Programma Educazione alla Pace presentato da Tindara Ignazzitto - Consulta per la Pace di Palermo

Programma di Educazione alla Pace - TPRF

mercoledì 30 novembre 2011

2 dicembre, Italia: "E' il tempo giusto per la pace". In onda anche in Italia Words of Peace TV


da venerdì 2 dicembre iniziano anche in Italia

le trasmissioni di

words of peace TV

(con 3 repliche settimanali di cui una in inglese)

tutte le informazioni su



martedì 29 novembre 2011

Adama verso la libertà?

Per la libertà di Adama, contro la legge Bossi-Fini

Adama è una donna migrante: come donna ha subito violenza dal suo ex-compagno, come migrante è stata ricattata per anni e poi rinchiusa nel CIE di Bologna quando ha coraggiosamente deciso di denunciarlo. Adama non è nuova al coraggio perché come donna migrante ha lasciato il suo paese e vissuto in Italia da clandestina, fino a che la legge Bossi-Fini non le ha rubato la sua libertà. Come rete Primo Marzo ci uniamo all'appello partito da Migranda, una realtà di donne italiane e migranti nata a Bologna proprio durante la mobilitazione verso lo sciopero del primo marzo 2011, per la liberazione immediata di Adama. 
Ci impegniamo a continuare questa lotta fino alla liberazione di Adama e fino a che nessun migrante sia più rinchiuso in un centro di detenzione perché privo di documenti. Nel pretendere la liberazione di Adama non dimentichiamo infatti che se lei è oggi prigioniera in un CIE è per colpa della legge italiana, prima Turco-Napolitano, oggi Bossi-Fini, che hanno istituito i CIE e criminalizzato chi si ritrova senza un permesso di soggiorno. Chi oggi si stupisce di questa situazione è bene che apra gli occhi e abbia il coraggio di trarne le dovute conseguenze. Per questo nel chiedere la sua liberazione ci impegniamo a continuare la lotta per l'abrogazione della legge Bossi-Fini, la chiusura di tutti i CIE e la rottura del legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro che rende ricattabili tutti i migranti, nelle case, nelle famiglie, sul posto di lavoro. Questa situazione danneggia anche chi non è migrante rendendo ogni diritto più debole e ogni lavoro più precario. Questa lotta andrà condotta insieme ai migranti in tutta Italia e in tutta Europa, perché sappiamo che i centri di detenzione e il legame tra permesso e lavoro sono parte dalle politiche europee contro i migranti. Per questo rivolgiamo un appello anche a tutte le reti europee, a partire da quelle che hanno costruito le mobilitazioni per il primo marzo, per iniziare da qui a costruire una nuova Europa.

Per sottoscrivere l'appello


VERSIONE FRANCESE
Pour la liberté de Adama, contre la loi Bossi-Fini
Adama, une femme migrante. En tant que femme elle a subi la violence de son ex-compagnon, en tant que migrante elle a été sous chantage pendant plusieurs années et au moment  où elle a eu le courage de dénoncer les violences subies, elle a été renfermée dans le centre de rétention (CIE) de Bologne. Ce n'est pas le premier geste courageux de Adama, qui a quitté son Pays et vécu clandestinement en Italie jusqu'au moment où la loi Bossi-Fini ne lui a pas volé la liberté.
Le réseau Primo-Marzo s'associe à l'appel de l'association Migranda, une réalité formée de femmes italiennes et migrantes, qui a vu le jour lors de la mobilisation du premier mars 2011 et demande la libération immédiate de Adama.
Nous nous engageons à poursuivre la lutte jusqu'à la libération de Adama et jusqu'à ce que aucun migrant ne soit plus renfermé dans un centre de rétention parce qu'il n'a pas de documents.
En exigeant la libération de Adama, n'oublions pas pour autant que, si elle est emprisonnée dans un CIE ( centre de rétention) , c'est bien à cause de la législation italienne, la loi Turco-Napolitano d'abord et  la loi Bossi-Fini ensuite, qui ont institué les CIE, criminalisant ainsi ceux et celles qui se retrouvent sans un permis de séjour.
Ceux et celles qui s'étonnent de cette situation, qu'ils ouvrent les yeux et qu'ils aient le courage d'en tirer les conséquences nécessaires.
De ce fait, en demandant la libération de Adama, nous nous engageons à continuer le combat pour l'abrogation de la loi Bossi-Fini, la fermeture de tous les CIE et la dissociation du permis de séjour au contrat de travail, ce qui soumet les migrants au chantage, dans leurs maisons, en famille et sur les lieux de travail.
Cette situation est nuisible aussi pour tout citoyen italien puisqu'elle rend plus faibles tout droit et précaire tout travail. Cette lutte doit être portée tous ensemble, avec les migrants, en Italie et en Europe toute entière, parce que nous savons que les centres de rétention et le lien entre permis de séjour et travail sont partie intégrante des politiques européennes contre les migrants.
C'est pourquoi nous adressons un appel à tous les réseaux européens, partant de ceux qui se sont mobilisés pour la journée du premier mars, pour recommencer à partir d'ici, la construction d'une nouvelle Europe.

Pour souscrire l'appel


Adama verso la libertà?

In soli tre giorni 800 donne, uomini e associazioni hanno risposto al nostro appello per la liberazione di Adama. Anche grazie alla coincidenza con la giornata mondiale contro la violenza sulla donne, lo scandalo costante della detenzione amministrativa di una donna migrante è esploso improvvisamente sulle prime pagine dei giornali e nei servizi televisivi.

La storia di Adama e delle molte violenze da lei subite, il sostegno che ha ricevuto sono stati tali da produrre l’interesse di quelle istituzioni che nei mesi precedenti avevano colpevolmente ignorato la sua situazione. Colpisce che ci sia ancora chi vede qualcosa di poco chiaro nella storia di Adama. Viene così confermata la consueta pratica di addossare alle donne l’onere di dimostrare di aver subito violenza sia essa privata o istituzionale. Ciò nonostante, grazie al suo coraggio e alla mobilitazione collettiva oggi possiamo realmente sperare che Adama ritrovi una libertà che le consenta di riprendere in mano la propria vita, lontano da ogni violenza.

Nulla però è ancora deciso. Per questo è importante che le adesioni all’appello per la sua liberazione continuino ad arrivare numerose. Non si tratta soltanto di un supporto per lei e per la sua effettiva liberazione. Si tratta anche di riconoscere che la storia di Adama è la storia di molte altre, per le quali la violenza è l’altro nome della loro condizione di donne. La storia di Adama, donna e migrante, non è una storia eccezionale, ma la norma imposta a troppe donne migranti che, a causa della legge Bossi-Fini e dei Centri di identificazione e di espulsione, si trovano impossibilitate a denunciare qualsiasi violenza.

Nel pubblicare l’ultimo aggiornamento delle adesioni all’appello per Adama, vogliamo condividere anche la sua sorpresa per la solidarietà ricevuta, una nota di speranza che ha colorato la sua voce per la prima volta in tre mesi. Ci ha detto Adama: “Grazie, non pensavo nemmeno che fosse possibile”.

