Programma Educazione alla Pace presentato da Tindara Ignazzitto - Consulta per la Pace di Palermo

Programma di Educazione alla Pace - TPRF

martedì 25 settembre 2007

Seminario Nazionale RETI COMUNI a Firenze

Ministero della Pubblica Istruzione, Osservatorio alunni stranieri
USR Toscana
ANCI Comune di Firenze
Istituto degli Innocenti
Seminario Nazionale: RETI COMUNI. Le azioni della scuola e degli Enti locali per l'integrazione dei minori di origine immigrata.

Firenze 5 ottobre 2007, ore 9.30-18.30
Salone Brunelleschi, Istituto degli Innocenti, P.zza SS Annunziata, 12, Firenze
Vivere in una comunità ed insegnare in un contesto scolastico multiculturale e multilingue sta diventando un fatto consueto e normale in molti territori italiani. Sistema scolastico ed Enti locali sono chiamati ad un impegno quotidiano, di sperimentazione, di consolidamento di percorsi virtuosi, di creazione di reti di collaborazione. E' ormai consolidata l'opinione che l'azione dell'uno si rafforza e consolida se si sviluppa nella integrazione e collaborazione con l'altro e con i diversi protagonisti presenti sul territorio. La presenza di bambini e ragazzi stranieri puo' essere un'opportunità per rimodellare il sistema dell'istruzione e le nostre "città- mondo", le realtà locali globalizzate nelle quali viviamo.In questa prospettiva viene organizzato un primo seminario rivolto a :
- mettere in evidenza le specificità territoriali nelle presenze e nelle azioni messe in campo,
- evidenziare gli elementi di consolidamento delle azioni a livello locale (protocolli, reti, accordi, patti, ecc..), orientandosi alla costruzione di prassi e strumenti condivisi,
- evidenziare i più significativi elementi di debolezza,- individuare proposte e strumenti per potenziare le connessioni tra scuole, enti locali, società civile.
Il seminario intende coinvolgere soprattutto gli amministratori locali, i dirigenti scolastici, .i responsabili dei servizi degli enti locali, i centri interculturali, i responsabili del terzo settore.
Iscrizioni:
Le iscrizioni possono essere effettuate on line collegandosi al sito: www.istitutodeglinnocenti.it
Informazioni Segreteria organizzativa attività di promozione e formazione
Tel. 0552037357*366*343 Fax 0552037207
Ufficio scolastico regionale per la Toscana
Carlotta Cartei 055 2725207; 2725208
Materiali da esporre in occasione del seminario possono essere inviati al seguente indirizzo:
Istituto degli Innocenti di Firenze
Servizio Monitoraggio Ricerca e Formazione
P.zza SS. Annunziata 12
50122 Firenze
c.a. Claudia Stanghellini

domenica 23 settembre 2007

Oltre il chador - Iran in bianco e nero

24 settembre 2007 ore 18.00
Festa dell’Unità - Giardino Inglese Palermo


Presentazione del libro di Marcella Croce
Oltre il chador
Iran in bianco e nero
Edizioni Medusa
Interverrà Franco Russo
Letture a cura di
Giulio Giallombardo
e Diana D’Angelo

venerdì 21 settembre 2007

Mazara del Vallo, sabato 22 settembre: manifestazione per la pace con video di Prem Rawat

