Programma Educazione alla Pace presentato da Tindara Ignazzitto - Consulta per la Pace di Palermo

Programma di Educazione alla Pace - TPRF

domenica 26 ottobre 2008

Cineforum presso il Centro Astalli di Palermo

Il 29 ottobre alle ore 21,30, presso i locali del CentroAstalli avrà luogo la proiezione del film "Moolaadè".
In quest'occasione, vi sarà fornito il programma 2008-2009 del cineforum in questione. Si raccomanda la puntualità. Portate con voi almeno 2 euro. Vi aspettiamo numerosi.
Johnny
Per maggiori informazioni:
telefonare allo 0919760128
Scheda film - Moolaadè -

“Moolaadé” sta per diritto d’asilo, o protezione accordata ai fuggitivi: un cordone colorato fa da barriera, uno spirito garantisce l’invalicabile cerchio magico. “Salindé” è l’escissione delle bambine, eseguibile dai quattro ai nove anni. “Bilakoro” è la fanciulla ancora integra, esclusa dal mercato matrimoniale. Siamo in un villaggio del Burkina Faso costruito attorno a una moschea (provvisto di radio a batteria, che a un cenno dei potenti verranno buttate al macero come strumenti del demonio). Per evitare la mutilazione due bambine si buttano nel pozzo. Altre quattro fuggono da una donna che aveva rifiutato di sottoporre la figlia al barbaro rituale. Con i suoi poteri, conferisce alle fuggiasche il privilegio del “Moolaadé”: protette dal cordoncino, nessuno può toccarle, o rapire, o sottoporle di forza all’operazione invalidante. Sullo scontro delle due tradizioni, Ousmane Sembene, l’ottantenne “padre del cinema africano neocoloniale” ha costruito Moolaadé, vincitore nel 2004 a Cannes nella sezione “Un Certain Regard”. Sfilano le madri, che magari sarebbero anche loro contro l’escissione, ma poiché le ragazze vanno sposate, bisogna attenersi a quel che i futuri mariti chiedono. Per la verità, non tutti. E guarda caso quelli che non lo chiedono sono tornati in Africa dopo un soggiorno a Parigi, considerati pericolosi sovversivi dai vecchi del villaggio. (L’altro illuminato è il venditore ambulante, soprannominato Mercenario). Ousmane vuol fare il ritratto a una società che cambia a poco a poco dal di dentro, ma è certo che un piccolo aiuto da fuori sveltirebbe le cose.
Un racconto di ampio respiro: ritmo lento (come dovrebbe essere il tempo del pensiero), tinte pastello per il villaggio assolato, commento musicale da fiaba ancestrale: questi elementi, propri del cinema epico, per far discutere sull'ignoranza e sulle pratiche superstiziose ancora in vigore in molti stati del Sud del mondo, ma anche sulla condizione femminile in società chiuse e maschiliste. Nel finale la macchina da presa inquadra un'antenna televisiva: il popolo africano (ma solo la gente d'Africa?) deve imparare a rispettare il Passato, ma anche a guardare il Futuro con maggior rispetto delle identità e dei diritti umani.
- Il film sarà proiettato in lingua originale, con sottotitoli in italiano-