Per leggere le adesioni aggiornate clicca qui

Fonte: migranda.org


2 dicembre, Palermo: Aperitivo Afro-Solidale


Carissimi sostenitori

abbiamo il piacere di invitarvi al nostro Aperitivo Afro-Solidale
che avrà luogo
Venerdì 2 Dicembre 2011
presso il Teatro delle Beffe
in via De Spuches n. 7 a Palermo

La serata prevede:

degustazione di pietanze africane
musica dal vivo con la "Famiglia del Sud"
presentazione dei progetti Asantesana 2012
presentazione del calendario Asantesana 2012
presentazione del cineforum 2012 e
del corso di Lingua e Cultura Swahili
mostra fotografica

Vi aspettiamo dalle ore 19,00 - INGRESSO LIBERO



sabato 26 novembre 2011

Nuova sede dell'Associazione Asantesana a Palermo


Nuova sede Asantesana insieme a

Palma 
Nana s.c. e WWF Palermo


Al suo interno

la nuova "BOTTEGA DEL RIUSO"

dove è possibile trovare creazioni di artisti

 siciliani realizzate con materiali  di riciclo

ma anche tutti i prodotti Asantesana made in Tanzania

fotografie e il  nuovissimo calendario 2012



Passate a trovarci 

VIA CALTANISSETTA 2/B 

(angolo con via Libertà), Palermo


giovedì 24 novembre 2011

Petizione Diritto di scelta per il rilascio di un titolo di soggiorno ai richiedenti asilo provenienti dalla Libia

Vi chiediamo di sostenere
diffondere e sottoscrivere
questa importante petizione:

Diritto di scelta
Petizione per il rilascio di un titolo di soggiorno
ai richiedenti asilo provenienti dalla Libia



Sono approdati sulle nostre coste durante il conflitto in Libia, per fuggire alle violenze o perché costretti ad imbarcarsi su pericolose carrette dalle milizie di Gheddafi. 

Oltre 25.000 richiedenti asilo sono ospitati all'interno del Piano di Accoglienza affidato dal Governo alla Protezione Civile.

Centinaia di enti in tutta Italia, con modalità e standard disomogenei, stanno provvedendo alla loro ospitalità al di fuori del circuito del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Ma ogni sforzo, ogni risorsa messa a disposizione, ogni percorso di inserimento, rischiano di risultare vani senza la garanzia di un futuro, senza la prospettiva di un titolo di soggiorno che permetta loro di scegliere se stare o ripartire, se tornare in Libia o al proprio paese d'origine.

Pur provenendo dalla Libia, sono nati in Somalia, in Eritrea, in Ghana, in Nigeria, nel Mali, nel Ciad, in Sudan, in Costa d'Avorio, in Bangladesh o in Pakistan, per questo rischiano di vedere rigettata la loro domanda d'asilo dalle commissioni territoriali che già stanno procedendo al diniego nella stragrande maggioranza dei casi. 

I ricorsi, molto onerosi, non saranno comunque in molti casi sufficienti, così, dopo aver subito la violenza delle torture libiche o la minaccia dei bombardamenti, il destino di migliaia di persone rischia di essere l'irregolarità.

Non possiamo permettere che nelle nostre città, nei quartieri e nelle strade che abitiamo, sia ancora una volta alimentato lo spazio d'ombra della clandestinità, consegnando migliaia di donne e uomini allo sfruttamento o ai circuiti della criminalità.

Per questo, chiediamo l'immediato rilascio di un titolo di soggiorno umanitario attraverso l'istituzione della protezione temporanea (art 20 TU) o le altre forme previste dall'ordinamento giuridico.

Una questione di dignità, di democrazia e di giustizia.


Progetto Melting Pot Europa
Uff. Stampa 049 9816789 
Fax 049 664589


25 novembre, Palermo: Noi e gli altri, Il dramma dell'immigrazione con proiezione del film "Terraferma"

Il Comitato Addiopizzo, insieme alla Scuola Media B. Siciliano di Capaci e la Sicilia Film Commission, promuove l'appuntamento "Noi e gli altri. Il dramma dell'immigrazione".

L'evento vedrà la partecipazione di Don Pierluigi Di Piazza, fondatore del centro di accoglienza "Ernesto Balducci" e autore del saggio "Fuori dal Tempio. La Chiesa al Servizio dell'Umanità".

Alla fine dell'incontro sarà proiettato "Terraferma", il film di E. Crialese, già premio speciale della giuria alla Mostra di Venezia, che rappresenterà l'Italia alla corsa per l'Oscar come miglior film straniero.

Conduce i lavori il prof. Piero Riccobono.

Venerdì 25 novembre
Ore 20.45
Scuola del Cinema
Cantieri culturali della Zisa
Palermo

L'ingresso è libero
fino ad esaurimento posti

Si ringrazia vivamente il Centro Sperimentale di Cinematografia per la concessione degli spazi e delle attrezzature necessarie alla realizzazione dell'appuntamento.

Approfondisci l'evento sul sito www.addiopizzo.org


28 novembre, Catania: Manifestazione ed Assemblea interetnica "Lavoro Diritti Libertà. Mai più clandestini, ma cittadini"

Contro la sanatoria truffa rilanciamo la lotta per il permesso di soggiorno per tutti - Dopo le mobilitazioni della fine dell’anno scorso i migranti ritornano in piazza per rivendicare il loro diritto alla libera circolazione ed alla piena regolarizzazione. Nella nostra provincia risiedono circa 26.000 migranti ed oltre 3000 hanno richiesto nel settembre 2009 di regolarizzarsi come colf o badanti, non essendoci altra opportunità. Ciò ha costretto i lavoratori nell’agricoltura e nell’edilizia, i venditori ambulanti a trasformarsi in badanti, vittime del mercato dei contratti in mano alla criminalità organizzata, che li ha derubati ed ingannati. Dopo oltre 2 anni sono centinaia le pratiche ancora inevase, ed ancor di più le pratiche definite negativamente con motivazioni pretestuose. Praticamente si infierisce contro le vittime e marginalmente contro i carnefici. In preparazione della giornata globale di azione contro il razzismo il prossimo 18 dicembre riprendiamo la piattaforma delle precedenti mobilitazioni:

1) rilascio del permesso di soggiorno per chi ha partecipato alla “sanatoria truffa” ed estensione generalizzata della regolarizzazione a tutte le tipologie di contratto e di lavoro autonomo;

2) prolungamento del permesso di soggiorno per chi ha perso il lavoro e ritiro della circolare “Manganelli”;

3) rilascio del permesso di soggiorno per chi denuncia il datore di lavoro in nero;

4) la chiusura di tutti i centri di detenzione per migranti, compreso il megaCara di Mineo

5) riconoscimento del diritto di voto per chi vive in Italia da almeno 5 anni;

6) riconoscimento della cittadinanza per chi nasce o cresce in Italia



Basta con i governi antipopolari al servizio dei ricchi, che impoveriscono sempre più i lavoratori, condannandoci ad una vita precaria e che distruggono il futuro dei nostri figli!

LAVORO, DIRITTI, LIBERTA’

MAI PIU’ CLANDESTINI, MA CITTADINI!

LUNEDI’ 28 novembre assemblea interetnica

dalle 18 in piazza Stesicoro

Coordinamento immigrati contro la sanatoria truffa
Rete Antirazzista Catanese
Rete catanese 15ottobre

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Sottoscrivete l’appello, diffondetelo. Mobilitiamoci in ogni città

Sono approdati sulle nostre coste durante il conflitto in Libia, per fuggire alle violenze o perché costretti ad imbarcarsi su pericolose carrette dalle milizie di Gheddafi. Oltre 25.000 richiedenti asilo sono ospitati all’interno del Piano di Accoglienza affidato dal Governo alla Protezione Civile.

continua:


25-26 novembre, Palermo: Convegno "La protezione internazionale per orientamento sessuale e identità di genere"

«E’ possibile stimare che nell’Unione Europea arrivino ogni anno 10.000 richieste di asilo da parte di persone LGBTI. Il dato si può stimare basandosi sui dati provenienti da Belgio, Norvegia, Olanda e Svezia – gli unici a disporre di statistiche sulle richieste di asilo, mentre gli parte Paesi dell’Unione non raccolgono questi dati» è quanto dichiara l’Avv. Simone Rossi di Avvocatura per i Diritti LGBT – Rete Lenford, citando i risultati della ricerca europea Fleeing Homophobia, appena conclusa.

La ricerca Fleeing Homophobia, cofinanziata dal Fondo Europeo per i Rifugiati e realizzata dall’Università di Amsterdam, COC Paesi Bassi, Hungarian Helsinki Committee, Avvocatura per i Diritti LGBT-Rete Lenford ed European Counil on Refugees and Exiles per la prima volta ha condotto uno studio su legislazioni e prassi dei 27 Paesi dell’Unione.