Mazara del Vallo (TP)
La pace: un messaggio senza confini
Questo il titolo della manifestazione, promossa dall'Amacus, che si terrà sabato 22 settembre alle ore 19 nell'Atrio del Seminario Vescovile. La manifestazione avrà come momento centrale la presentazione video del messaggio di pace di Prem Rawat, meglio conosciuto come "Maharaji", conferenziere di fama mondiale. Nominato nell'ottobre 2006 "Ambasciatore di Pace" da Pierre Weil, rettore dell'Università Internazionale della Pace, Prem Rawat, nato in India, ha presentato il suo messaggio a più di 7,5 milioni di persone, in oltre 250 città di 50 nazioni al mondo, suscitando una profonda riflessione sui temi fondamentali dell'esistenza in persone di ogni credo religioso e stato sociale. Il suo messaggio viene oggi tradotto in 70 lingue e diffuso in 88 paesi. La promozione e la divulgazione del suo messaggio, interamente finanziata da donazioni volontarie, è condotta anche grazie all'attività de La Fondazione Prem Rawat. Lo scorso 26 aprile Prem Rawat è stato ospite d'onore e relatore in un incontro tenuto nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani (una delle sedi del Senato) a Roma.
Per leggere il comunicato stampa dell'incontro che si è tenuto al Senato italiano, clicca qui.

giovedì 20 settembre 2007

1° Festival Internazionale di Folklore, Musiche e Danze delle Americhe

Si informa che in occasione del 1° Festival Internazionale di Folklore, Musiche e Danze delle Americhe, che si terrà al Teatro Elena di Sesto S. Giovanni, i giorni 12 e 13 ottobre p.v., dedicato alla figura di Simón Bolivar, liberatore dell'America, la nostra associazione intende proporre nella serata di inaugurazione la presentazione ufficiale (per la prima volta in Italia) della "Carta dei valori della cittadinanza e dell'integrazione", redatta dal Comitato Scientifico del Ministero dell'Interno e recentemente pubblicata dalla Gazzetta Ufficiale. Tale Carta costituisce una fondamentale svolta culturale e politica non solo nel processo di integrazione degli immigrati in Italia, ma ancor di più nella costruzione del "nuovo mondo" che oggi stiamo scoprendo. Nell'ambito dell'evento, ci sarà spazio per la "Solidarietà per il Perù", colpito dal recente grave sisma. La manifestazione si svolge sotto l'egida del Ministero dell'Interno ed hanno già dato o promesso la loro partecipazione o il loro patrocinio la Regione Lombardia, la Provincia di Milano, il Comune di Milano e l'Amministrazione Comunale di Sesto S. Giovanni. Saranno inoltre presenti rappresentanti delle diverse comunità di stranieri in Italia ed i rappresentanti dei principali consolati dell'America Latina.
12 e 13 Ottobre 2007
ore 20.30
Teatro Elena – Via Solferino - Sesto San Giovanni (MI)
(a 100 metri da MM Sesto Rondò)

SCUOLA D'INTEGRAZIONE: la scuola e il territorio collaborano per progetti d'accoglienza e d'intercultura di Graziella Favaro

Bambini e ragazzi che vengono da lontano

Negli ultimi anni la presenza dei bambini e dei ragazzi nella scuola dell’obbligo (e più di recente anche nell’istruzione superiore) si diffonde e aumenta in misura costante. Lentamente, l’immigrazione sta "mettendo radici" e passa da una fase in cui vi era la presenza di soli adulti, ad un’altra, successiva nel tempo, durante la quale si assiste ad un processo di stabilizzazione, all’arrivo o alla nascita dei minori, alla ricomposizione delle famiglie.
L’inserimento scolastico dei bambini e dei ragazzi immigrati stranieri comporta attenzioni e decisioni diverse, di tipo burocratico, organizzativo, relazionale, comunicativo, didattico. La loro presenza pone certamente problemi didattici specifici, ma chiama anche in causa la scuola e i servizi educativi nella loro generalità. Interrogarsi sui bisogni degli alunni stranieri significa infatti interrogarsi sull’organizzazione scolastica e didattica per tutti, sui contenuti, sulle modalità comunicative adottate , sull’educazione linguistica e lo sviluppo del linguaggio , sulla relazione con l’altro.
Come avviene per altri servizi e strutture, anche nel caso della scuola e dei servizi educativi, la presenza dei bambini e dei ragazzi stranieri può diventare un’occasione per ripensare e rivedere stili e modalità educative, per arricchire la proposta educativa grazie all’attenzione ai nuovi bisogni e al confronto con le differenze.
Gli alunni stranieri hanno al tempo stesso bisogni uguali e differenti rispetto ai loro coetanei "autoctoni": sono bambini con i compiti di sviluppo, i timori e i desideri di tutti i bambini, ma sono anche alle prese con urgenze e sfide specifiche: di apprendimento linguistico in italiano L2, di adattamento e riorientamento rispetto allo spazio, al tempo, alle regole esplicite ed implicite del nuovo ambiente, di "radicamento" in due diversi riferimenti culturali.

