Università degli Studi di Palermo
Dipartimento Studi su Politica Diritto e Società
in collaborazione con
ASGI ( Associazione studi giuridici sull’immigrazione) e GD ( Giuristi democratici)
Martedì 30 giugno 2009 – Ore 15 – Piazza Bologni 8
MIGRAZIONI E CITTADINANZE
TRA STATO DI DIRITTO E DIRITTO DI POLIZIA
Partecipano : Salvatore Palidda dell’Università di Genova, Paolo Cuttitta, Marco Pirrone e Fulvio Vassallo Paleologo, dell’Università di Palermo, Pietro Milazzo della CGIL Sicilia.
Nel corso di questo incontro sarà presentata la ricerca
Razzismo democratico. La persecuzione degli stranieri in Europa
(a cura di Salvatore Palidda), 2009
Edizioni Agenzia X
Allo sbarramento delle frontiere esterne corrisponde l’inasprimento delle frontiere interne, con la introduzione del reato di immigrazione clandestina e con il prolungamento dei tempi della detenzione amministrativa. Per effetto di questi provvedimenti, che aumentano i ricatti subiti dagli immigrati privi di un permesso di soggiorno, il lavoro dei cd. “immigrati irregolari” si avvicina allo sfruttamento schiavistico e questo permette un abbattimento delle garanzie e dei diritti di tutti i lavoratori. Le pratiche di polizia rivolte nei confronti dei migranti si indirizzano anche verso i ceti più deboli e gli esponenti di un dissenso sociale sempre più ampio. La discrezionalità dei controlli amministrativi diventa strumento di contenimento del conflitto sociale e si estende a tutti quei soggetti che si oppongono al modello economico e politico dominante. Si tenta di impedire qualunque forma di solidarietà tra gli immigrati che rivendicano i loro diritti ed i diversi soggetti organizzati che difendono i diritti fondamentali delle persone ( lavoro, casa, salute, istruzione). Si incide sempre più spesso sulle libertà di associazione e di manifestazione. Recenti provvedimenti, in corso di approvazione da parte del parlamento, trasferiscono dalla magistratura inquirente alle autorità di polizia giudiziaria importanti prerogative nella acquisizione della ”notitia criminis” e nell’avvio dell’azione penale. In un paese nel quale il sistema elettorale nega la rappresentanza politica agli immigrati ed a milioni di cittadini insieme, si ripropone l’esigenza di individuare e praticare nuove prassi di difesa e di aggregazione sociale. In questa prospettiva va analizzata la utilizzazione del diritto penale e del diritto di polizia nel controllo del conflitto sociale, per contrastare gli abusi e per salvaguardare il principio della divisione dei poteri e le garanzie dello stato democratico previste dalla nostra Costituzione.
Dipartimento Studi su Politica Diritto e Società
in collaborazione con
ASGI ( Associazione studi giuridici sull’immigrazione) e GD ( Giuristi democratici)
Martedì 30 giugno 2009 – Ore 15 – Piazza Bologni 8
MIGRAZIONI E CITTADINANZE
TRA STATO DI DIRITTO E DIRITTO DI POLIZIA
Partecipano : Salvatore Palidda dell’Università di Genova, Paolo Cuttitta, Marco Pirrone e Fulvio Vassallo Paleologo, dell’Università di Palermo, Pietro Milazzo della CGIL Sicilia.
Nel corso di questo incontro sarà presentata la ricerca
Razzismo democratico. La persecuzione degli stranieri in Europa
(a cura di Salvatore Palidda), 2009
Edizioni Agenzia X
Allo sbarramento delle frontiere esterne corrisponde l’inasprimento delle frontiere interne, con la introduzione del reato di immigrazione clandestina e con il prolungamento dei tempi della detenzione amministrativa. Per effetto di questi provvedimenti, che aumentano i ricatti subiti dagli immigrati privi di un permesso di soggiorno, il lavoro dei cd. “immigrati irregolari” si avvicina allo sfruttamento schiavistico e questo permette un abbattimento delle garanzie e dei diritti di tutti i lavoratori. Le pratiche di polizia rivolte nei confronti dei migranti si indirizzano anche verso i ceti più deboli e gli esponenti di un dissenso sociale sempre più ampio. La discrezionalità dei controlli amministrativi diventa strumento di contenimento del conflitto sociale e si estende a tutti quei soggetti che si oppongono al modello economico e politico dominante. Si tenta di impedire qualunque forma di solidarietà tra gli immigrati che rivendicano i loro diritti ed i diversi soggetti organizzati che difendono i diritti fondamentali delle persone ( lavoro, casa, salute, istruzione). Si incide sempre più spesso sulle libertà di associazione e di manifestazione. Recenti provvedimenti, in corso di approvazione da parte del parlamento, trasferiscono dalla magistratura inquirente alle autorità di polizia giudiziaria importanti prerogative nella acquisizione della ”notitia criminis” e nell’avvio dell’azione penale. In un paese nel quale il sistema elettorale nega la rappresentanza politica agli immigrati ed a milioni di cittadini insieme, si ripropone l’esigenza di individuare e praticare nuove prassi di difesa e di aggregazione sociale. In questa prospettiva va analizzata la utilizzazione del diritto penale e del diritto di polizia nel controllo del conflitto sociale, per contrastare gli abusi e per salvaguardare il principio della divisione dei poteri e le garanzie dello stato democratico previste dalla nostra Costituzione.