Dallo studio emerge che esistono considerevoli differenze nel modo in cui gli stati europei esaminano le domande di asilo di persone LGBTI. Si tratta di un aspetto alquanto problematico, dal momento che l’Europa mira a creare un Sistema Comune di Protezione Europea con uno status omogeneo. Il sistema di Dublino, in base al quale un solo stato membro dell’UE prende in esame la domanda di asilo, teoricamente implica uno standard comune nell’applicazione della legge sulle/sui rifugiate/i, standard che però purtroppo non esiste.

Lo studio comparativo ha evidenziato che in parecchi punti le prassi statali europee nell’esame delle richieste di asilo di persone LGBTI sono al di sotto degli standard richiesti dalla normativa internazionale ed europea sui diritti umani e sulle/sui rifugiate/i, basandosi in molti casi su stereotipi che portano a respingere, ad esempio, le lesbiche che non hanno atteggiamenti maschili, i gay non effeminati e le/i richiedenti LGBTI che sono state/i sposate/i o che hanno figli. Inoltre, nelle prassi degli stati spesso negata la natura fondamentale dei diritti umani delle persone LGBTI. Le/i richiedenti asilo LGBTI sono frequentemente rispedite/i nei loro paesi d’origine per la ragione che potrebbero evitare di essere perseguitate/i se nascondessero il proprio orientamento sessuale o la propria identità di genere. Pretendere che per ricevere “protezione” queste persone rinuncino ai propri diritti umani, nega la funzione di questi diritti. Allo stesso modo, le/i richiedenti LGB sono regolarmente rispedite/i in paesi in cui hanno un fondato timore di essere incarcerate/i o condannate/i a morte per avere svolto attività sessuali con persone dello stesso sesso. Un altro esempio è che spesso le pesanti violazioni dei diritti umani nei confronti di persone transessuali, che si verificano su ampia scala in parecchi paesi del mondo, non sono sufficienti a garantire l’asilo.

Visto che le statistiche sono inaffidabili, è impossibile dire quante/i richiedenti LGBTI provengano da quali paesi. Tuttavia, sulla base degli esempi citati dagli esperti nazionali interpellati per la ricerca Fleeing Homophobia, risulta che le/i richiedenti LGBTI provengono da almeno 104 paesi diversi.

I problemi riguardanti le richieste di asilo di persone LGBTI stanno ricevendo una certa attenzione solo da poco tempo a questa parte. Nel 2008 sono state pubblicate le Linee guida dell’UNHCR sulle domande di status di rifugiato legate a orientamento sessuale e identità di genere. Nel giugno del 2011 il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa ha pubblicato un rapporto sulle discriminazioni subite da persone LGBTI.

Al centro del diritto d’asilo c’è il concetto di rifugiata/o. Nella Convenzione di Ginevra sui rifugiati del 1951 si definisce rifugiata/o una persona che si trova al di fuori del paese di cui detiene la nazionalità o in cui risiede abitualmente, e che teme di essere perseguitata per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale o opinione politica. L’applicazione di questa definizione negli stati membri dell’UE è stata armonizzata a livello minimo dalla Direttiva Qualifiche.

«La ricerca Fleeing Homophobia ha fatto emergere che le poche pubblicazioni sulle tematiche della protezione internazionale delle persone LGBTI condotte fino ad oggi hanno riguardato prevalentemente i casi di uomini gay» aggiunge l’Avv. Rossi «ciò si può spiegare con la scarsità di dati riguardanti le/i richiedenti lesbiche, transessuali e intersessuali. Ciò si potrebbe spiegare con la minore evidenza che hanno le persecuzioni di persone lesbiche, transessuali e intersessuali rispetto a quelle a cui sono sottoposti i gay. Quando l’attivista ugandese gay David Kato è stato ucciso il 26 gennaio 2011, i media, le organizzazioni e le/i funzionarie/i appartenenti alla società civile sono venuti immediatamente a sapere dell’omicidio, e l’hanno condannato. Tuttavia, non molti sanno quante/i transessuali vengono assassinate/i nel mondo: da gennaio 2008 a dicembre 2010 sono stati denunciati 539 omicidi di persone transessuali. Molti altri non sono stati neppure denunciati».

I risultati della ricerca Fleeing Homophobia saranno illustrati nel corso di un convegno che si terrà a Palermo il 25 e 26 novembre, presso Villa Zito, via della Lubertà 52, organizzato da Avvocatura per i Diritti LGBT – Rete Lenford. Il convegno ha ottenuto una targa di partecipazione del Presidente della Repubblica e il patrocinio – tra gli altri- della Camera dei Deputati, dell’Alto commissariato Onu per i Rifugiati, della Regione Sicilia, del Consiglio Nazionale Forense e dell’OSCAD, Osservatorio della Polizia di Stato contro gli atti discriminatori.

La ricerca si può liberamente scaricare al seguente indirizzo: http://www.retelenford.it/node/743

Contatto per la stampa: Avv. Simone Rossi cell. 3358075884


2 dicembre, Palermo: Primavera Araba: Guerra e Migranti, incontro con Alessandro Dal Lago


Primavera Araba Guerra e Migranti
Incontro con Alessandro Dal Lago
Venerdì, 2 dicembre · 15:30 - 18:30
Facoltà di Lettere e Filosofia
Collettivo Universitario Autonomo - Palermo


Piazza Tahir è di nuovo in tumulto, decine di migliaia di uomini e donne si accalcano, discutono, impongono ai media mainstream l'immagine di una piazza che non si piega ai manganelli, le pallottole, al gas nervino...
La "Primavera Araba" sta disegnando la carta di un nuovo Mediterraneo abbattendo seppur idealmente le frontiere della "Fortezza Europa" all'interno della quale i movimenti guardavano al Maghreb riconoscendone le pratiche e gli slogan dei giovani tunisini o egiziani esprimendo vicinanza, rivendicando gli stessi linguaggi.

Abbiamo assistito al "Lampedusa show" una gestione governativa e mediatica che ha voluto portare la situazione al limite estremo, fino allo scontro tra i detenuti del "C.I.E." e i lampedusani, "C.I.E." sempre più "Lager" a cielo aperto che regolano i flussi e l'eccedenza di mano d'opera.

L'aggravarsi della crisi prospetta nuove ondate di migrazioni, le direttive della B.C.E. impongono tagli al welfare, e all'assistenza sociale, la destra xenofoba europea cavalca la crisi additando i soliti responsabili di sempre, mentre i movimenti europei aspettano la contaminazione dal Maghreb, il definitivo salto di qualità verso la "Degage Mania".... 

INTERVENTI: 

Alessandro Dal Lago, docente di sociologia
Università degli studi di Genova 

Vincenzo Guarrasi, docente di Geografia
Università degli studi di Palermo 

Giorgio Bisagna, consulente legale per i migranti
Foro di Palermo




sabato 19 novembre 2011

19 novembre, Palermo: GenerAzione Intercultura. Giornata del Dialogo Interculturale







GenerAzione Intercultura!

a Palermo una Giornata ricca di eventi all’insegna dell’intercultura

Ti aspettiamo il 19 novembre al Centro Santa Chiara



(Palermo – 9 novembre 2011). Sabato 19 novembre al Centro Santa Chiara in piazzettaSanta Chiara a Palermo, a partire dalle ore 18 si svolgerà una giornata all’insegna dei diritti e dell’intercultura: la Giornata del Dialogo Interculturale, momento conclusivo del progetto “Giovani e Intercultura: un anno di dialoghi” promosso dall’associazione di cooperazione internazionale LVIA in collaborazione con il Centro Studi Sereno Regis, CEM Mondialità. Il progetto ha ottenuto un finanziamento nazionale pubblico del Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Un anno di iniziative “dal basso” per colorare i territori di Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Sicilia e che ha coinvolto 13.000 giovani italiani e stranieri sui temi dell’identità, l’incontro con l’altro, i diritti e lo sviluppo sostenibile. Desiderio di relazioni, di valori, voglia di essere protagonisti è quanto ne è emerso.