Accoglienza, Italiano L2, educazione interculturale
Come accogliere nella scuola per tutti, senza negare le storie e le appartenenze di ciascuno? Come costruire orizzonti comuni a partire da biografie differenti?
Tre sembrano essere le parole/chiave e le attenzioni pedagogiche da promuovere per far sì che l’inserimento dei bambini e dei ragazzi venuti da lontano rappresenti il primo passo per l’integrazione e lo scambio interculturale. Esso sono: accoglienza, attenzione allo sviluppo linguistico, approccio interculturale.
La parola "accoglienza" deve essere riferita sia ai bisogni dei minori – di essere accettati, accolti, riconosciuti, valorizzati – che delle famiglie immigrate. Una scuola che accoglie è attenta alle modalità comunicative, alle relazioni e al "clima" fra adulti e bambini; informa i genitori stranieri, utilizzando anche avvisi e messaggi in varie lingue e promuove momenti di incontro tra i genitori autoctoni e immigrati; facilita l’accesso e l’uso dei servizi comuni e opera per dare pari opportunità a tutti e a ciascuno; rende esplicite le sue regole e modalità di funzionamento .Una scuola che accoglie mette in pratica le indicazioni della normativa relative all’inserimento scolastico degli alunni stranieri e sperimenta procedure e protocolli di accoglienza condivisi.
L’apprendimento e lo sviluppo della seconda lingua da parte degli alunni stranieri deve essere al centro dell’azione didattica e prevedere risorse e modificazioni nelle modalità organizzative e "adattamento dei programmi" , come indica la normativa . Ciò può avvenire positivamente attraverso l’utilizzo di dispositivi e figure di facilitazione linguistica, momenti di interazione individualizzata e di piccolo gruppo, promuovendo negli alunni non italofoni le capacità di comunicare , narrare, raccontare, esprimersi , apprendere, favorendo così lo sviluppo ,sia della lingua "concreta, del qui e ora", sia dell’italiano per studiare e comprendere i concetti. L’attenzione allo sviluppo del linguaggio deve prevedere anche il riconoscimento e la valorizzazione della lingua materna dei minori immigrati, considerata una risorsa e non un ostacolo da rimuovere.
E infine, l’approccio interculturale, attento alle differenze e alla relazione con l’altro, promuove il confronto, la scoperta e lo scambio fra storie e culture, a partire dalla consapevolezza che "i valori che danno senso alla vita non sono tutti nella nostra cultura, ma neppure tutti nella cultura degli altri, non tutti nel passato, ma neppure nel presente o nel futuro".

Il modello d'integrazione della scuola
Come la scuola risponde a questi nuovi bisogni e quali risorse predispone per aiutare bambini e ragazzi con storie diverse a crescere insieme, elaborando progetti comuni? In che modo i comuni possono collaborare a fare della scuola il luogo privilegiato dell’integrazione e dello scambio?
Proviamo a ricostruire il "modello di integrazione" che si delinea a partire dalle indicazioni ufficiali della normativa, delle leggi e delle circolari. Le parole/chiave e i documenti ai quali fare riferimento configurano un modello di scuola che si pone in equilibrio tra accoglienza e riconoscimento delle diversità e che possiamo definire integrativo, interculturale, attento alla tutela e valorizzazione delle lingue e culture d’origine. Queste sono le coordinate di politica scolastica alle quali gli istituti scolastici devono far riferimento per elaborare e realizzare in autonomia i propri progetti di inserimento degli alunni stranieri.
Su quali risorse organizzative professionali ed economiche, può contare un istituto scolastico per elaborare e attuare il proprio piano d’offerta formativa, che tenga conto delle nuove presenze e dei bisogni specifici? La normativa sull’autonomia didattica e organizzativa consente un’ampia flessibilità nella ridefinizione di orari e calendari, in modo tale da recuperare risorse per l’integrazione di nuovi arrivati.
La collaborazione e gli accordi di programma con gli enti locali possono contribuire ad innalzare la qualità e ampliare l’offerta formativa attraverso azioni e proposte differenti.

