Il 19 febbraio 2011 moriva Noureddine Adnane, 27 anni, marocchino. Poco più di una settimana di agonia prima che la sua vita si spegnesse fra la disperazione di amici, parenti e gran parte di quella società civile che aveva virtualmente abbracciato Noureddine dopo il suo tragico gesto.
Dopo due anni la sua morte è ancora impunita o forse è meglio dire che è stata archiviata. Perché viviamo in un paese nel quale è facilissimo archiviare una morte, sicuramente più facile che perseguirne i colpevoli, diretti e indiretti.
Fortunatamente la Memoria ci permette di non archiviare il gesto Noureddine con la stessa solerzia con la quale la giustizia ha archiviato questa tragedia.
In un clima surreale, nessuno oggi ha ricordato Noureddine, tutti troppo presi da delle elezioni che hanno il sapore di guerra tutticontrotutti più che di riaffermazione della democrazia.
Difficile parlare dei migranti e dei loro problemi quando si può essere tacciati di pensare prima ai problemi degli ALTRI ancor prima che ai NOSTRI.
Non dobbiamo dimenticare Noureddine perché le discriminazioni razziali sono un problema nostro, non degli ALTRI. Le discriminazioni razziali ledono la dignità di chi le subisce ma anche di chi le commette.
L’Osservatorio Contro le Discriminazioni Razziali “Noureddine Adnane” vuole commemorare così la morte di Noureddine, ricordando a tutti che il silenzio, se spesso è segno di rispetto, altrettanto spesso è menefreghismo e complicità.