In Sicilia, i giovani sono stati sollecitati e si sono attivati in diversi territori a Palermo e nelle Madonie animando le proprie comunità con azioni locali che hanno parlato d’intercultura e di diritti. La Giornata del Dialogo Interculturale è il momento conclusivo di questo anno di attività, che si svolgerà pressoché in contemporanea in ognuna delle regioni coinvolte.

La giornata siciliana, organizzata dalla LVIA, in collaborazione con l’associazione di volontariato Vivi e Lassa Viviri l’associazione S. Chiara e con il supporto del Ce.S.Vo.P., si svolgerà a Palermo sabato 19 novembre presso il Centro Santa Chiara, in piazzetta Santa Chiara con un programma molto ricco. A partire dalle ore 18, con la partecipazione straordinaria dell’artista Mario Incudine, sarà organizzata una notte colorata ricca di musica, danze, video, dialogo, confronti,

Durante la giornata sarà organizzata la raccolta firme in favore della Campagna “L’Italia sono anch’io”

per i diritti di cittadinanza e il diritto di voto per le persone di origine straniera che vivono e/o sono nate in Italia

Vito Restivo, referente LVIA in Sicilia, spiega: “Viviamo già nel villaggio globale dove non ci si può interessare soltanto della libera circolazione delle merci, ma delle sorti e del buon vivere di ogni uomo, qualunque sia la sua cultura, la religione, la provenienza geografica…Siamo tutti parte della stessa e unica famiglia umana. Le persone che abbiamo conosciuto grazie a questo progetto ci hanno insegnato a leggere la storia contemporanea con gli occhi sgombri da pregiudizi e con la voglia di costruire un mondo più giusto e più equo”.

Informazioni: 328/9273481 3683441183





Amnesty International: Italia, decreti che discriminano i Rom sono stati giudicati illegittimi

COMUNICATO STAMPA - CS 113-2011

Amnesty International ha chiesto alle autorita’ italiane di porre fine alle misure discriminatorie contro le persone rom dopo che il piu’ alto organo giurisdizionale amministrativo del paese ha dichiarato illegittimi i decreti relativi all’emergenza nomadi.

Il Consiglio di Stato ha decretato la fine dell’emergenza nomadi, che ha esposto le comunita’ rom a gravi violazioni dei diritti umani da quando e’ stata introdotta tre anni fa.

‘Porre fine all‘emergenza nomadi e’ un passo nella giusta direzione, questa era illegittima e non sarebbe dovuta mai essere stata dichiarata’ – ha affermato Nicola Duckworth, direttrice del Programma Europa e Asia centrale di Amnesty International.

‘Il governo italiano ha ora la responsabilita’ di fornire rimedi effettivi a tutte le famiglie rom che hanno subito sgomberi forzati e altre gravi violazioni dei diritti umani durante ’.

Nel maggio 2008, il governo italiano dichiaro’ uno stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunita’ nomadi nelle regioni di Lombardia, Campania e Lazio.

Questo per affrontare, presumibilmente, ‘una situazione di grave allarme sociale, con possibili ripercussioni per la popolazione locale in termini di ordine pubblico e sicurezza’.

L’emergenza e’ stata successivamente estesa alle regioni di Piemonte e Veneto.

Sulla base dell’emergenza nomadi, ai prefetti dei capoluoghi delle regioni interessate e’ stato conferito il potere di agire in deroga alla legislazione che protegge i diritti umani e gli sgomberi forzati delle comunita’ rom sono stati molto frequenti ed eseguiti con sempre maggiore impunita’.

‘L’emergenza nomadi ha esposto migliaia di rom a violazioni dei diritti umani e ha aggravato la discriminazione nei loro confronti’ – ha aggiunto Duckworth.

‘Il nuovo governo italiano deve porre fine a politiche e pratiche discriminatorie che colpiscono persone rom da anni. Questa di sicuro non e’ la fine della storia, ma puo’ essere un nuovo inizio’.

FINE DEL COMUNICATO - Roma, 18 novembre 2011 

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa 
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361 , e-mail: press@amnesty.it
Leggi tutti gli altri comunicati stampa all’indirizzo: 



venerdì 18 novembre 2011

20 novembre, Marsala: Lontani, ma così vicini. Il progetto "Fiori che rinascono" ad Addis Abeba, Etiopia

In occasione della Giornata Universale dei Bambini
presso La Pinacoteca della città di Marsala
domenica 20 novembre 2011
a partire dalle 17.00 si parlerà dei bambini del progetto
"Fiori che rinascono"
Addis Abeba - Etiopia

Un’esperienza ravvicinata, tra viaggio e scoperta.
Un progetto di Tutela dei bambini vittime di violenza sessuale ad Addis Abeba – Etiopia.

Un progetto lontano che prova a farsi conoscere da vicino. Attraverso le parole della Dott.ssa Maria Spinelli, formatrice, per Il Sole Onlus degli psicologi del progetto "Fiori che rinascono".

Intervengono:
Francesca Pozzi – Il Sole Onlus – Como
Dott.ssa Maria Spinelli – Psicologa, Psicoterapeuta, Studente di dottorato dipartimento di Psicologia Università degli Studi di Milano – Bicocca

A seguire asta fotografica con meravigliose immagini di Addis Abeba e del progetto "Fiori che rinascono", scattate dai fotografi Selene De Rui e Valerio Ferrario.
Battitore d’asta d’eccezione: Salvatore Inguì

Grazie alla generosità si possono creare futuri.


20 novembre, Palermo: Migranti, missione compiuta?



Domenica 20 novembre dalle ore 10.30
Via Giovanni Grasso 13/a (accanto mercato Ballarò)
Palermo, Italy

Sinistra Ecologia Libertà vi invita alla prima giornata di incontro-confronto sul tema delle migrazioni. Dalle navi della vergogna ormeggiate al porto per giorni alle testimonianze delle comunità che popolano la nostra città. Dallo sfruttamento nei campi alle recenti aggressioni avvenute a Palermo.


Tanti, troppi diritti negati. Ma anche tante possibili soluzioni.

Dalle 10.30 per tutta la giornata si svolgeranno dibattiti, proiezioni, mostre fotografiche e documentali.

E poi musica e danza dal vivo, cucina multietnica, ed altro ancora...

All'iniziativa hanno dato la loro adesione numerose associazioni e comunità, tra cui Askavusa, Youth in Action, A Sud, Primo Marzo, la comunità tunisina, la comunità senegalese, la comunità bengalese, la comunità tamil...

PROGRAMMA

10.30 - Apertura dei lavori : dibattito aperto dedicato all'ascolto delle esigenze dei migranti e sulla creazione del fenomeno "emergenza".

Fra gli altri interverranno:
Fulvio Vassallo Paleologo
Adam Raslen
Tindara Ignazzitto
Abdoullaye Ba detto Lai
Daniela Tomasino
Nomen Beji
Vincenzo Figlioli

13.30 - Pranzo Tunisino (€ 7,00)

15.00 : Ripresa dei lavori con la creazione di tavoli di lavoro per l'elaborazione di proposte

Dalle 17.30 Proiezione dei video:

"La terra (e)strema" di Enrico Montalbano

"Né più né meno. La scuola Pisacane" di Lucio Arisci

"Shukri, una nuova vita" di Rossella Schillaci

A seguire dibattito con gli autori.

20.30 CENA MULTIETNICA

21.00 AFRICAN N'GUEWEL GROUP (percussioni e danze senegalesi)

22.00 LIVE - FAMIGLIA DEL SUD

Evento su Facebook



giovedì 17 novembre 2011

20 novembre, Palermo: Inaugurazione dello sportello LGBT migranti

Le associazioni impegnate nella realizzazione dello sportello "La migration" sono Arcigay Palermo e DiARiA in collaborazione con UMIP.