Quali azioni in un progetto tra scuola e territorio
Tra le azioni che scuola e comuni possono progettare e realizzare insieme , a partire da una lettura non riduttiva delle situazioni e dei biosogni ,vi sono :
la formazione degli insegnanti e degli educatori sui temi della migrazione in età infantile , delle modalità di accoglienza , della didattica dell’italiano come seconda lingua e dell’educazione interculturale;
la rimozione degli ostacoli che si frappongono all’inserimento dei bambini stranieri nei servizi educativi e nella scuola, con particolare attenzione a due fasce di età : i più piccoli (nella scuola dell’infanzia) e gli adolescenti /le adolescenti;
la documentazione, accessibile a tutte le scuole e che comprende tra l’altro: la diffusione ed elaborazione di materiali e strumenti didattici ; la disponibilità di messaggi comunicativi scuola/famiglia plurilingue; le informazioni sui paesi d’origine e sui sistemi scolastici e linguistici degli alunni stranieri; la messa a disposizione di percorsi e proposte di lavoro già sperimentati in altre scuole e città……;
la realizzazione di azioni educative in orario scolastico ed extrascolastico, condotte da operatori qualificati , quali: i laboratori per l’apprendimento dell’italiano lingua seconda per alunni neoarrivati e di potenziamento linguistico ; le attività di doposcuola e di aiuto allo studio; le iniziative di insegnamento delle lingue d’origine; i corsi di alfabetizzazione in italiano per madri e genitori stranieri; la "settimana per l’accoglienza " prima dell’inizio della scuola ; i centri estivi che integrino le loro attività anche con laboratori di italiano L2 e di scoperta delle differenze;
la disponibilità di risorse di mediazione linguistica e culturale per facilitare la fase di prima accoglienza , di inserimento e di comunicazione con i minori e le famiglie di recente immigrazione;
l’integrazione tra i servizi educativi e scolastici e i servizi sociali, al fin di realizzare progetti e azioni in grado di rispondere in maniera efficace ai bisogni di integrazione nella nuova società di bambini e famiglie immigrate , di dare risposta a eventuali situazioni di disagio e di tutelare i soggetti più vulnerabili;
la realizzazione e diffusione di eventi, iniziative e materiali interculturali per conoscere e conoscersi , per scambiare e incontrarsi.
I criteri che indirizzano l’azione comune della scuola e dell’ente locale tengono dunque conto di:


- una progettualità condivisa
- l’assunzione delle responsabilità rispetto alle reciproche competenze
- la finalità dell’integrazione, intesa come cammino di inclusione, scambio e di cittadinanza, nel rispetto dell’integrità delle persone e della loro identità
- la qualità del progetto, che si propone di costruire orizzonti comuni a partire da storie e "radici" differenti.
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Bibliografia recente di Graziella Favaro


- Insegnare l'italiano agli alunni stranieri, La Nuova Italia, Firenze, 2002

- Come un pesce fuor d'acqua. Il disagio nascosto dei bambini immigrati, Guerini, Milano, 2002

- Didattica interculturale (con D. Demetrio), Angeli, Milano, 2002

- Bambini stranieri a scuola, La Nuova Italia, Firenze,1997

mercoledì 19 settembre 2007

Il gioco: manifestazione della diversità umana ed elemento fondamentale del processo di costruzione identitaria delle comunità e dei popoli

