Bruxelles, lunedì 28 novembre 2011 – Un pubblico di diplomatici, rappresentanti delle Istituzioni, delle organizzazioni no profit, delle Università, degli Enti pubblici e privati, ha applaudito a Bruxelles al Parlamento Europeo la lectio magistralis tenuta da Prem Rawat sul tema della pace, nell’ambito della conferenza “Pace e Prosperità – valori fondanti dell’Unione Europea”.
Prem Rawat, a cui è stato conferito da varie istituzioni, anche italiane, il titolo di Ambasciatore di Pace in virtù del suo impegno, esprime un concetto della pace teso a valorizzarne la necessità fondamentale nella vita di ciascuno, così come sono considerati fondamentali i diritti civili, i bisogni primari, l’accesso alle opportunità.
In uno dei passaggi più sentiti, Prem Rawat ha affermato che “ogni essere umano qui sulla Terra è nostro prossimo, perché non abbiamo altri vicini di casa là fuori. Quando non andiamo d’accordo con le altre persone per differenze di lingua, di razza o di altezza, neghiamo un valore insito in noi stessi”. E ha poi aggiunto: “Abbiamo provato tutto ma non a dare una possibilità alla pace. Cos’è la pace? L’assenza di guerra? No! La guerra accade perché le persone hanno perso il rispetto reciproco. Le regole sono diventate più importanti delle persone. La pace è nel cuore degli esseri umani, non nella loro mente”.
L’iniziativa, così come la dichiarazione d’intesa finalizzata a suggellare l’impegno delle istituzioni nel promuovere e sviluppare una società basata sui valori della pace e di conseguenza sulla dignità della persona e sulla convivenza comune, è stata promossa dal primo vicepresidente del Parlamento europeo, On. Gianni Pittella.
Nel sottolineare l’importanza dell’impegno assunto dalle istituzioni che hanno sottoscritto il Pledge to Peace, l’On. Pittella ha dichiarato che: “La pace non è un obiettivo soltanto dei grandi uomini, ma un dovere affidato al contributo di tutti noi.” Riferendosi alle rivolte che hanno attraversato i paesi arabi, Pittella si è augurato che, con l’aiuto dell’Unione europea “la primavera non diventi autunno o inverno, ma si trasformi nella splendida estate, mite e soleggiata, della democrazia”.
Fonte: Associazione Percorsi