Durante questi ultimi anni in cui abbiamo riportato le tematiche LGBT (lesbiche gay bisessuali e trans) sulla scena politica della città e che si è impegnato a fondo nella realizzazione e riuscita del pride (non è stato meraviglioso ?!) sono emerse diverse istanze, tra cui quella di aprire un fronte di discussione, uno spazio di parola a partire dai vissuti delle persone lgbtqi che hanno dei legami forti ( si sentono di appartenere ad alcune?) con le comunità migranti residenti a Palermo.

Vi chiamiamo a raccolta perché abbiamo creduto e crediamo nella mobilitazione antirazzista che ci ha visti insieme in prima linea quest’anno a raccoglierci intorno alle violenze subite da Nourredine Adnane, da altri ambulanti e da Jennifer, a denunciare le condizioni di precarietà esistenziale che in parte tutte e tutti condividiamo, a lavorare quotidianamente per migliorare tramite iniziative di ogni genere (sportelli informativi, scuole di italiano, ambulatori) la vita di chi non vede riconosciuti appieno dalle istituzioni i propri diritti umani.

Per questo vorremmo condividere alcune problematiche con cui ci stiamo confrontando e rispetto alle quali spesso misuriamo la nostra impotenza. Siamo partiti dalla situazione di emergenza che è stata visuta a Lampedusa ogni giorno e vivono le persone lgbt che sono arrivate negli ultimi mesi ; l’Italia è un paese che nei vuoti legislativi a tutela delle persone lgbt esprime una diffusa omo-transfobia. Siamo molto preoccupate per le sorti delle quattro ragazze trans trasferite a Kinisa e in seguito al centro Vulpitta di Trapani ; abbiamo incontrato a Palermo un ragazzino africano che ha fatto con noi il coming out, vivendo forti discriminazioni da parte degli amici con cui era arrivato in Italia, e che ora sta cercando di ottenere la protezione internazionale. Sappiamo non essere l’unico a volere iniziare questa procedura.

In che modo possiamo essere presenti ed efficaci nell’accoglienza di queste persone e creare delle situazioni di benessere nella nostra città? Nelle parole di Ana, la più coraggiosa tra noi:

"L’orientamento sessuale e l’identità di genere, nelle varie forme in cui si esprimono, sono causa in molti paesi di discriminazioni, talvolta sancite anche dalla legge, e per questo in tant* sono costretti a fuggire dal proprio paese. Per potere ottenere il diritto di asilo è necessario che la persona migrante dichiari il proprio orientamento sessuale o condizione trans, e tale esposizione puo’ comportare il rischio di emarginazione anche all’interno della propria comunità di appartenenza dalla quale invece ci si aspetta sostegno. Avendo vissuto in prima persona il disagio ho pensato che sarebbe bello potere aprire uno sportello LGBT migranti con lo scopo di offrire consulenza legale psicologica e umana a coloro che lo richiedono."

Uno sportello è stata l’idea che ci è subito venuta; poi abbiamo pensato all’organizzazione presso l’Arcigay di aperitivi a base di cucina tradizionale delle varie culture presenti a Palermo per dare un segnale forte, che l’amore insomma non ha limiti di culture. Si sono create grazie a questi momenti di incontro relazioni nuove e importanti. Abbiamo presentato un film all’interno della rassegna Make revolutionary love che ha tematizzato insieme il diritto di libera circolazione e il desiderio di amare liberamente. 


Lo Sportello verrà inaugurato il 20 novembre alle ore 19
al Blow Up e sarà aperto tutte le domeniche

RELATRICI
Ana Maria Vasile- mediatrice interculturale- responsabile sportello lgbtqi "La migration"
Abraha Yodit mediatrice interculturale – UMIP unione mediatori italiani professionali

Interverranno:
Claudia Brunetto- moderatrice- giornalista
Anna Bucca – presidente Arci Sicilia
Daniela Tomasino- presidente Arcigay Palermo


Manfredi Lombardo – Levana Blow Up





Dopo Milano e Verona, anche Palermo avrà uno sportello per migranti omosessuali, che si chiamerà "Le migration". Sarà gestito da un team di volontari e avrà sede negli uffici del Blow Up, in piazza Sant'Anna. Per ora è prevista l'apertura solo di domenica dalle 17 alle 19. 

Al progetto lavorano l’Arcigay Palermo e l’associazione DiARiA. Ci sarà anche la collaborazione di alcune mediatrici culturali dell'Umip. Tra gli obiettivi, anche quello di promuovere attività di animazione e di confronto al di fuori dello sportello, nelle comunità a cui appartengono i migranti o presso le istituzioni, che spesso sono impreparate e raramente sono in grado di dare risposte adeguate a un migrante omosessuale.
“L’orientamento sessuale e l’identità di genere – spiega la responsabile del progetto Ana Vasile -, nelle varie forme in cui si esprimono, sono causa in molti Paesi di discriminazioni, talvolta sancite anche dalla legge, e per questo, in tanti sono costretti a fuggire dal proprio Paese. Per potere ottenere il diritto di asilo è necessario che la persona migrante dichiari il proprio orientamento sessuale e tale esposizione può comportare il rischio di emarginazione anche all’interno della propria comunità di appartenenza dalla quale invece ci si aspetta sostegno”. “Avendo vissuto in prima persona il disagio ho pensato che sarebbe stato bello potere aprire uno sportello LGBT (lesbo gay bisessuale trans) per migranti – continua - con lo scopo di offrire consulenza legale psicologica e umana a coloro che lo richiedono”. 

DI RED (16 NOVEMBRE 2011)

Fonte: Mixmag


20 novembre, Palermo: Si festeggia il secondo compleanno del Giardino di Madre Teresa


IL GIARDINO DI MADRE TERESA
Secondo Compleanno Domenica 20.11.11 ore 18h30

... Due anni, da quando è iniziata questa scommessa; tra alti e bassi ... con gioia ma anche con fatica, con entusiasmo ma tra mille difficoltà... con tanta perseveranza ci siamo riusciti!
Ed è GRAZIE soprattutto al contributo di ognuno di VOI che insieme a me, credete in questo progetto!

Vi invitiamo a festeggiare con noi ... questa domenica, 20 nov. 2011 alle 18h 30 presso la ludoteca: “Il giardino di Madre Teresa” a Ballarò il nostro SECONDO COMPLEANNO!!

Musica, Buffet e una sorpresa per tutti i bimbi che verranno!

Vi aspettiamo!


Corso gratuito di lingua italiana per stranieri valido per la richiesta o il rinnovo del permesso di soggiorno

CORSO DI LINGUA ITALIANA VALIDO PER LA RICHIESTA O IL RINNOVO DEL PERMESSO DI SOGGIORNO

Viene segnalato un corso gratuito di lingua italiana per stranieri valido per la richiesta o il rinnovo del permesso di soggiorno.

DOVE SI SVOLGE?
Presso la Scuola Media Statale “Sandro Pertini” Piazza dell’Origlione (vicino la Cattedrale), nel quartiere Ballarò, info: 091476298

QUANDO SI SVOLGE?
Ogni giorno, dal lunedì al venerdi dalle ore 17.00 alle ore 20.00.
Le lezioni termineranno a fine maggio 2012.

Viene rilasciata un’attestazione di conoscenza della lingua italiana pari al livello A2 del quadro comune di riferimento europeo, utile al fine della richiesta o del rinnovo del permesso di soggiorno previsto dall’accordo di integrazione.