Associazione Giochi Antichi presenta Tocatì 2007
Oggi, giunti alla quinta edizione di questo festival, possiamo dire con soddisfazione che sono ormai molte le persone e le realtà che condividono il nostro progetto e l'obiettivo che agli inizi eravamo in pochi ad avere davanti con chiarezza.
Alla base di tutto, le approfondite e costanti ricerche sul territorio che l'Associazione Giochi Antichi svolge da anni e che permettono di reperire la materia prima di questo festival: i giochi della tradizione.
Unico in tutta Europa, il Tocatì fa conoscere e valorizza il patrimonio della cultura tradizionale a partire dal gioco, e comprende anche altre espressioni del vivere come cibo, musica e danza.
Sullo sfondo, la bellezza di Verona offre al festival una delle scenografie più suggestive al mondo: il centro storico, per l'occasione liberato dal traffico automobilistico.
Grazie alla nuova amministrazione del Comune di Verona, il Tocatì viene ulteriormente valorizzato, e rafforza in noi la convinzione di aver fatto per la città qualcosa che merita di essere sviluppato.
Anche il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali ha dato il suo patrocinio alla nostra manifestazione in riconoscimento dell'importanza e del valore culturale del festival.
La passata edizione ha visto importanti novità che vengono conservate. Anche quest'anno sono ospiti alcune comunità ludiche "moderne", alle quali è dedicata una piazza, perché la cultura di strada, adattandosi a ritmi e ambienti diversi, continua a produrre creatività.
La nazione ospite è la Croazia, che propone una quindicina di giochi della propria tradizione, gruppi musicali e piatti caratteristici di una terra che si sta risollevando e riaffacciando all'esterno dopo un periodo di conflitti.
Sempre più ricca la serie di incontri culturali, in collaborazione con istituzioni pubbliche e private, che permetteranno di approfondire le tematiche ludiche.Tocatì 2007 vuole evidenziare come il gioco tradizionale, al pari di altre espressioni della cultura popolare, quali la musica, le danze o la poesia, abbia tutti i requisiti per essere considerato manifestazione della diversità umana ed elemento fondamentale del processo di costruzione identitaria delle comunità e dei popoli.
Nel 2003 l'Unesco ha steso la Carta Internazionale del Gioco Tradizionale, dove si dichiara questa attività "bene immateriale dell'umanità", riconoscendone l'importanza e tutelandone la vulnerabilità. Purtroppo solamente ventisei nazioni hanno sottoscritto il documento, e l'Italia non è fra queste. Durante il Tocatì inizia una raccolta di firme a favore del gioco, per sensibilizzare le autorità competenti affinché anche il nostro paese sottoscriva la dichiarazione.
Il 31 gennaio 2007 è scomparso Marco Fittà, storico, ricercatore appassionato, uomo di cultura ludica come pochi altri. Dobbiamo a lui la scoperta all'inizio del 2003 al Petrie Musem di Londra dei più antichi reperti archeologici fino ad ora conosciuti riguardanti il gioco della lippa (XI/XII dinastia-dal 2205 al 1778 a C.). Fin dalla nascita l'Associzione Giochi Antichi ha avuto in questo studioso un interlocutore stimolante e attento. Aga ha deciso di dedicare alla figura di Marco Fittà la quinta edizione del festival.
Ancora una volta ringrazio tutte le persone che hanno reso possibile la realizzazione di Tocatì 2007.
A tutti auguro buon gioco
Giorgio Paolo Avigo
Presidente Associazione Giochi Antichi www.tocati.it

sabato 15 settembre 2007

Stuazione nelle scuole: classi ghetto?

