Programma Educazione alla Pace presentato da Tindara Ignazzitto - Consulta per la Pace di Palermo

Programma di Educazione alla Pace - TPRF

mercoledì 11 luglio 2012

12 luglio, Palermo: Stranescuole, il sito e il libro. L'italiano per i nuovi arrivati e per tutti


Giovedì 12 luglio 2012
Palazzo Chiaramonte/Steri, piazza Marina
Sole Luna Festival, ore 18
 
Ripartiamo dalla scuola
Per i nuovi arrivati e per tutti

Tavola rotonda in occasione dell’apertura del sito www.stranescuole.it 
e della pubblicazione del volume
Stranescuole. L'italiano per i nuovi arrivati e per tutti
(Palermo 2012)
dedicato a Fatima Del Castillo 

Intervengono

Mario Giacomarra, Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia

Barbara Evola, Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Palermo

Giusto Catania, Assessore al Decentramento del Comune di Palermo

Giovanni Ruffino, Presidente de Centro Studi filologici e linguistici siciliani

Maria Cordone, Maria Pia Blandano, Giovanna Granata, Laura Pollichino, Aurelia
Patanella, Rosa Rizzo, Lucia Sorce, Dirigenti scolastici

Maria Rosa Turrisi, USR, Referente per l'italiano L2

Chiara Amoruso e Mari D'Agostino, Scuola di Lingua italiana per Stranieri dell'Ateneo di Palermo

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Dalla Prefazione del volume:

Quelli che per molti di noi, solo qualche decennio fa, erano volti e lingue del tutto sconosciuti, dal sapore esotico, hanno oggi assunto le sembianze fa miliari di qualcuno che entra nelle nostre case quotidianamente, che si siede nei banchi con i nostri figli, che è vicino di letto a un nostro caro in ospedale: una donna tamil, un bambino cinese, un uomo senegalese. Non dunque “extracomunitari”, termine che segnala solo la nostra confusione e paura, piuttosto uomini, donne, bambini, adolescenti, che hanno lingue, culture, sogni, gli uni diversi dagli altri. Questo processo di messa a fuoco di suoni, occhi, storie differenti è avvenuto in primo luogo nella scuola. È qui, nella frequentazione quotidiana, che i bambini prima degli altri hanno imparato a chiamare i compagni con nomi giudicati prima impronunciabili, hanno preso confidenza con altri cibi ed odori, altri giochi e altre acconciature dei capelli. È un processo che ha riguardato contemporaneamente gli insegnanti che hanno dovuto in pochi anni colmare vuoti di formazione e di esperienza dando il meglio di sé in sfide difficili. In luogo del generico e frustrante “non sa l’italiano” molti ragionano ora di strategie e proposte utili per “un bambino neoarrivato”, o di come operare “nella fase del silenzio” o in favore di chi è “in difficoltà con la lingua dello studio”. Per molti versi si è ripetuto quanto già accaduto in Italia negli anni ’60-’70 del secolo scorso quando, di fronte a nuovi arrivati, fossero essi i figli degli emigrati meridionali o di braccianti e contadini dialettofoni, una parte significativa della scuola e della università italiana ha saputo mettere in campo grandi energie, entusiasmo e competenza professionale perché gli orizzonti asfittici della didattica per “i pochi che già sanno” si frantumassero lasciando il posto ad esperienze importanti e diffuse di pratiche scolastiche inclusive e plurali. A circa cinquant’anni di distanza, e ricchi anche di quella esperienza, delle polemiche di Don Milani e della poesia di Mario Lodi, di fronte alla sfida di nuove alterità, frammento dopo frammento, si sta costruendo un sapere condiviso che lega il mondo della ricerca e della didattica. L’obiettivo è ancora una volta quello di mettere insieme i saperi e le pratiche, la ricerca avanzata e la riflessione che proviene dalle esperienze concrete, la capacità di guardare a ogni bambino singolarmente preso e nello stesso tempo ai modelli teorici. Al centro ieri come oggi sono la lingua e le lingue, il rapporto fra diversità e svantaggio, il diritto di ognuno a capire e a farsi capire, la democrazia e i diritti di cittadinanza.

Il volume che qui presentiamo è uno dei frutti della sinergia e dell’intreccio fra esperienze e realtà diverse, fra università e istituti scolastici, fra giovani e meno giovani, fra studenti, docenti e Dirigenti scolastici. Esso raccoglie alcuni degli interventi didattici realizzati nel 2011 e nei primi mesi del 2012 da esperti della Scuola di Lingua italiana per Stranieri dell’Ateneo di Palermo in diversi istituti scolastici della città nell’ambito del POR-FSE “Progetti per Sostenere il Successo Scolastico degli Studenti Stranieri valorizzando l’Interculturalità nelle Scuole”. Più in generale esso può essere considerato come il risultato di una esperienza che, nata da pochi anni, si sta sempre più allargando e solidificando avendo come protagonisti laureandi e giovani laureati per lo più formatisi nell’Università di Palermo. Qui, dove da alcuni anni esiste un Corso di Laurea rivolto specificamente all’italiano come lingua non materna, è nata da un quinquennio la Scuola di Lingua italiana per Stranieri, le cui attività, istituzionalmente rivolte all’accoglienza e alla formazione linguistica di studenti universitari provenienti dalle latitudini più diverse, si sono fin dall’inizio rivolte anche al territorio circostante e in particolare alle scuole con alta presenza di alunni non italofoni. Questo spazio di riflessione e di formazione, fortemente impegnato in direzione della ricerca e della sperimentazione didattica, con tante porte e finestre aperte sulla città e sulla scuola, non avrebbe dato alcun frutto se fin dai suoi primi passi il lavoro di noi tutti non si fosse svolto “sulle spalle dei giganti”. Di chi nella scuola palermitana da tempo opera alla creazione di percorsi di inclusione sociale, culturale, linguistica per tutti e per ciascuno.

Questo volume è dedicato alla memoria di uno di questi giganti, la maestra Fatima Del Castillo. La foto di lei insieme ai bambini del campo nomadi della Favorita serve, certamente più di tante parole, a dire quali fossero, negli ultimi anni, i mondi verso i quali si sforzava di costruire non facili ponti e i muri che ci invitava a saltare. La scuola di Fatima era quella dell’ascolto e della condivisione, della valorizzazione di ognuno, delle sue storie e delle sue lingue. Per raccontare di lei a chi non ha avuto la fortuna di conoscerla usiamo le parole con le quali si era recentemente autopresentata “la maestra Fatima ha dedicato l’impegno di una vita alla scuola pubblica, per farla diventare più laica, civile e democratica. Consapevole che il diritto di cittadinanza si esercita a scuola dove non esistono bambini stranieri o rom o italiani: i bambini sono tutti titolari degli stessi diritti e a ciascuno deve essere data la possibilità di esprimere e sviluppare la sua diversità”.

MARI D’AGOSTINO
Scuola di Lingua italiana per Stranieri