FREE COURSE OF ITALIAN LANGUAGE ADDRESSED TO FOREIGNERS WHO WANT TO LEARN ITALIAN. CLASSESS WILL TAKE PLACE EVERY DAY, FROM MONDAY TO FRIDAY IN THE AFTERNOON (UNTIL THE END OF MAY 2012), FROM FIVE P.M TO EIGHT P.M. AT THE PUBLIC SCHOOL, SCUOLA MEDIA “G. VERGA”, PIAZZA DELL’ORIGLIONE (NEAR BALLARÒ MARKET). AT THE END OF THE COURSE YOU WILL GET A CERTIFICATE VALID FOR THE REQUEST OR THE RENEWAL OF YOUR RESIDENCE PERMIT (Level A2 Common European Framework).YOU CAN AS WELL ATTEND ONCE A WEEK A COURSE OF COMPUTER SCIENCE. ENROLMENT ON THE COURSE IS OPEN. WE WAIT FOR YOU!


ON A LE PLAISIR DE VOUS COMMUNIQUER QUE SONT OUVERTES LES INSCRIPTIONS A UN COURS GRATUIT DE LANGUE ITALIENNE ADRESSÉ AUX ÉTRANGERS QUI DĖSIRENT APPRENDRE L’ITALIEN. LES COURS AURONT LIEU CHEZ L’ÉCOLE PUBLIQUE, SCUOLA MEDIA « G.VERGA », PIAZZA DELL’ORIGLIONE, (près du marché de Ballarò) TOUS LES JOURS, DE LUNDI A VENDREDI, DE 17,00 A 20,00 HEURES, JUSQU’À LA FIN DU MOIS DE MAI 2012. A LA FIN DU COURS (Niveau A2 Cadre Européen Commun) ON VOUS DÉLIVRERA UNE ATTESTATION VALIDE POUR LA DEMANDE OU LE RENOUVELLEMENT DE VOTRE PERMIS DE SÉJOUR. POSSIBILITÉ DE FREQUENTER AUSSI UN COURS D’INFORMATIQUE. ON VOUS ATTEND!


mercoledì 16 novembre 2011

Da marzo arriva il permesso di soggiorno a punti: parte anche in Italia il contratto di integrazione tra lo straniero e lo stato

ERA ATTESO DAL 2009. PARTE ANCHE IN ITALIA, SULL'ESEMPIO DI ALTRI PAESI EUROPEI, IL CONTRATTO D'INTEGRAZIONE TRA LO STRANIERO E LO STATO. RICHIESTA LA CONOSCENZA DELL'ITALIANO E DELL'EDUCAZIONE CIVICA

Da marzo arriva il permesso a punti



Sono passati oltre due anni, ma finalmente è arrivato il regolamento sull'accordo d'integrazione tra lo straniero e lo stato. Il provvedimento era previsto, infatti, dal famigerato pacchetto sicurezza del 2009. In sostanza si chiede a chi arriva in Italia dal 10 marzo dell'anno prossimo (quindi non vale per chi è già qui o che arriverà prima di questa data) di imparare l'italiano e l'educazione civica, oltre a mandare i figli a scuola. Pena, l'espulsione. 

Parte quindi l'annunciatissimo permesso a punti, un sistema - già utilizzato in altri Paesi europei - cheprevede premi e punizioni a secondo di come si comportano gli immigrati, secondo un modello messo a punto dagli ormai ex ministri dell'Interno Maroni e del Welfare Sacconi. 

Andando per ordine, va subito ricordato che l’accordo deve essere firmato presso lo Sportello unico per l’immigrazione o in Questura dagli stranieri che abbiano almeno sedici anni. Da quel momento ci si impegna a raggiungere una conoscenza di livello A2 dell'italiano (è uno standard piuttosto basso) e delle principali norme contenute nella nostra Costituzione, oltre che delle ”istituzioni pubbliche” e “della vita civile in Italia”, in particolar modo per quanto riguarda sanità, scuola, servizi sociali, lavoro e obblighi fiscali. Obbligatorio far frequentare ai figli la scuola dell’obbligo, oltre a sottoscrivere la “Carta dei valori della cittadinanza e dell'integrazione” del ministero dell’Interno.

Al momento della firma si acquistano subito 16 punti. I crediti sono collegati alla conoscenza dell'italiano, ai corsi frequentati e ai titoli di studio di ogni straniero, così come a determinati comportamenti, come la scelta del medico di base, la registrazione del contratto d’affitto e le attività imprenditoriali o di volontariato. I punti però si perdono in caso di condanne penali anche non definitive, misure di sicurezza personali e illeciti amministrativi e tributari.

A due anni dalla firma, lo Sportello Unico per l’Immigrazione esamina la documentazione presentata dallo straniero (attestati di frequenza a corsi, titolo di studio ecc.) o, se questa non c’è, lo sottopone a un test. In entrambi i casi la verifica si chiude con l’assegnazione di un punteggio: da trenta punti in su, l’accordo si considera rispettato, da uno a ventinove si viene “rimandati”, con l’impegno a raggiungere quota trenta entro un anno, ma se i punti sono zero o meno si perde il diritto di soggiornare in Italia e scatta l’espulsione.

Il Ministero dell’Interno curerà un’anagrafe dei firmatari dell’accordo di integrazione, nel quale saranno registrati anche tutti i punteggi, le cui variazioni verranno di volta in volta comunicate ai diretti interessati. Questi potranno naturalmente accedere all’anagrafe anche per controllare la loro posizione.

Dopo la firma si hanno tre mesi di tempo per partecipare a un mini-corso gratuito di “formazione civica e informazione sulla vita civile” che dura tra cinque e dieci ore, svolto nella propria lingua d'origine o, se questo non è possibile, in una lingua a scelta tra: albanese, arabo, cinese, francese, inglese, russo, spagnolo e tagalog. In questa occasione si ricevono anche informazioni sulle “iniziative a sostegno del processo di integrazione” (come ad esempio corsi gratuiti di italiano) attive nella provincia.

DI FRANCESCO BIANCO (16 NOVEMBRE 2011)

Fonte: Mixamag


Italiani razzisti: il mito degli italiani "brava gente" a pezzi

L'ALMANACCO GUANDA 2011 SI PONE LA DOMANDA SE IL NOSTRO SIA UN PAESE RAZZISTA O NO. MA ALLA FINE IL MITO DEGLI ITALIANI BRAVA GENTE NE ESCE ASSOLUTAMENTE A PEZZI

Siamo razzisti

Eppure fino al 1973 siamo stati noi gli emigrati. Quelli che dovevano tornare nel loro Paese, quelli da evitare, quelli che girano con il coltello in tasca, quelli che non si lavano, quelli di cui avere paura

Forse dovrebbe essere l’abrogazione della legge Bossi-Fini il primo provvedimento del nuovo Governo:com’è possibile che se uno straniero perde il posto di lavoro nel giro di pochi mesi perde anche il diritto a vivere legalmente nel nostro Paese?In quanti, oggi, stiamo perdendo o ridimensionando il lavoro, senza ritrovarlo immediatamente? Perché un lavoratore immigrato regolare che paga ogni mese nella sua busta la sua quota di cassa integrazione, dopo sei mesi deve andarsene e non usufruirla tutta? La clandestinità sì: può generare reati molto più facilmente che una situazione di legalità sia pur nel disagio. E’ una legge razzista?

Quest’anno l’Almanacco di Guanda si chiede se l’Italia sia o no un Paese razzista. Gli intellettuali invitati a riflettere sul quesito - da Andrea Camilleri, a Gian Antonio Stella, da Edoardo Nesi a Marcello Fois e tanti altri ancora - non ci tranquillizzano, anzi.

Di solito passa l’assunto che gli italiani siano tutto sommato "brava gente", che negli anni non hanno mai avuto tendenze razziste, quindi neanche oggi si può dire che il nostro sia un Paese razzista: al massimo un po’ provinciale, un po’ intollerante, ma il razzismo ricorda periodi troppo bui della Storia occidentale per ammettere che esista oggi, qui da noi.