Messaggi tratti da una conversazione sulla lista di discussione stranieri-edscuola
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Fonte: Repubblica 12 settembre 2007
Mio figlio umiliato nella classe ghetto
Novara, famiglia tunisina denuncia: hanno riunito immigrati e ripetenti
VLADIMIRO POLCHI
ROMA - Suhaib ha appena finito le elementari. È nato 11 anni fa in Italia, da genitori tunisini. Lunedì scorso ha cominciato la sua grande avventura: sveglia presto e zaino in spalla, ha preso due autobus e si è presentato puntuale allo squillo della campanella nella prestigiosa scuola media statale Duca d´Aosta, al centro di Novara. Poi la sorpresa: ad attenderlo una classe ghetto, la I B. Alla faccia dell´integrazione e della formazione multiculturale: 14 studenti, di cui 8 stranieri e 5 bocciati.
Oggi tra i banchi di scuola gli alunni figli di immigrati sono 501.494, il 5,6% di tutti gli iscritti. L´intero pianeta è presente in classe: all´appello mancano solo Lesotho e Vanuatu. Il maggior numero di stranieri si concentra nelle scuole primarie (6,8%) e nel Nord-Est (9,3%). Ma, come denunciato da Metropoli in un´inchiesta della scorsa settimana, il rischio classi-ghetto si fa sempre più concreto.
«Mio figlio è tornato a casa triste e umiliato, mi ha detto che si è sentito trattato da diverso». Faouzia Hassan è piena di rabbia. Vive a Novara con il marito: entrambi tunisini, lei casalinga, lui artigiano. Hanno tre figli: uno va
all´università, l´altro al liceo, l´ultimo alle medie. «A Suhaib piace studiare - racconta la madre - ed era molto emozionato di andare in prima media». La famiglia decide di iscriverlo a una delle migliori scuole di Novara: la media statale Duca d´Aosta. Per arrivarci, Suhaib deve svegliarsi presto e prendere due autobus. Ma la fama dell´istituto ripaga il sacrificio. Gli Hassan optano per la classe di lingua francese. Tutto bene fino a lunedì mattina. «Abbiamo scoperto - sostiene Faouzia - che nelle prime due sezioni avevano messo più di 25 studenti, mentre nella I B solo 14». Ma non è tutto: «Di questi 14, ben 8 sono stranieri e 5 sono bocciati». Insomma una classe con figli di turchi, polacchi, marocchini e qualche ripetente. «Hanno ghettizzato i nostri figli - tuona Faouzia - discriminandoli apertamente. Oggi hanno solo 11 anni, ma quando saranno grandi ricorderanno con dolore questa umiliazione». Gli Hassan non si arrendono, però: «Vogliamo confrontarci con gli altri genitori e organizzare una qualche protesta».
Faouzia ha anche contattato Osama Al Saghir, ex presidente dei giovani musulmani d´Italia e oggi membro della
Consulta giovanile per il pluralismo religioso. «È un caso grave, ma non unico - afferma Osama - domani (13 settembre, ndr) spediremo una lettera al ministro della Pubblica Istruzione per denunciare la situazione di Novara».
Da parte sua, la professoressa Daniela Tiberio (responsabile intercultura del Duca d´Aosta) risponde: «Il nostro istituto ha sempre accolto con grande apertura i tanti studenti stranieri. Certo i problemi ci sono: qualche genitore italiano, per esempio, deve essere più tollerante verso la diversità».
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Fonte: stranieri-edscuola link al documento originale
In riferimento all'articolo di Vladimiro Polchi "Mio figlio umiliato nella classe ghetto", apparso oggi, 12 settembre, su "Repubblica", e inserito nella vs. rassegna stampa, desideriamo puntualizzare la normativa specifica vigente inmerito alla formazione della classi multietniche.
La preoccupazione in merito all'organizzazione scolastica in presenza di alunni stranieri era evidente già nella C.M. 301 del 1989 e nella C.M. 205 del 1990, ma le Linee guida per l'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri (emanate dal MPI con C.M. n.24 del 1 marzo 2006) dedicano all'argomento un intero capitolo delle indicazioni operative.Lo riportiamo per intero: Un' equilibrata distribuzione della presenza di alunni stranieri In presenza di fenomeni di concentrazione di studenti con cittadinanza straniera, si ritiene proficua un'equilibrata distribuzione delle iscrizioni attraverso un'intesa tra scuole e reti di scuole ed una mirata