il più possibile armonizzate a livello europeo.
Sono queste le principali conclusioni della serie di incontri sul tema del trafficking che si sono svolti a Bruxelles tra martedì e giovedì, presso la sede del Parlamento europeo (PE).
Questi lavori – tenuti sotto il patrocinio dell’ALDE, gruppo dei liberali al PE e grazie all’ospitalità del suo membro Patrizia Toia – hanno visto il coinvolgimento dei responsabili di “Tratta No!”, iniziativa italiana che partecipa al progetto cofinanziato dall’Ue “Netwroking Against Human Trafficking” assieme a partner greci, lituani, svedesi.

Lo scopo del progetto biennale è stato quello di promuovere campagne di informazione ed educazione, come fatto efficacemente in Italia da “Tratta No!”, che ha promosso delle linee guida per operatori dei media con la collaborazione dell’Ordine dei Giornalisti e della Federazione Nazionale della Stampa, scambiare buona prassi (e anche qui l’Italia ha dimostrato di avere una legislazione all’avanguardia, che permette alle vittime di avere di avere protezione anche senza denunciare il trafficante), e fare pressione politica nelle varie sedi decisionali.
In particolare nella giornata di martedì, è stata lanciata la raccolta di firme per una dichiarazione scritta del PE che metta formalmente il problema sul tavolo politico dell’UE. Promossa dalle parlamentari Karin Riis-Jorgensen (Danimarca) e Silvia Ciornei (Romania), la dichiarazione ha già raccolto quasi metà delle firme necessarie per essere adottata.

Il traffico di esseri umani, per scopi quali lo sfruttamento sessuale, il lavoro in condizioni di schiavitù, l’espianto di organi, è un affare che è secondo solo al traffico di armi, facendo fruttare alla criminalità organizzata oltre 5 miliardi di sterline all’anno. Si tratta di un fenomeno di cui si è ripresa coscienza soltanto una quindicina di anni fa, credendolo relegato al passato, ma che invece è in costante aumento, alimentato dal crescente gap tra parti povere e ricche del mondo.
In particolare, sottolinea Cioronei, sono sempre di più i bambini a essere vittime dei traffici. Le vittime al mondo sono stimate dall’Onu in un numero tra 600 mila e 4 milioni. Tra questi i bambini sono il 50%. Inoltre l’Ilo stima che l’85% delle vittime siano donne, per lo più sfruttate sessualmente. Le persone vendute in Europa occidentale sono 500 mila all’anno (fonte Iom). Per l’Italia, i dati delle chiamate giunte dal 2000 al numero verde antitratta sono state 500 mila, 45 mila le persone che hanno ricevuto aiuto, e 12 mila quelle inserite in programmi di recupero.
Cioronei aggiunge che “gli Stati membri dell’UE hanno differenti legislazioni, e questo permette ai trafficanti di inserirsi nelle pieghe del sistema. Per questo la Commissione europea deve avere il supporto degli Stati membri per essere messa in grado di progettare leggi coerenti ed efficaci a livello europeo per contrastare questa forma di schiavitù”.

Agli Stati membri viene poi chiesto di implementare la direttiva 2004/81 sui permessi di residenza per le vittime di tratta che collaborano con le autorità nel perseguire le gang criminali di trafficanti. Un contributo in questo senso è la direttiva proposta 15 giorni fa dalla Commissione, per voce di Frattini, che criminalizza i datori di lavoro che impiegano manodopera clandestina.
Per quanto riguarda l’educazione dei media e dei professionisti della comunicazione, è forte l’esigenza di non propagare stereotipi sul trafficking, associandolo grossolanamente con la prostituzione, e dimenticando il resto del dramma. “Tratta NO!” è riuscita, tramite un sistema a rete, a sensibilizzare in Italia 36 mila persone, tramite contatti con gli opinion leader e gli operatori. A settembre è previsto un workshop per i giornalisti, per approfondire ancora di più questi temi.
Un’altra iniziativa per la sensibilizzazione è la mostra itinerante “Trafficking”, con foto sul fenomeno e testimonianze di vittime. E’ anche stato redatto un libro che raccoglie questi racconti drammatici. (matteo manzonetto)

© Copyright Redattore Sociale