Eppure la caccia allo zingaro c'è stata fin dai tempi dello Stato Pontifico, ci ricorda Gian Antonio Stella. Ci sono stati campi di concentramento italiani a Sirte, e campi di concentramento pieni di bambini slavi alle porte di Treviso. Stella ci ricorda che l’Italia era innamorata del trio Lescano, ma appena ci si accorse che le sorelle Leschan erano ebree furono completamente dimenticate. Non siamo mai stati razzisti?

Arpad Weisz era l’allenatore dell’Inter negli anni Trenta e portò la squadra a vincere lo scudetto. Dopo le leggi razziali del ’38 (le abbiamo fatte ‘solo’ per obbedire a Hitler) i suoi tifosi si dimenticarono completamente di lui che morì ad Auschwitz. Ad oggi l’Inter non ha ancora ricordato Weisz.

Dunque sfatiamo la favola dell’italiano naturalmente e culturalmente "non razzista". Se non partiamo da una riflessione onesta e spietata sulla nostra Storia, non potremo combattere il germe del razzismo che – orribilmente – esiste anche in Italia, e si nutre di minimizzazioni.

Ranieri Polese, il curatore dell’Almanacco, racconta un aneddoto tanto banale quanto emblematico: una coppia di ragazzi esce dalle riprese del Grande Fratello e cerca di passare la notte nella stanza di albergo di lui. Lei non ha con sé i documenti e il portiere di notte – un filippino - non consente, come dice la legge, ai due di salire insieme in camera. I due, la ragazza soprattutto, inveiscono contro il portiere chiamandolo "sporco extracomunitario di merda torna al tuo Paese”. E’ troppo chiamarlo episodio di razzismo?

Eppure fino al 1973 – un battito di ciglia in termini storici, come dice Gian Antonio Stella – siamo stati noi gli emigrati. Quelli che dovevano tornare nel loro Paese, quelli da evitare, i fondamentalisti religiosi, quelli che girano con il coltello in tasca, quelli che non si lavano, quelli di cui avere paura. Da ‘diversi’ non ci volevano e oggi i ‘diversi’ non li vogliamo: dopo le piene del Po qualcuno della Lega Nord ha ringraziato il dio Po perché ha fatto quello che i politici non hanno saputo fare: sgomberare i campi nomadi. E’ razzismo? Dobbiamo allarmarci o considerare questa come l’ennesima boutade un po’ malandrina ma tutto sommato innocua?

L’Italia ha un passato razzista e un presente razzista: questo è il doloroso presupposto da cui partire per combattere questa piaga, così subdola, così pericolosa.

“L’Italia è un Paese che purtroppo non ha mai fatto i conti col razzismo come hanno fatto altri Paesi come la Francia, l’Inghilterra, l’Australia. Non avendo mai fatto i conti con noi stessi, fatichiamo ad ammettere che ci siano dei sussulti razzisti – ci dice lo scrittore Ferruccio Pinotti, che firma un contributo sulla Lega, il razzismo e la fabbrica della paura - invece credo che la società italiana sia percorsa dal razzismo, anche se ci sono Paesi molto più razzisti del nostro, come il Giappone”.

Secondo Pinotti non solo il razzismo non è in calo ma c’è la possibilità che in questo momento storico aumenti. In un Occidente governato sempre più da governi tecnocrati che rappresentano i grandi capitali, sta nascendo una base che si riconosce sempre più in un’ideologia razzista; che si riconosce nell’odio verso l’altro.Se permettiamo alla pancia di parlare dimenticandoci della testa, smettiamo di essere umani. Diventiamo un branco che - per stare unito - ha bisogno di capri espiatori su cui scaricare i disagi, le scontentezze e i problemi gravi del nostro Paese. Niente di più immediato e tranquillizzante che trovarli nel nemico ‘visibile’ identificabile, diverso: lo straniero.

Il razzismo c’è: riconosciamolo e combattiamolo. Pinotti – visto che la Lega è al governo in molte parti d’Italia - ha studiato l’evoluzione dell’ideologia leghista: prima l’odio era verso i meridionali, oggi c’è un odio militante verso gli islamici, i portatori di rapine; odio che ha coinvolto i rom fino ad arrivare all’odio attivo per i neri.

Ad Adro il comune dava 500 euro ad ogni vigile che scovava un clandestino; nel 2009 il comune leghista di Coccaglio, nel bresciano, ha lanciato l’operazione ‘White Christmas’: un porta a porta selvaggio per trovare clandestini. E’ frequente, soprattutto nei piccoli comuni del Nord che si escludano gli stranieri dai bonus bebè, dalle case popolari. Succede nel veronese come nel bresciano. Ci sono comuni che affiggono manifesti che si scagliano contro gli extracomunitari senza documenti e che invitano alla delazione. E’ razzismo o dobbiamo aspettare che succeda qualcosa di più grave per definirlo tale? Pinotti denuncia il proliferare di ordinanze comunali palesemente anticostituzionali che spesso passano nel silenzio alimentando un razzismo sempre più forte.

Il silenzio degli ‘italiani brava gente’ sta contagiando anche la Chiesa che si sta abituando all’idea che ci sia una forte avversione per l’emigrato: le parole cardine della dottrina sociale della Chiesa - l’accoglienza e l’aiuto - ormai sono declinate sempre con le parole ‘sicurezza’ e ‘regolarità’. Pinotti denuncia quello che è sotto gli occhi di tutti: sono sempre più numerosi i movimenti che si avvicinano alla Chiesa e alla Lega, come ‘Padania cristiana’, ‘regnum Christi’, etc.

Stiamo all’erta, stiamo svegli, combattiamo con la forza del pensiero, delle parole e dei gesti, il proliferare del razzismo. Restiamo umani, come ci ha chiesto Vittorio Arrigoni prima di essere ucciso in Palestina da un gruppo salafita.

DI ANGIOLA BELLU

Fonte: Mixamag



giovedì 10 novembre 2011

15 novembre, Verona: Film-documentario "I nostri anni migliori"


Z a L a b
Presenta 

I nostri anni migliori 

 
15 novembre 2011 Festival di Cinema Africano di Verona
Ore 20.30 Teatro Camploy
un documentario di Matteo Calore e Stefano Collizzolli
prod. ZaLab e toniCorti (45’ – Italia 2011)
 
Che cosa resta di una rivoluzione nelle vite delle persone che l’hanno attraversata?
Tra febbraio e aprile 2011 ventitremila tunisini arrivano a Lampedusa.
Il governo italiano urla all’invasione, si parla di un’orda barbarica, di un esodo biblico, di uno tsunami umanitario. Non si parla invece della storia di queste persone.
Dai campi di prima accoglienza di Manduria, Mineo e Palazzo San Gervasio cinque di loro si raccontano. Un’intera vita soffocata sotto il regime di Ben Ali, la rivoluzione inaspettata e dirompente che l’ha messo in fuga. Poi la possibilità di partire, per alcuni a lungo sognata e per altri solo improvvisata.
Gli anni migliori sono i loro: quelli di una generazione cui per troppo tempo è stata negata la libertà, e che ora ha deciso di provare a prendersela fino in fondo.
 
Il film verrà presentato il 15 novembre al Festival di cinema africano di Verona, in concorso nella sezione Viaggiatori e Migranti.
 
Queste le date delle prime proiezioni:
14 novembre – Padova – Immaginafrica, 16.15. Saranno presenti gli autori e uno dei protagonisti del film. Alle 17.30 tavola rotonda coordinata da Gabriele Del Grande.
24 novembre – Roma – Apollo 11, 20.30. Al termine della proiezione un incontro con gli autori e Stefano Liberti, giornalista del Manifesto.
1 dicembre – Padova – PortoAstra.
Inoltre il film sarà presentato nella Library di Italian Doc Screenings – Firenze 16-19 novembre 2011.
 
Per ulteriori informazioni sul film: http://inostriannimigliori.wordpress.com
Per organizzare una proiezione scrivete a distribuzione@zalab.org


Prova a immaginare... Appello per i migranti tunisini dispersi


Pubblichiamo qui di seguito l’appello per i migranti tunisini dispersi. Invitiamo tutti i nostri internauti a sottoscriverlo e a inoltrarlo alle proprie liste di conoscenti.