collaborazione con gli enti locali, avendo come riferimento normativo l'art. 7 del DPR 275/1999 [Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche]. La costruzione di reti e coordinamenti è rilevante non solo ai fini della distribuzione, ma più in generale per la costruzione di un'offerta formativa che riduca le disuguaglianze e i rischi di esclusione sociale per tutti. Nell'ambito delle singole scuole, l'orientamento più diffuso è di favorire l'eterogeneità delle cittadinanze nella composizione delle classi, piuttosto che formare classi omogenee per provenienza territoriale o religiosa degli stranieri. Specifiche esigenze didattiche possono richiedere la formazione temporanea di gruppi omogenei.
Le linee guida si ispirano all'art. 45 comma 3 del D.P.R. 394/1999 (non modificato dal successivo D.P.R. 334/2004), Regolamento recante norme di attuazione del Testo Unico delle disposizioni contenenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero. Il collegio dei docenti formula proposte per la ripartizione degli alunni stranieri nelle classi: la ripartizione è effettuata evitando comunque la costituzione di classi in cui risulti predominante la presenza di alunni stranieri.
Queste riflessioni saranno pubblicate anche nel nostro sito: http://www.irrefvg.org/
Claudia Virili
tecnico ricercatore
Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell'Autonomia Scolastica
Ex IRRE Friuli Venezia Giulia
Gestione Commissariale
Via Cantù 10, Trieste
tel. 040 3592912
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Fonte: stranieri-edscuola link al documento originale
Cara Claudia ti rispondo pubblicamente a quanto da te segnalato e che suscita un grande interesse per questa nostra rubrica.
In riferimento alla normativa vigente e alle indicazioni Ministeriali purtroppo e' vero: il ragazzo e la famiglia non potevano che sentirsi umiliati cosi' come spesso succede in altre parti e non poche.
Purtroppo la riga della normativa.
[.] Specifiche esigenze didattiche possono richiedere la formazione temporanea di gruppi omogenei [.]
non e' scritta bene e non fa altro che alimentare queste problematiche a fronte della distribuzione degli studenti stranieri in tante classi con il reale rischio di frustrazioni individuali perche' gli stessi non possono seguire questi programmi: dal livello lessicale a quello di studio e sempre per problemi di lingua.
Io giro delle domande per riflettere insieme su una posizione diametralmente opposta:
L'integrazione ha le sue regole e le sue possibilità di convivenza ma cosa e' meglio oggi, con l'aumento della presenza degli studenti stranieri (e non alunni), la convivenza o l'apprendimento? Sicuramente tutt'e due ma abituata a classi interamente multietniche una docente di lingua italiana L2 saprebbe affrontare il problema didattico dando il meglio del programma scolastico e organizzando con le altre classi momenti di confronti specifici e interessanti.
Il problema scottante sta nel saperlo gestire, organizzare, comunicare perche' la normativa e' da cambiare per certi aspetti, perche' ci sono sempre fichi secchi, perche' il docente l2 non puo' essere preso ancora in considerazione veramente.Osserviamo veramente le cose come stanno dentro le mura scolastiche.
Una classe totalmente multietnica ha una sua specificità e una didattica diversa, produttiva e creativa che fa bene all'apprendimento degli studenti anche italiani: ma quanti docenti sanno questo nella scuola pubblica? Non esiste un censimento dei responsabili dell'equipe pedagogica interculturale su base dei titoli e dell'esperienza ma spesso è data a sensibili docenti che in qualche modo sanno come fare. Non esiste da parte del Ministero una indicazione precisa da questo punto di vista.
Mi piacerebba far passare il messaggio che in una scuola pubblica, nello Stato della Repubblica Italiana, senza nulla togliere alla convivenza ma nella liberta' di scelta, una classe multiculturale puo' essere una fonte di energia didattica fondamentale per la scuola tutta. Una classe monoculturale e monolingua straniera, diversa da quella italiana, e' ghettizzazione.
Attendo le vostre risposte e riflessioni in merito.
Nunzia Latini

