Programma Educazione alla Pace presentato da Tindara Ignazzitto - Consulta per la Pace di Palermo

Programma di Educazione alla Pace - TPRF

martedì 30 ottobre 2007

Morti lungo le coste italiane, l’Arci: ''Fermare la strage''

Parla Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci: ''Il governo adotti provvedimenti urgenti per consentire ingressi legali in Italia. I tempi di discussione e approvazione della legge Amato-Ferrero si stanno rivelando troppo lunghi''
ROMA – “Fermare la strage”. E’ quanto chiede Filippo Miraglia, responsabile immigrazione dell’Arci, che commenta quanto sta avvenendo nelle ultime ore sulle coste italiane.
“Ancora morti, ancora corpi e sogni di migranti che affogano nel Mediterraneo, a un passo dalle nostre coste – afferma Miraglia -. Le fonti ufficiali parlano di 500 morti accertate nel mare che fronteggia la Sicilia in questi primi mesi del 2007, 18 i cadaveri recuperati solo in questo fine settimana. A questi vanno aggiunti un numero imprecisato di ‘dispersi’, coloro che si sono imbarcati e che non sono mai arrivati, ma che non vengono ufficialmente annoverati tra i morti. Sono dati impressionanti, questi sì dovrebbero sollevare sdegno, mobilitare le coscienze e la politica, sollecitare provvedimenti urgenti per mettere fine alla strage. Perché una cosa è certa, dietro queste morti di frontiera ci sono responsabilità precise, di chi specula sulla speranza e sulla pelle di tanti disgraziati e di chi in Europa e in Italia ha dichiarato guerra ai migranti, con l’illusione che la repressione e i provvedimenti di polizia potessero contrastare un processo storico irreversibile in un mondo globalizzato”.

E continua: “Lo ripetiamo, è una legislazione che impedisce gli ingressi legali che consegna gli immigrati nelle mani dei trafficanti e costringe alla clandestinità. Il disegno di legge Amato-Ferrero questa verità la recepisce e prevede misure che potrebbero segnare un passo avanti. Ma i tempi di discussione e di approvazione si stanno rivelando troppo lunghi e nel frattempo le condizioni materiali di vita dei migranti sono peggiorate, sono aumentati emarginazione e disagio. Una società che crea emarginazione e poi la criminalizza non solo è ingiusta e sbagliata, ma rischia di essere attraversata da conflitti insanabili e di chiudersi in pericolose derive identitarie”.

“Chiediamo al governo provvedimenti urgenti – sottolinea Miraglia -, in attesa dell’approvazione del nuovo disegno di legge, perché vengano consentiti ingressi legali, a partire dal nuovo decreto flussi che deve prevedere la regolarizzazione di quanti si trovano già nel nostro paese eliminando la ferraginosa procedura del rientro in patria con successiva chiamata e una quota di ingressi ‘per solidarietà’, utilizzabile per esempio da chi con grave rischio per la propria vita ha raggiunto le nostre coste. Chiediamo che vengano rintracciate le famiglie dei morti e risarcite. Chiediamo che i Cpt vengano chiusi, senza nascondersi dietro formule come quella del superamento che non hanno prodotto nessun vero cambiamento. I due suicidi degli ultimi giorni, le situazioni di enorme disagio denunciate in tanti Centri non fanno che confermare questa necessità”.

E conclude: “Pensiamo sia necessaria una straordinaria stagione di mobilitazione delle forze sociali, una campagna culturale e politica in grado di contrastare razzismo e frammentazione sociale, riportando la discussione sulla sicurezza su un terreno di confronto costruttivo, che coinvolga istituzioni, cittadini, ma anche migranti e minoranze, ricercando soluzioni eque e condivise, nella consapevolezza che città aperte sono città più sicure”.
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