Prova a immaginare: tuo fratello o tuo figlio parte e non dà più notizie di sé dopo la sua partenza. Non è arrivato? Non lo sai, potrebbe essere stato arrestato nello stato di arrivo che non prevede che si possa arrivare semplicemente partendo e che per questo arresta quelli che arrivano mettendoli nei centri di detenzione o in prigione. Aspetti qualche giorno, guardi immagini alla televisione del luogo in cui potrebbe essere arrivato, per sperare di vederlo. Capisci anche che tuo figlio o tuo fratello non è l’unico a non aver telefonato dopo essere partito. Insieme alle altre famiglie chiedi allora alle autorità del tuo paese di informarsi, di capire se sono tutti in qualche carcere, speri che lo siano anche se temi che non vengano trattati bene. Ma le autorità non fanno nulla, non chiedono e non ti ascoltano, per mesi. Tu nel frattempo fai presidi, manifestazioni, parli con i rappresentanti di alcune associazioni, con i giornalisti, porti la foto di tuo figlio o di tuo fratello ovunque, ti affidi a ogni persona che viene dall’altro paese, le dai le foto, la data di nascita, le impronte digitali. Vuoi sapere. Ma non accade nulla e cominci a immaginare: potrebbe essere in una cella di isolamento, potrebbe essere stato arrestato come passeur, potrebbe essersi rivoltato nel centro di detenzione, potrebbe…. Potrebbe essere in Italia, ma forse a Malta, forse in Libia. Immagini, tu? Per alcune e alcuni di noi non si tratta di immaginare perché è quello che ci è successo. Sono partiti dalla Tunisia con le barche e in molti non hanno più dato notizia di sé. Sono morti? Sono in carcere? Sono…?

Per saperlo chiediamo ora alle autorità italiane e tunisine di collaborare. Sarebbe molto semplice, perché in Tunisia le carte di identità sono con le impronte digitali e in Italia esistono i rilievi dattiloscopici dei migranti identificati o detenuti. Chiediamo, allora, che i parenti dei dispersi possano fare una domanda al Ministero degli esteri tunisino affinché fornisca le impronte digitali al Ministero degli interni italiano e a questo chiediamo di rispondere.

Immagini, tu? Se riesci a immaginare ti chiediamo di sostenere con una firma questo appello.



martedì 8 novembre 2011

21-22 aprile 2012, Roma: Convegno "L'analisi conversazionale nell'insegnamento linguistico"

http://www.dilit.it/formazione/seminari-dettaglio.php?seminario=28

Roma Sabato 21 e domenica 22 aprile 2012
La decisione di scegliere questo tema deriva da riflessioni sulla "rivoluzione comunicativa" degli anni settanta. Più di 30 anni dopo, chi ha partecipato a quella rivoluzione si trova in una posizione in qualche modo analoga a quella di chi ha partecipato alle lotte femministe di quegli anni. Cioè, il mondo è cambiato, però meno di quanto si sperava. E per di più, sembra ci sia ora più distrazione, meno attenzione, meno interesse ad individuare gli aspetti ancora incompleti di tale rivoluzione e a difendere ciò che è stato conquistato.
Insomma, nella fattispecie, nonostante siano stati creati tanti modi nuovi di fare grammatica, modi più coinvolgenti, più impegnativi delle facoltà cognitive dello studente, più attenti  all'empowerment dello studente, il materiale didattico e gli insegnanti tendono a limitare la richiesta di attenzione soltanto a singoli punti morfosintattici. Certo, spessissimo tale lavoro viene fatto sviscerando testi autentici e non più singole frasi inventate, e questo è un grande passo avanti. Ma la sfida lanciata da Dell Hymes (il sociolinguista americano - considerato da qualcuno il padre dell'approccio comunicativo - e che è colui che ha coniato il termine "competenza comunicativa"), secondo il quale la lingua non è fatta di frasi, bensì di testi, dovrebbe portarci ad esplorare con gli studenti non soltanto singoli fenomeni frasali contenuti nei  testi, bensì quei fenomeni che contribuiscono alla costruzione stessa del testo in esame. Ovviamente non stiamo parlando soltanto di testi scritti. Anzi, il testo canonico, quello più diffuso, quello più ricco e dotato di fenomeni da studiare è la conversazione.
 
Il convegno è in preparazione. L'elenco di chi interverrà è ancora da completare ma abbiamo già abbastanza elementi per prevedere un convegno di qualità. Come sempre si alterneranno sessioni plenarie e laboratori pratici. Questa pagina sarà aggiornata man mano che i progetti si concretizzano. Siamo felici di poter già annunciare che si sono impegnati ad intervenire nelle sessioni plenarie i seguenti esperti:
 
Franca Orletti, professore ordinario di Linguistica e glottologia presso il Dipartimento di Linguistica dell'Università di Roma Tre. Fra le pubblicazioni curate da lei si trovano:
  • Comunicare nella vita quotidiana
  • L'italiano dell'immigrazione: aspetti linguistici e sociolinguistici
  • Fra conversazione e discorso
  • La conversazione diseguale
  • Identità di genere nella lingua, nella cultura, nella società
Daniela Zorzi, Professore Ordinario di Didattica delle Lingue Moderne in servizio presso la Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori dell'Università di Bologna. Fra i suoi scritti si trovano:
  • Parlare insieme: la coproduzione dell'ordine conversazionale in italiano e in inglese
  • Insegnamento comunicativo dell'italiano e competenza strategica
  • Opening and closing service encounters: some differences between English and Italian
  • Le procedure per la negoziazione dell'accettabilità e dell'accessibilità: un confronto fra l'Inglese e l'Italiano
  • La dimensione contrastiva nell'analisi della conversazione
Marilena Macaluso, Attualmente insegna Sociologia politica, Tecniche di consultazione degli utenti e Teoria e tecniche della comunicazione politica presso la Facoltà di Scienze della Formazione di Palermo. Insegna inoltre, per la Libera Università Kore di Enna, Sociologia politica e Sociologia dei Fenomeni politici. Fra i suoi scritti si trovano:
  • Analisi semiotica di una conversazione in treno
  • Testi e contesti. L'analisi della conversazione e l'analisi quantitativa del contenuto
Piera Margutti,  ricercatrice all’Università per Stranieri di Perugia, Dipartimento Scienze del Linguaggio. I suoi interessi di ricerca e di insegnamento si dividono tra l'Analisi della Conversazione e la Didattica delle lingue straniere e dell’italiano come L2. La sua indagine del parlato ordinario a tavola si basa su dati videoregistrati prodotti da parlanti italiani nativi e italo-australiani in Australia.  E' in corso una ricerca basata su dati audioregistrati (telefonate) dal titolo: “Elementi descrittivi dell’uso parlato della lingua italiana: fare, accogliere o rifiutare richieste in contesti di interazione ordinaria e istituzionale”. Fra i suoi scritti si trova:
  • Comunicare in una lingua straniera. Fra teoria e pratica
Guy Aston, Professore ordinario di Lingua e Traduzione – lingua inglese, Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori, Università di Bologna. Fra i suoi scritti si trovano:
  • Interlanguage pragmatics
  • What it takes to close a service encounter: a study in contrastive pragmatics
  • Cultural norms of conversational procedure in a pedagogic perspective
  • Solidarity and conflict as metaphors of the discourse process
  • Negotiating service: studies in the discourse of bookshop encounters
  • From discourse analysis to pedagogy: some implications
  • The joint production of requests in service encounters
  • Learning comity: an approach to the description and pedagogy of interactional speech
  • An applied linguistic approach to the analysis of naturally-occurring conversation.
 
 
Responsabile del programma: Christopher Humphris
Lingua del convegno: italiano
Quota di partecipazione: €120,00