giovedì 6 settembre 2007

Nasce a Palermo lo Sportello Accoglienza e Tutorato per Studenti stranieri

Se sei uno studente straniero iscritto o interessato a studiare all’Università di Palermo puoi usufruire di questo nuovo servizio del Centro Orientamento e Tutorato.
Lo sportello ti aiuterà :
- a capire la normativa relativa alle immatricolazioni ed iscrizioni universitarie
- a comprendere tutte le informazioni sulla normativa in materia di immigrazione, aiutandoti nel disbrigo di pratiche utili all’ottenimento del permesso di soggiorno e nel perfezionamento di pratiche amministrative di varia tipologia
- a superare le difficoltà iniziali legate all’ambientamento e all’adattamento al mondo universitario
- a rimuovere gli ostacoli che incontrerai durante tutto il tuo percorso formativo universitario

Ed, inoltre, ti informerà:
- su tutti i servizi offerti dalla nostra Università
- su tutti i servizi presenti nella nostra città
- su iniziative ed eventi interculturali
- su bandi e concorsi riservati a cittadini stranieri

Dal 3 settembre 2007 vieni a trovarci presso il COT, viale delle Scienze, edificio 2, secondo piano – tel. 0916455300 – e-mail:
infostranieri@orientamento.unipa.it

Lunedì dalle 9.00 alle 13.00 / Giovedì dalle 15.00 alle 18.00

SUPPORT AND ASSISTANCE SERVICE FOR FOREIGN STUDENTS
GUICHET ACCUEIL ET TUTORATO POUR LES ÉTUDIANTS ÉTRANGERS

lunedì 3 settembre 2007

IMMIGRATI D’ITALIA UNITEVI!

Appello di Nuovi Italiani Partito Immigrati per le prossime elezioni amministrative del 2008

Settembre darà inizio alla nuova stagione politica che ci porterà all’appuntamento elettorale della primavera 2008 in molti comuni e province nel nostro Paese. Un appuntamento, per certi versi storico, in cui i cittadini italiani di origine straniera e della comunità europea residenti in Italia, avranno l’opportunità di partecipare attivamente alla vita politica delle città, portando finalmente nelle istituzioni i rappresentanti delle comunità, dando così voce alle migliaia di cittadini che vivono nel disagio e rischiano la ghettizzazione.“Nuovi Italiani Partito Immigrati sarà lo strumento per arrivare all’obbiettivo – dichiara il Vice-presidente Angelelli -, invitiamo soprattutto i “nuovi italiani” ad aprire circoli e sezioni in tutta Italia, primo passo per creare una struttura politica cittadina, il supporto organizzativo e logistico sarà dato dall’organo nazionale del Partito.E’ finito il tempo delle sofferenze silenziose, ora i politici dovranno tener conto della nostra forza !”Il Presidente di Nuovi Italiani Partito Immigrati Mustapha Mansouri aggiunge: "Le elezioni saranno una opportunità unica per rivendicare i diritti dei nuovi cittadini italiani, invito gli immigrati ad una partecipazione massiccia all'attività democratica della nostra nuova Patria, rompiamo il muro di omertà e paura che ci circonda e portiamo la nostra voce nelle piazze e nelle Istituzioni.Nei prossimi giorni aprirò un dialogo con tutte le forze politiche, se ci sarà una formazione solidale agli interessi dei "nuovi italiani" noi siamo pronti a dare il sostegno necessario."